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Visti per Voi » Vendicami  
VENDICAMI

di Enrico Gatti

Regia Johnnie To
Hong Kong, Francia, 2009
Voto 5
 

Vedere o non vedere questo è il problema. La risposta nel caso di Vendicami non è poi così difficile come nell’Amleto. Se qualcuno avesse la curiosità di vedere un francese dalla faccia strana o una attrazione per le sparatorie con contorno di cubi di spazzatura, si faccia avanti. Per gli altri, non vi disturbate. Non aspettandosi in partenza una trama particolarmente innovativa, non si corre il pericolo di essere delusi. In breve. Una famiglia idilliaca massacrata poco prima di una smancerosa cenetta da tre killer spietati che non risparmiano nemmeno i due piccoli infanti. Cattivissimi. Un’unica sopravvissuta, la figlia (una immobile Sylvie Testud, già apprezzata triste e inabile in Lourdes). Poi l’eroe, il padre di lei, che promette vendetta. Buonissimo. Attimo di falsa originalità. Per giustificare l’abilità, apparentemente innata, con cui il burbero e passionale vendicatore maneggia le armi si decide di gettare fumo sul suo passato di mite ristoratore. Non è poi così buono ma il pubblico rimane, un po’ costretto, dalla sua parte. I fan del genere però non si scoraggiano e aspettano la svolta, mentre Cronenberg e P. Chan-Wook sono purtroppo sempre più lontani.
Punto di vera originalità. Lo sventurato eroe, colpito da una pallottola con la passione per gli emisferi cerebrali, perde la memoria ad intermittenza e si annota i nomi sulle polariod per non dimenticare. Errato. Al fan affiorano i ricordi del Memento di Nolan e solo allora si abbandona sulla sedia in preda alla nostalgia.
Anche stilisticamente il film non sfonda. Escludendo la scena coreografica della sparatoria fra balle di spazzatura, ignorando la valanga di foglie in slow-motion che travolge una consueta sparatoria in un parco pubblico, il film è troppo rigido sui clichè anche per un film di genere. La sanguinaria vendetta è insipida e rallentata. Le centinaia di cadaveri neanche esageratamente morti. Il coinvolgimento emotivo dello spettatore (essenziale per  film come il tarantiniano Kill Bill e La sposa in nero di Truffaut) è incompleto, causa la perdita del protagonista dopo la metà del film. Neanche il ritorno finale risolleva la situazione.
Insomma un filmone degno di nota. Compito per casa: risparmiare i soldi del noleggio.
 

 


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