BANCHE COMUNALI IN
VENEZUELA
INTERVISTA A MARGAUT
GODOY, PRESIDENTE DEL FONDO DI SVILUPPO MICROFINANZIARIO -FONDEMI
Partendo dal presupposto
che non ci può essere una rivoluzione se non si stringe una
forte relazione con il popolo, stanno nascendo le Banche Comunali.
Esempio di una nuova forma di approfondimento della democrazia dove,
coinvolgimento e diritto sociale, la solidarietà, lo spirito
di cooperazione e la partecipazione della popolazione sono elementi
predominanti. La presidente del Fondo di Sviluppo Microfinanziario
(Fondemi) Margaut Godoy ci spiega in cosa consistono, il loro
funzionamento e il loro impatto sulla popolazione.
Cominciamo col
definire cos’è una Banca Comunale.
“La Banca Comunale è
il braccio finanziario dei Consigli Comunali. Un’unità di
gestione finanziaria integrata da cinque persone elette
dall’Assemblea dei Cittadini che è la massima istanza
decisionale del Consiglio Comunale”.
Una nuova forma di
fare politiche pubbliche?
“Si, le Banche Comunali
sono strumenti per fare politica pubblica più democratica e
partecipativa che permette alla popolazione, insieme allo Stato, di
risolvere le necessità primarie dell’individuo. Si tratta di
uno strumento finanziario con proposito sociale, il cui fine è
di portare risorse alla popolazione più esclusa. Il suo
orientamento è il trasferimento diretto delle risorse”.
Quale legge
regolerà le Banche Comunali?
Avranno la ragione
giuridica delle cooperative, perché sono organizzazioni che si
reggono sui principi e valori che si identificano nella rivoluzione
bolivariana, come il lavoro collettivo, la formazione permanente,
controllo della loro opera e decisionalità collettiva. Oltre
alla Legge sulle Cooperative, saranno anche regolate dalla Legge
sulle Microfinanze, dalla Legge dei Consigli Comunali e dalla Legge
Anticorruzzione trattandosi di risorse statali”.
Ci saranno tante
banche quanti consigli comunali?
Sebbene la Legge dei
Consigli Comunali permette che esista una banca per consiglio, stiamo
spingendo un piano pilota di 200 banche comunali che ha come linea
d’azione di creare l’associazione dei consigli comunali vicini
geograficamente, per conformare una sola banca. L’associazione
permette di beneficiare un maggior numero di persone, produce
l’interscambio di conoscenza tra le comunità e rafforza la
solidarietà”.
Con quanto capitale
nasceranno le banche comunali e a quali istituzioni cederanno le
risorse necessarie?
“La Banca Comunale che
sorge dall’associazione dei Consigli Comunali disporrà fino
a 600 milioni di bolivar. La media sarà da cinque a sei
consigli per banca. Il 10% del portafoglio sarà destinato al
credito personale. Un prestito non produttivo, al massimo di un
milione di bolivar che servirà per soddisfare le circostanze
d’emergenza. E’ contemplato anche il credito produttivo
individuale che arriva fino a cinque milioni di bolivar. Oltre al
credito associato solidale, il cui tetto è di 15 milioni di
bolivar destinati a gruppi familiari senza ragione giuridica, che
però si organizzano per sviluppare un’attività che la
sostenga. E il credito alle cooperative arriva fino a 30 milioni di
bolivar, destinato a cooperative della comunità che sviluppano
attività produttive, per esempio, servizi di trasporto”.
“Le Banche Comunali
amministreranno risorse a fondo perduto e non. Quelle a fondo perduto
sono quelle che vengono elargite ai Consigli Comunali tramite il
Fondo Nazionale dei Consigli Comunali, sostenuto dal Ministero della
Partecipazione Popolare e dello Sviluppo Sociale (Minpades), per
investire in piccole opere d’infrastrutture e di servizio della
comunità. Le risorse che la comunità decide di eseguire
nella costruzione di campi sportivi, scuole, mense o farmacie, non
rientreranno allo Stato in denaro, ma in benessere sociale. Da parte
loro le risorse che rientreranno sono quelle elargite dal Fondemi.
Risorse che saranno destinate per spingere progetti produttivi e che
devono rientrare nella Banca comunale perché essa possa
continuare a beneficiare altre persone”.
Sarà una
politica permanente dello Stato apportare risorse per sostenere
queste banche? Può interpretarsi come un rafforzamento dello
Stato paternalista.
“E’ un capitale che
germoglia. E’ importante che la gente comprenda che la Banca
Comunale non vivrà solo del capitale dello Stato, ma che dovrà
sostentarsi con la captazione dei risparmi della propria comunità
e con l’appoggio dell’impresa privata, governatorati e comuni.
Stabilito che già l’impresa Palmaven ci ha chiamati ed ha
espresso la sua disponibilità per collocare nelle banche
comunali risorse che contemplano i presupposti per lo sviluppo della
comunità”.
Le Banche Comunali
copriranno tassi d’interesse per i crediti non a fondo perduto?
“Si. La tassa è
del 9%. Il periodo per coprire il prestito varierà d’accordo
con l’attività nella quale sono state investite le risorse.
Può andare da 6 a 36 mesi.
L’uno per cento di
questi interessi è diretto a costituire un fondo di rischio,
il due per cento, un fondo di azione sociale, poiché la Banca
Comunale non può smettere di dare risposte alle necessità
del popolo. Per esempio, una famiglia richiede una sedia non può
aspettare che il papà stato arrivi. Il tre per cento verrà
destinato per la costituzione di un fondo di costi operativi di
produzione. Ogni volta che finisce la carta, la banca comunale non
può mandare una richiesta al Fondemi di sollecitazione. E
l’altro tre per cento arriverà al Fondemi per la sua
intermediazione.
Simultaneamente, a ognuno
dei beneficiari del credito si farà una ritenuta iniziale
dell’uno per cento per dare vita al fondo d’amministrazione che
si creerà una volta che inizia a recuperare le risorse.
Supponendo che all’inizio la banca conterà su un capitale
anche simile per le sue azioni operative”.
Come si sviluppa il
processo per ottenere il finanziamento?
Fondemi firma una linea
di credito con la Banca Comunale, a partire dalla quale potranno
amministrare direttamente le risorse nei conti dove noi collocheremo
il denaro. Una volta che giurano i membri della banca e viene firmata
la linea di credito verranno liberati il 50% dei 600 milioni di
bolivar.
Con questi, cominciano a
ricevere le sollecitazioni per eseguire il progetto che
precedentemente il proprio Consiglio Comunale ha deciso. Si finanzia
un solo progetto. Dopo averlo approvato, la Banca Comunale elargisce
direttamente il credito.
Quando avranno finanziato
l’80% dei 300 milioni dovranno presentare un’informativa al
Fondemi. Il quale ci permetterà di valutare quante persone ne
hanno beneficiato, in che direzione sono andate le risorse, che
impatto hanno generato, indici dei tempi del rientro del credito ed
altri elementi che si aggiungono. Una volta che riceviamo
l’informativa eseguiamo una visita tecnica e verifichiamo il sito
affinché corrisponda a quello presentato. Se la verifica
risulta pertinente, stabiliamo un periodo molto breve per elargir il
restante 50%.
Questo significa
che la comunità avrà la facoltà di decidere come
e in cosa spendere il denaro?
“Si tratta di dare il
potere al popolo. Le comunità decideranno a chi offrire i
crediti e verso dove dirigere le risorse. Non si può perdere
di vista che la Banca Comunale sarà un organo esecutivo delle
decisioni dell’Assemblea dei Cittadini. Le decisioni della Banca
non sono esclusivamente delle cinque persone che lo integrano. Questa
è vera democrazia”.
Quali meccanismi
garantiranno la trasparenza nell’uso delle risorse? Viene anteposta
la buona fede delle comunità?
Per esperienza posso
dirti che la gente delle zone più escluse adempie a questi
impegni. Il rapporto che sta nascendo tra queste banche e il Fondemi
non permetterà che si agisca al di fuori dei margini
stabiliti. Inoltre all’interno dei Consigli Comunali c’è
un’Unità di Controllo, composta da membri della propria
comunità. Se si rileva che una persona non sta dirigendo le
risorse per l’oggetto per il quale sono state stanziate,
immediatamente verranno presi provvedimenti affinché cessi
l’impegno.
Inoltre, prima di firmare
la linea di credito i membri della Banca Comunale ricevono una
formazione iniziale che abbiamo chiamato “le scuole delle banche”,
dove attualmente ci sono 59 banche comunali. Non si tratta
d’infrastrutture ostentate, è una scuola di nuovo tipo. Sono
spazi abilitati e individuati, eventualmente nella stessa comunità,
dove impartiamo gli strumenti perché loro stessi valutino i
propri progetti. Ponderatamente.
Lì vengono
spiegate le politiche del Fondemi, le politiche del finanziamento,
ciò che si può fare e ciò che non si può
fare, strumenti che comprendono l’ordinamento giuridico che li
regge: Legge delle Cooperative, Legge sulle Microfinanze, Legge dei
Consigli Comunali e Legge sull’Anticorruzzione trattandosi di
risorse dello Stato. Allo stesso modo, ricevono informazioni sugli
elementi base dell’amministrazione ed elementi di finanza. Per
esempio, come si fa una tabella d’ammortamento, come viene
calcolata, come viene coperta e come vengono diagnosticate le
necessità. La politica d'affiancamento è permanente.
Rimane chiaro che saranno seguiti e che devono rispondere a una
comunità, a una istituzione, allo Stato.”
In vista delle
elezioni, non mancherà chi dice che il Governo sta regalando
denaro…
“Sempre ci
attaccheranno dicendo che questo è un anno in cui Chavez
distribuisce denaro, però la gente ha chiaro che non è
così. Se volessimo elargire soldi non avremmo bisogno di
sforzarci tanto spiegando e formando le persone. Le diremmo prendi e
basta. Però risulta che vogliamo spingere questo piano per
contribuire lo sviluppo, risolvere i problemi delle comunità e
dare potere al popolo. L’obiettivo è che il popolo decida e
che insieme alle istituzioni dello Stato spinga le trasformazioni”.
Dove funzioneranno
le Banche Comunali?
“E’ una banca di
nuovo tipo. Avrà una sede d’accordo con la propria realtà
della comunità, questo sì, la banca non rimarrà
nella casa del presidente della banca perché correremmo il
rischio che questa famiglia si trasformi in una nuova elite. Così
come in un determinato momento definimmo dove sarebbero stati i
moduli di Barrio Adentro, per esempio, anche in questo caso la
comunità deve scegliere uno spazio che sia comune, nel quale
possa funzionare un’ufficio d’ascolto per il cittadino. Nelle
banche comunali deve esserci una cartella dove settimanalmente si
dichiarino le spese e i loro giustificativi. Il Bandes ci ha già
approvato 200 personal computer e 200 stampanti per le prime banche.
Saranno inaugurate in giugno in un atto pubblico televisivo.