Paesi dei Caraibi hanno
firmato tre documenti per l’integrazione energetica e politica.
ABN
Caracas, 11 agosto. –
la firma del Trattato di Sicurezza Energetica (TSE) proposto dal
Venezuela, la dichiarazione politica e il documento di adesione di
Haiti e Nicaragua hanno siglato la chiusura del Terzo Vertice di
Petrocaribe celebrato a Caracas il 10 e 11 agosto.
Dieci paesi dei Caraibi
hanno firmato questo sabato il Trattato di Sicurezza Energetica (TSE)
proposto dal Venezuela, mediante il quale si pretende di generare un
processo d’integrazione che contribuisce con la sicurezza
energetica della regione.
I capi di Stato di
Granada, Belize, Cuba, Dominica, Haiti, San Vicente e Granadine,
Jamaica, Suriname e Venezuela hanno sottoscritto il documento che è
stato il risultato di questa riunione che, secondo quanto accordato,
avrà cadenza semestrale.
Il presidente Chavez, ha
enfatizzato che questo trattato costituisce una nuova forma
d’integrazione e unione che rompe con il paradigma del capitalismo.
In totale esistono dodici
trattati, poiché questa stessa settimana hanno firmato con il
Venezuela lo stesso documento l’Argentina e l’Uruguay.
Il TSE ha vari assi
d’azione. In primo luogo il petrolio, nel quale il Venezuela si
impegna a offrire ai paesi dei Caraibi condizioni e mezzi
indispensabili per corprire le loro necessità di
approviggionamento di petrolio e derivati, per così grantire
la sicurezza e stabilità energetica della regione.
Il gas, energia elettrica
e energie rinnovabili, completano gli elementi che abbraccia il
trattato, che include anche la necessità di costruire imprese
miste.
Ha detto Chavez che è
importante che ogni trattato si trasformi in un piano strategico per
ogni nazione e che conduca alla nascita di poli di raffinazione e
petrolchimici.
Il presidente venezuelano
ha qualificato il documento come storico e ha confidato che
solleciterà i paesi dell’Organizzazione dei Paesi
Esportatori di Petrolio (OPEP) a promuovere progetti similari.
“Questo deve essere un
documento che si trasforma in uno strumento per la vita, lo sviluppo
e la felicità dei nostri popoli”, ha espresso il Presidente
venezuelano.
“Il resto delle nazioni
che formano Petrocaribe (14 in totale) è in accordo con il
testo però lo valuteranno prima di sottoscriverlo”.
La notte di sabato i capi
di Stato di Nicaragua, Daniel Ortega, e di Haiti, Renè Preval,
hanno firmato il documento di adesione a Petrocaribe
I 14 paesi hanno
sottoscritto la dichiarazione politica del Vertice, che comprende una
revisione dell’avanzamento del meccanismo d’integrazione
energetica creato nel 2005 e risalta il ruolo dell’Alternativa
Bolivariana per i Popoli di Nuestra America (ALBA).
Il testo segnala che
l’ALBA marca una nuova tappa dell’integrazione con giustizia
sociale e rende possibile l’interscambio equo tra i paesi della
regione attraverso programmi sociali e progetti transnazionali di
impulso economico e commerciale.
Il vertice ha
riaffermato, secondo la dichiarazione politica, il consolidamento
dell’integrazione energetica come uno strumento per una grande
alleanza politica e strategica regionale.
Sottolinea anche che la
costituzione della leva energetica deve permetterci l’avanzamento
verso una forma superiore d’integrazione politica per trasformare
America Latina e il Caribe in un grande blocco pluripolare.
I paesi hanno accordato
di realizzare il prossimo vertice di Petrocaribe a fine anno in
Nicaragua.
Chavez
propone conformazione del fondo Alba-Caribe per progetti sociali
Caracas,
11 agosto. – La conformazione di un fondo denominato Alba- Caribe,
col fine di finanziare progetti sociali nei paesi dei Caraibi,
proposto questo sabato il presidente del Venezuela, Hugo Chavez
Frias, durante il terzo Vertice Presidenziale di Petrocaribe che si
sviluppa a Caracas.
Detto
fondo si creerà con una percentuale di risparmio che per
finanziamento esiste nel Fondo ALBA e che oggi conta 450 milioni di
dollari.
Il
presidente venezuelano ha posto questa proposta sotto le
considerazioni dei capi di Stato di Petrocaribe, un’iniziativa
spinta dal Venezuela e creata nel 2005 per garantire la fornitura
energetica ai paesi dei Caraibi.
Chavez
ritiene che la costituzione di questo fondo ALBA Caribe permetterà
di potenziare progetti sociali e economici in queste nazioni.
Ha
ricordato che già il Venezuela ha contribuito con 100 milioni
di dollari per il fondo Alba. In questo fondo, ogni paese ha la
libertà di disporre di una dilazione finanziaria di 25 anni,
con 1% di interesse e fino a tre anni di interessi zero, per
un’ammontare che, in accordo con il Presidente, stà
arrivando a mille milioni di dollari in due anni.
Il
Capo di Stato Venezuelano ha anche buttato l’idea di cnvocare per
il 2008 un grande evento che riunisca i partiti di sinistra della
regione per dibattere sul socialismo in questo XXI secolo.
In
questo senso, ha applaudito la convocazione realizzata dalla
Repubblica Domenicana per novembre di quest’anno, quando verrà
fatto un foro simile insieme a forze progressiste e democratiche
della regione, secondo quanto espresso dal presidente della nazione
caraibica Leonel Fernandez.
“L’idea
è di mantenere un dialogo franco e aperto con le forze
progressiste e democratiche, capire le problematiche regionali e come
disegnare un pensiero critico che tracci un cammino comune sul piano
politico-istituzionale, di sviluppo economico e sociale e una
politica di preservazione dell’ambiente”.
Assisteranno
partiti e lider della regione per dibattere su cosa significa essere
di sinistra o adottare un’agire progressista e democratico in
questi tempi.
PETROCARIBE
E ALBA SONO STATI L’ANCORA DI SALVEZZA DEL NICARAGUA
Il
presidente della Repubblica del Nicaragua, Daniel Ortega, ha
assicurato questo sabato che sia Petrocaribe, sia ALBA, si sono
trasformati nella salvezza del suo paese, di fronte alla grave
crisi energetica che ha colpito questa nazione centroamericana.
“Anche
i più critici alla rivoluzione bolivariana e al fronte
sandinista in Nicaragua, dicono che senza questa cooperazione non
avevamo speranza. La nostra economia sarebbe collassata”.
Per
questo, Ortega ha ringraziato il popolo e il Governo venezuelano
della solidarietà e della cooperazione dimostrata
“straordinaria e in tempi straordinari”, per risolvere i
problemi causati dalle azioni di privatizzazione del
neoliberismo.
Ha
anche riflettuto sull’importanza di costruire un meccanismo
d’integrazione che rafforzi le nazioni latinoamericane e
caraibiche, di fronte al conglomerato del nord.
“In
questo nord sviluppato, Stati Uniti, Europa e Giappone hanno i
loro interessi comuni e lavorano per l’unità. Quantunque
siano in diverse regioni, mettono da parte le loro differenze e
tracciano le loro strategie di dominazione globale. Mentre, noi
nonostante siamo tanto vicini, non siamo riusciti a creare
un’accordo di unità”.
Il
governo degli Stati Uniti non ha mai offerto il suo appoggio nei
momenti più critici della crisi energetica del Nicaragua.
“Nei
razionamenti di 14 o 16 ore di energia elettrica che soffre il
nostro popolo, mai gli Stati Uniti o Bush fecero assolutamente
nulla per aiutarci. Io dicevo al presidente Bolanos, perché
non chiedi aiuto ai gringos? E lui mi rispose che semplicemente
non volevano aiutarci”.
“Questo è dovuto
alla natura stessa del modello capitalista che questa nazione
impone al mondo, non per creare benessere ai popoli, ma per la
logica dell’accumulazione di capitale che tutti conosciamo”.