“GLI INDUSTRIALI SI ASSUMANO RESPONSABILITA’
SOCIALI E COLLABORINO ALLO SVILUPPO DELLA CITTA’”
Franco Ferretti Vicesindaco di Reggio
Emilia
Spiace contraddire il presidente di
Industriali, Gianni Borghi, ma i fatti lo impongono. E i fatti dicono
che l’Amministrazione comunale, con proposte progettuali di qualità
e un livello di realizzazioni senza precedenti, il salto di qualità
lo ha fatto. Non tutto è stato realizzato o è andato
per il meglio, certo. Ma molto c’è ed è sotto gli
occhi di tutti, ovvero di coloro che vogliano vedere. Segno di
volontà e concretezza politica, mentre c’è chi litiga
per una strada, rallentando la realizzazione di importanti poli di
sviluppo economico.
Franchezza per
franchezza: dopo aver riconosciuto i tanti meriti degli imprenditori
reggiani – lo ha fatto il sindaco Delrio nel suo recente intervento
sull’esigenza di un Patto sociale – non possiamo che rilevare,
nell’analisi di Borghi, confusione a volte al limite della
provocazione, assenza di analisi e, soprattutto, assoluta carenza di
proposte. Emerge così che il salto di qualità
dell’Amministrazione non è corrisposto da una disponibilità
e sensibilità sociale altrettanto significativa da parte di
Industriali.
I tempi sono cambiati e
la società reggiana sa quanto. Ebbene, in fasi epocali non
serve ergersi a giudici, come purtroppo fa il presidente Borghi: è
semplicemente sterile arroccarsi su vecchi pregiudizi e schematismi
secondo cui il ‘mercato’ è perfezione e il ‘pubblico’
è solo inefficienza. Non serve, prima di tutto perché
non è veritiero e poi perché non è utile agli
imprenditori. E’ tempo, oggi più che mai, di discernere con
onestà intellettuale e impegnarsi per il bene comune.
Tanto più che su
molti problemi il confronto è tutt’ora in atto e se il Patto
per lo sviluppo, sottoscritto da istituzioni, associazioni e
sindacati, non è pienamente operativo spesso ciò è
frutto di problemi non dipendenti dalle istituzioni pubbliche.
I problemi connessi
all’immigrazione non sono stati né sono una scelta
dell’Amministrazione pubblica, ma in gran parte una necessità
dell’economia. Come è possibile dunque imputare una
sottovalutazione o una incapacità di governo locale quando di
fronte a problemi oggettivi per l’economia e la società, gli
enti locali si stanno facendo carico con una notevole quantità
di risorse, delle politiche per l’assistenza, il sostegno
economico, la casa e l’integrazione.
La verità è
che i benefici della presenza dei lavoratori extracomunitari sono
andati soprattutto al sistema economico locale, mentre le criticità
sono state scaricate sui cittadini e i costi sociali sono stati
sostenuti da tutti, con una spesa sociale e per l’educazione di
oltre 57 milioni di euro nel 2007, a carico del Comune.
Il presidente Borghi
afferma che le risorse, se si vuole, si trovano sempre. Certo, è
il caso dei 93 milioni e 428mila euro di investimenti realizzati
dall’Amministrazione comunale nel 2007 (per citare il dato
consolidato più recente). Le principali voci: 30 milioni in
infrastrutture e viabilità (sei i nuovi assi tangenziali); 25
milioni in politiche abitative; 19,4 milioni nell’area
socio-educativa; 12 milioni per sport e cultura. Investimenti a tutto
vantaggio della città e quindi delle imprese, che queste opere
realizzano. E tutto ciò, come il presidente Borghi può
accertare consultando il bilancio comunale, riuscendo anche a ridurre
il debito, diminuendo personale e consulenze (nonostante l’importanza
qualitativa e quantitativa dei progetti realizzati o messi in
cantiere).
Sono state impostate
realizzazioni in project financing: la maggior parte decollate
(Mercato coperto, isolato San Rocco, palazzo Busetti), mentre altre
non sono state attivate per l’insufficiente apporto privato, non
per mancanza progettuale o propositiva da parte del Comune.
L’economia della
cultura è una realtà, grazie a rassegne come Fotografia
europea, le produzioni dei Teatri, mostre di rilievo internazionale,
lo sviluppo dei corsi universitari e del Campus di San Lazzaro, con
un indotto rilevante per gli operatori economici locali.
Non si può
sottacere il fatto che con i 46 milioni previsti e a tempi record
sono stati realizzati i tre ponti di Calatrava. E sono stati reperiti
(non senza fatica, fatto che ha comportato ritardi) altri 80 milioni
per finanziare la realizzazione della stazione Mediopadana, in fase
di appalto: opera a cui Industriali ha contribuito nella fase
progettuale con 500mila euro; ci auguriamo che tale impegno prosegua
proporzionalmente anche nella fase di realizzazione. Finanziamenti
sono ora disponibili per il completamento della tangenziale Nord.
Servono risorse, invece, per la costruzione della via Emilia-bis.
Ci aspettiamo dunque –
come da sempre avviene ad esempio nella vicina Parma, dove gli
industriali sono stati decisivi nella realizzazione di Campus
universitario, Fiera, Aeroporto, autostrada della Cisa e, ora, la
Metropolitana – senza arroganza e con disponibilità al
confronto, di poter verificare in tempi brevi l’effettiva volontà
degli industriali reggiani, in termini di concertazione e soprattutto
di disponibilità di risorse, di affrontare in modo costruttivo
il futuro di Reggio e dei suoi abitanti.
L’Intervento di
Lanfranco Fradici Presidente del Consiglio provinciale
Dal mio osservatorio
politico-istituzionale provinciale mi pare opportuno commentare
alcuni punti della relazione presentata ieri dal presidente Borghi
all'assemblea della Associazione industriali:
non con metro
giornalistico, ma con estrema tranquillità, senza pregiudizi e
soprattutto cercando di offrire un contributo concreto e sistemico
alla discussione sullo sviluppo socio-economico che dovrà
avere il nostro territorio, in un contesto almeno regionale, nei
prossimi anni. Che è e resta l'obiettivo prioritario di tutti
gli attori, politici e industriali compresi.
Il passaggio della
relazione titolato "Reggio Emilia e il suo sistema locale"
- ancorché non particolarmente approfondita e in alcune parti
fortemente critica nei confronti del sistema
politico locale - offre
spunti interessanti di riflessione, a partire dalla volontà,
che mi pare di cogliere, del sistema confindustriale di mettersi in
gioco, superando anche loro una certa autoreferenzialità che
può sfociare in una sorta di "narcisismo di maniera",
che purtroppo contraddistingue molti soggetti rappresentativi della
nostra società.
I progetti strategici
della Reggio del futuro in particolare, ma per certi aspetti anche
l'amministrazione della quotidianità, non possono essere un
problema solo del governo locale,
a cui competono
sicuramente ruolo e funzioni fondamentali, ma devono trovare
partecipazione e sedi di confronto reali e uno spirito di
squadra che assuma in sé l'orgoglio di appartenenza, pur
all'interno dei processi globali, l'assunzione della responsabilità,
la coerenza tra il "dire e il fare", la coesione
sociale.
Se giustamente si afferma che va superata "l'armonia
di facciata" e che il confronto può essere
anche "aspro, ma
costruttivo", andiamo a misurare concretamente le volontà
reciproche: dagli Enti locali alla Camera di commercio (che mi sembra
abbia bisogno di un forte salto di qualità), al sistema delle
imprese e delle forze sociali. Apriamolo questo confronto, con grande
trasparenza:
forse in questo modo si
potrà capire finalmente se il cosiddetto bene comune è
il vero obiettivo o se prevarranno, ancora una volta , miseri
interessi di bottega, personalismi e autoreferenzialità.
I tempi non possono e non
devono essere lunghi, già le prossime elezioni amministrative
del 2009 sono un punto di riferimento importante. E' anche
l'occasione per costruire i programmi per il governo dei Comuni e
della Provincia dei prossimi cinque anni, non nel chiuso di una
stanza, ma con le forze rappresentative della società reggiana
e con la cittadinanza.