sabato 20 aprile 2024   
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Visti per Voi » Vicky Cristina Barcelona  

L’amore: una indispensabile indecifrabile essenza


Vicky  Cristina  Barcelona – voto: 6 –

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La trama

Vicky ( Rebecca Hall ) e Cristina ( Scarlett Johansson ), sono due ragazze americane che decidono di trascorrere con intenti diversi, una lunga vacanza estiva nella solare Barcellona. Vicky, fidanzata stabilmente con Doug ( Chris Messina ), rimasto in America per motivi di lavoro e per ultimare i preparativi delle imminenti nozze, è in Spagna ad approfondire gli studi sulla cultura catalana per il suo Master; Cristina ha invece seguito l’amica nella speranza di gettare acqua sulle braci ancora ardenti della sua ultima delusione sentimentale. Le due giovani sono legate da una profonda amicizia, con un carattere molto diverso e soprattutto distanti anni luce nella gestione delle rispettive sfere affettive. La bruna Vicky è estremamente razionale, prudente, rigidamente moralista, ancorata a valori quali il matrimonio e la famiglia, sospinta alla ricerca del vero stabile e duraturo amore, per nulla disposta ad accettare equivoci compromessi , o a lasciarsi trascinare in avventure occasionali.
La bionda Cristina è scostante, disinibita, istintivamente pronta a buttarsi in relazioni tumultuose che puntualmente la fanno soffrire, lasciandole in eredità un nuovo capitolo da inserire nell’elenco di ciò che certamente non vuole dall’amore, ma senza aiutarla a chiarire cosa in realtà stia cercando.
Ospiti di Judi ( Patricia Clarkson ) e di Mark ( Kevin Dunn ), due lontani parenti di Vicky, le ragazze si lasciano trascinare nella coinvolgente movida della splendida città catalana. Nel corso di una di queste serate, all’interno di una galleria d’arte , Cristina è attratta da Juan Antonio ( Javier Bardem ), un affascinante e sensuale pittore spagnolo. L’uomo più tardi, si rivelerà non insensibile ai suoi sguardi, e mostrando una disarmante schiettezza, inviterà le due ragazze appena conosciute ad un fine settimana ad Oviedo con l’annunciato intento di fare sesso con entrambe, ancora meglio se tutti e tre insieme. Questo disinvolto approccio, sarà il là ad un triangolo amoroso che si frammenterà in un rivolo di situazioni passionali, grottesche, divertenti, dal retrogusto agrodolce. Un intreccio sentimentale che vedrà la turbolenta comparsa anche di Maria Elena ( Penelope Cruz ), la emotivamente instabile con perpetue ricadute depressive, ma genuina e sincera ex moglie di Juan Antonio.

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Un opera che lascia sospesi

Woody Allen si addentra alla sua maniera tra le sofisticate alchimie dell’amore, costruendo una pellicola leggera ma non priva di suscitare amare riflessioni. Un viaggio condito della sua ironia pungente e dissacrante, mai banale, con un pizzico di quella surreale lettura del nostro quotidiano che lo ha reso celebre agli inizi della sua carriera. Umanità che con le loro virtù e debolezze, dipingono l’incapacità senza tempo di catturare l’essenza dell’amore. Cuori in tormento alla continua ricerca del proprio appagamento, a  volte destinati a rimanere prigionieri di se stessi e condannati così ad una esistenza satura d’infelicità, in altre impegnati all’inseguimento di una preda sfuggente dall’entità indefinita.
Il regista newyorkese sceglie Barcellona quale teatro della sua ultima commedia. Sensualità e bellezze si fondono al buon cibo e alle meraviglie artistiche di Gaudì, con la struggente musica catalana da colonna sonora, e la travolgente vitalità della sua vita notturna a cui abbandonarsi. Un film cartolina di questa città luminosa e calda, in grado di sciogliere le inibizioni e di annullare certezze consolidate. La sua ardente e voluttuosa ondata di passionalità latina, avvolge chiunque la avvicina, conducendo anche i più riluttanti ad esperienze che segneranno nel profondo. Ma come rivelerà il finale, ad ognuno dei suoi personaggi, Woody Allen consegnerà un limite non superabile.
La geniale creatività che ha da sempre contraddistinto la carriera di Allen, consentendogli di produrre autentiche perle della storia cinematografica, ha spesso diviso il pubblico in estimatori accaniti e distaccati detrattori. Dinanzi a questa opera ci si trova sospesi a mezza aria: affascinati dalla elegante ironia con la quale la confeziona , ma affaticati dalla ridondante sequela di intrighi che riserva ai suoi interpreti. Dopo un avvio spumeggiante e scorrevole, nel secondo tempo la storia perde ritmo quasi imballandosi, finendo per disperdere la sua energia iniziale, nei tanti rivoli di una sceneggiatura sovraccarica di varianti.
 L’opzione  di una voce narrante poi, anche forse per la non felice scelta della edizione italiana, diviene alla lunga stancante per lo spettatore.

 

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Bardem e la Cruz sugli scudi

A garantire una valutazione complessiva prossima alla sufficienza, contribuisce in maniera decisiva la qualità di alcune interpretazioni. Sugli scudi il duo latino composto da Javier Bardem e Penelope Cruz, esplosivo e travolgente per l’intensità delle intenzioni artistiche che sprigiona nelle sequenze in cui si ama e scontra in lingua madre spagnola. 
Bardem è il catalizzatore della storia, la forza trainante dell’intreccio passionale. Juan Antonio è un accattivante e irresistibile propagatore di feromoni maschili, in grado per la sua capacità di vivere e amare seguendo l’istinto, privo di freni o barriere, di sconvolgere la vita a qualsiasi donna lo avvicini,. Il 39enne attore di Gran Canaria, è oggi uno dei volti più apprezzati e contesi dal cinema mondiale: carisma, fascino, fisicità mediterranea, sono l’involucro esterno di un grande talento in via di progressiva maturazione. La conquista dell’oscar 2008 come attore non protagonista nelle vesti dello sterminatore psicopatico Chigurt in “Non è un paese per vecchi” (2007) dei fratelli Coen, lo ha definitivamente consacrato anche oltre oceano, dopo un avvio “casalingo” negli anni ’90 in “Prosciutto Prosciutto”(1992) di Bigas Luna e nei film di Almodovar  “Tacchi a spillo” (1991) e “Carne Tremula” (1997). L’interpretazione che probabilmente gli consente di compiere il salto di qualità artistico risale però a “Mare dentro” del 2004, quando diretto da Alejandro Amenabar, annulla la sua figura di sex simbol per calarsi nel fragile e delicato Ramon, 28enne tetraplegico inchiodato irrimediabilmente ad un letto a seguito di uno sfortunato e terribile tuffo in mare. Straordinaria prova di attore che illuminò lo schermo di una profonda umanità, proponendo il dramma di un giovane costretto a trascinarsi in un surrogato di vita tra le mura della sua stanza. Fu un grande successo internazionale: Coppa Volpi, Goja e Film Award come miglior attore europeo del 2004.

L’ardente bellezza di Penelope Cruz, incarna gli effetti collaterali dell’amore. Maria Elena è incapace di allontanarsi da Juan Antonio, un uomo al fianco del quale non riesce a vivere. Le pene provocate dal dolore conseguente alla sua vicinanza, arrivano a destabilizzarne l’equilibrio psichico, ma l’attrazione fisica e chimica verso quel uomo è tale, da tramutarsi in dipendenza con relative crisi d’astinenza. Ma l’amore è questo, una forza superiore e misteriosa alla quale non si comanda, una forza inarrestabile che ti sospinge verso un polo preciso, anche se la mente e la ragione ti urlano il contrario.
L’ attrice di Madrid debuttò al fianco di Bardem in “Prosciutto Prosciutto”, per poi come l’attore, segnare tappe fondamentali della carriera sotto la direzione di Almodovar nei bellissimi “Tutto su mia madre” del 1999, e “Volver” del 2004. Come è accaduto per Javier, deve la sua consacrazione ad un ruolo ed un film sulla carta marginale. E’ sempre il 2004 quando Sergio Castellitto la dirige in “Non ti muovere”: nel portare sullo schermo il personaggio di “Italia”, la Cruz si abbruttisce nel fisico, si degrada nella forma e nel portamento, annulla la sua esplosiva avvenenza per dare vita ad una interpretazione veramente straordinaria di una umile, fragile, invisibile donna, in grado di scardinare le regole sociali con la sola sua immensa e viscerale capacità di amare. David di Donatello come miglior attrice.

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Più belle che brave

Di un altro livello le prove di Scarlett Johansson e Rebecca Hall. Le due giovani attrici rappresentano alcune fra le stelle emergenti di Hollywood. La prima più della seconda ha raccolto notevole successo in lavori trascorsi come “ Lost in translation” e “La ragazza con l’orecchino di perla”. Sex simbol degli ultimi anni, la Johansson è rientrata nel novero delle attrici preferite da Allen che su di lei ha puntato nei recenti  “Match point” e “Scoop”.
Entrambe diligenti e disciplinate, Scarlett e Rebecca non hanno superato l’indiscutibile sensualità e bellezza di cui sono dotate, con l’espressione di un talento cristallino ancora da forgiare.

Importanti riflessioni

Gran parte della critica ha comunque accolto positivamente questo lavoro nel suo insieme, elogiandone la raffinata eleganza con la quale Woody Allen trasmette importanti riflessioni.
L’amore è passione, è attrazione, è follia, è sofferenza, è il coraggio di seguirne la voce, è la capacità di fare un balzo oltre le convenzioni, è la paura che ci imprigiona impedendoci a volte di conquistarci la felicità.
Tanti lati della medesima medaglia.
Amore quale unica indispensabile indecifrabile essenza per ognuno di noi.
 

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