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Notizie Modena » La strategia politica sopra i palestinesi  
LA STRATEGIA POLITICA SOPRA IL DIRITTO
DI UN POPOLO AD ESISTERE

Dibattito in Consiglio Comunale di Modena sul riconoscimento dello Stato di Palestina.
di Novara Flavio


E' assai grave, soprattutto per quanto riguarda il rispetto del Diritto Internazionale, quello che è successo ieri in Consiglio Comunale di Modena in occasione del dibattito sulla mozione presentata dal Movimento Cinque Stelle (Leggi il testo) inerente alla richiesta del riconoscimento dello Stato Palestinese.  Oltre a questa mozione, ne è stata presentata, pochi giorni dopo, un'altra del Partito Democratico (Leggi il testo), partito di maggioranza a Modena, che certo non poteva lasciare questa partita in mano alla compagine di Grillo. Differenza sostanziale tra le due mozioni è che quella presentata dal M5S non entrava nel merito Politico della questione Medio Orientale ma ne esaltava la necessità del riconoscimento dello Stato di Palestina in nome del diritto del suo popolo ad esistere, mentre il documento del PD, richiamava la necessità che il riconoscimento dello Stato di Palestina sia imprescindibile dal riavvio dei processi di pace in direzione di una soluzione con “Due Stati per due popoli”.
Mentre nell’ordine del giorno del M5S si specificava che il popolo palestinese da oltre 67 anni vive una condizione d'occupazione sul suo territorio da parte dello Stato israeliano “subendo la colonizzazione del territorio palestinese e la sostituzione della popolazione autoctona, mentre  il popolo palestinese continua la sua lotta popolare contro il sequestro delle terre, contro le demolizioni delle case, contro il muro che divide case, campi, famiglie, villaggi.” in pratica “la quotidiana privazione della libertà in violazione dei basilari diritti umani, il cui rispetto è imprescindibile e non può essere oggetto di discriminazione religiosa, razziale, sessuale o di qualsiasi altro genere”; in quella del PD, si decantava la necessità di un azione questa che sia imprescindibile dalla ricerca “coordinata a livello internazionale, e in particolare in seno all'Unione europea ed alle Nazioni Unite, in vista di una soluzione globale e durevole del processo di pace in Medio Oriente fondata sulla esistenza di due Stati, palestinese ed israeliano … con Gerusalemme  quale capitale tenendo pienamente in considerazione le preoccupazioni e gli interessi legittimi dello Stato di Israele”.

All'avvio del dibatti, la discussione è da subito apparsa surrealista. Non solo per i contenuti ma anche per le motivazioni addotte da alcuni consiglieri sull'opportunità di tale discussione, dato che “Modena non può fare nulla per fermare o modificare tale conflitto”. Il tutto in netta continuità con quanto accaduto mesi addietro.
Il M5S, infatti, aveva da tempo sollecitato un dibattito urgente durante i bombardamenti su Gaza nel luglio 2014 da parte delle forze israeliane ma questo confronto è stato rifiutato, in riunione di capigruppo, sia dall'attuale maggioranza che della lista “Per Me Modena” adducendo a questioni burocratiche organizzative. Nessuna urgenza dunque, nonostante tali incursioni avessero già causato 1200 vittime delle oltre 2.168 accertate in seguito.

Credo che nessuno possa negare la difficoltà di affrontare tale argomento ma è anche vero che a nessuno è stato chiesto di risolvere tale annoso problema. Ma al contrario, di esprimersi in modo chiaro sulla condanna di tale incursione e soprattutto della necessità che uno Stato Occupante sia sanzionato perché violi irresponsabilmente, favorendo ed alimentando così il terrorismo nei suoi confronti, tutti i trattati internazionali che prevedono il rispetto dei popoli occupati.
Un consiglio Comunale ha anche il dovere, dato che rappresenta i cittadini che li hanno votati, di esprimersi su tali argomenti, non solo per riuscire a sensibilizzare ed informare, attraverso la diffusione del dibattito, l'opinione pubblica ma anche perché Organo decentrato, non solo amministrativo, dello Stato.
I signori consiglieri si devono ricordare che non sono i rappresentati della Repubblica di Modena, ma membri politici dello Stato Italiano e come tali devono rispettare ed agire in nome della Costituzione. Ciò che oggi, con l'approvazione di quella Mozione non è avvenuto.

Quando si afferma come ha fatto il consigliere Forghieri che “serve in Palestina un governo legittimato”, e per questo “dobbiamo fare in modo che ANP riprenda il controllo del suo territorio dato che ha vinto Hamass” perché lui vuole “innanzitutto la Palestina libera da Hamass” , significa non entrare nel merito delle questioni e non prendere in considerazione che Hamas, pur condannandolo per il suo integralismo, ha vinto delle libere elezioni in un territorio dove la sua popolazione e sottoposta ad embargo culturale, alimentare e civile. Oltretutto ha vinto solo in una parte del poco territorio ancora lasciato al popolo palestinese. Fa specie apprendere nel nostro Consiglio Comunale, che la Democrazia può essere esaltata non come legittomo diritto dei suoi popoli ma solo nei confronti di chi riteniamo nostro amico.
Per non parlare poi dell'intervento di Carpentieri dove afferma che “il tema è molto complicato” e che “non possiamo superare un sopruso con un altro sopruso. Soprattutto oggi che è complicato far convivere due religioni diverse insieme. Per questo Due Popoli e Due Stati può permettere di esprimere entrambi i diritti”. Ennesimo intervento fuori tema, anche se in linea con la mozione presentata dal suo partito, perché l'oggetto del contendere era il Diritto Internazionale e non altro. Tanto meno religioso. Un diritto volutamente omesso dall'intervento della consigliera Federica di Padova che per non entrare nel merito e decidere la supremazia del diritto israeliano sopra quello internazionale afferma che “... non è il posto adeguato per discutere questo argomento” e che “La mozione del Movimento Cinque Stelle è banale e lo dico da politico perché viene rimossa la motivazione per cui si è arrivati a questo....Non mi piace vedere soffrire le persone...ma si deve tener conto dei 8621 missili che da tempo sono caduti su Israele che per fortuna non hanno fatto vittime perché Israele è uno Stato e non un popolo ed è abituato a difenderlo, a differenza degli altri. Il nostro, invece, è un odg politico perché prevede un unica soluzione possibile”. Alla faccia della denuncia, oltretutto sostenuta da diversi intellettuali israeliani, dell'eccesso di difesa di cui si è macchiato da anni il governo israeliano.

Ragguardevole è stata la citazione nei confronti dei volontari, presenti tra il pubblico, che operano in Palestina, rivolto da Fabio Poggi (PD) e Marco Cugusi (SEL) ma se un limite c'è stato è che nessuno di loro ha incontrato, discusso o chiesto ad alcuno di loro un parere sull'oggetto della discussione  su cosa ne pensassero della loro mozione.

Quello che mi ha maggiormente colpito è stato l'intervento di Memi Campana, lista Per Me Modena, professore non che un tempo attivista pro Palestina, a cui non è seguito un atteggiamento coerente con quanto affermato. Mentre nel suo discorso esclamava che “La questione è tragica e si sta aggravando sempre più” e “che il movimento Sionista ha causato un ingiustizia gravissima al popolo Palestinese...che viene oppresso in un modo che dev'essere agli occhi del mondo intollerabile” o ancora che “L'occupazione militare delle terre palestinese è carica di violenze quotidiane, lo stato israeliano assume sempre più i tratti di apartheid”, si riprendeva subito dopo affermando che queste parole devono essere usate “con prudenza” per “non stravolgere le cose”. Come se quello che avviene in Israele sia molto differente da quello che abbiamo sconfitto in Sud Africa. Dagli autobus per soli israeliani al mancato riconoscimento dei diritti civili per i popoli arabi residenti nei territori occupati da Israele. Il suo intervento prosegue poi sulla Mozione del M5S affermando che concorda “su tutte le cose che vengono dette nel OdG “ anche se osserva che la frase “i Palestinesi hanno il diritto di reclamare tutto il loro territorio ... ha il significato che lo Stato Israeliano dev'essere smantellato” e che “...Cosa stiamo chiedendo? La guerra?”.
Paradossale però è stato in seguito il suo atteggiamento rispetto al voto che pur ritenendo che “entrambe queste posizioni- PD e M5S - stanno dalla parte dei palestinesi ... credo che la soluzione dei Due Stati per due Popoli può vedere la propria realizzazione”, si è rifiutato di votare la mozione del M5S nonostante gli sia stato proposto la modifica o la cancellazione della frase che aveva contestato.
Strano atteggiamento: un professore che sbaglia l'oggetto del dibattito e predilige la politica spiccia locale al diritto internazionale. Non è che la ormai conosciuta, più proficua e solita equidistanza, non concedendo anche spazio politico al M5S, gli permette di accreditarsi un'area di confronto con il partito di maggioranza? Soprattutto con quella parte del PD oggi in dissenso, come il capogruppo Trande Paolo e la sua associazione “Antonia” che potrebbero in futuro costruire un gruppo di lavoro riformista dentro e fuori al PD consentendo così alla lista Per Me Modena di sopravvivere anche a se stessa?

Non mi interessa entrare nel merito della discussione sulla questione dei Due Popoli e dei Due Stati perché, lo ribadisco, non era l'oggetto della discussione ma se ha un pregio la mozione del Pd è nell'esprimere almeno la convinzione che “...l'effettivo raggiungimento di tale risultato può avvenire soltanto attraverso il negoziato sul mutuo riconoscimento dei confini a partire da quelli antecedenti alla Guerra dei Sei giorni, del 1967 ed eventuali scambi di territori tra le parti, sulla soluzione dello status di Gerusalemme, nonché sulla questione del diritto del ritorno dei profughi palestinesi”. Anche perché il pericolo e il limite di una nuova possibile trattativa tra le parti svolta in una situazione di profonda debolezza del Governo Palestinese, causata volutamente dal governo israeliano e dalla totale prostrazione dell'occidente sulle sue posizioni, può avere, come diretta conseguenza, la realizzazione di Due Stati ma congelati all'attuale occupazione territoriale militare. Una posizione che non può che avere come diretta conseguenza un nuovo pericoloso conflitto non solo all'interno dei territori occupati.  

Per questo, bene ha fatto invece, Marco Bertolotti del M5S, che avrebbe dovuto esser maggiormente sostenuto dai suoi consiglieri praticamente inesistenti in aula, nel ribadire l'oggetto reale della discussione e del suo OdG. “Noi vogliano riconoscere un diritto alle persone e al popolo palestinese alla sopravvivenza e per questo motivo ci asterremo per il voto al vostro ordine del giorno perché va oltre e non tiene conto del fatto che l'occupazione nega il diritto delle persone instaurando un vero regime di apartheid. Noi tolleriamo ad Israele cose che non tollereremo a nessuno. Per questo dobbiamo sollecitare e permettere ai palestinesi di riappropriarsi della loro dignità e libertà e non indicare una soluzione che sono in grado di attuare da soli”.

Ieri in Consiglio per l'ennesima volta, si è parlato di Palestina e di Medio Oriente, dimenticandosi però del suo popolo composto innanzitutto da esseri umani, di persone, donne e bambini a cui non è riconosciuto il diritto di esistere. La stesa sorte riservata al popolo ebraico prima e durante l'immensa tragedia dell'olocausto causata, è bene ricordarlo, dai popoli europei. Un peccato e un senso di colpa che con in silenzio e l'appoggio indiscriminato ad Israele, fanno espiare ai palestinesi.

22/05/15

 
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