LAICITA'
VO CERCANDO…
Maurizio
Montanari
Laicità,
parola caduta in disuso, vista con sospetto dal nuovo che avanza.
Laicità, parola che sembra un fossile maleodorante che
nessuno più vuole ospitare nemmeno nei paraggi della propria
casa.
Gli
ultimi sviluppi della vicenda Pontefice - Università hanno, a
parere mio, reso davvero l'idea di cosa ci separi, in termini di anni
luce, come nei film, dall’Europa.
L'Europa
laica, l'Europa che professa diverse fedi.
L'Europa
attorno alla quale noi non potremo che navigare come un satellite
credulone, incapace di slegarsi dalla traiettoria religiosa che ci
tiene lontani dall'orbita maestra.
Constato
che noi, tutti, viviamo in una costante posizione di excusatio non
petita nei confronti della Chiesa.
Mi
chiedo, e domando, perché i 60 docenti che hanno osato dire
qualcosa (dibattere, dialettizzare) sulla presenza del Papa
all'Università,hanno da sentirsi degli animali strani, isolati
e da subito messi in quarantena? Cosa mai è successo al mio
paese perchè uno sparuto gruppo di teste pensanti (bene o
male, non so) abbia dovuto subire un fuoco di fila delle teste
d’uovo, dei politici, dei giornalisti dei giornali laici? Perché
noi, benpensanti e distratti, abbiamo lasciato la difesa della
laicità ad un gruppo sparuto e rumoroso che sa di poter
occupare quel posto che sarebbe la naturale casa
dell'intellighenzia
nostrana, ma che resta desolatamente vuoto?
I
60 docenti si sono permessi di affermare che, forse,( forse)il
rappresentante di una Chiesa che in un passato non remoto non se la
sentì di censurare del tutto la condanna di Galileo qualche
obiezione avrebbe potuto accoglierla. Serenamente ed umanamente.
Forse,
ma dico forse, non hanno del tutto torto a pensare che quell’uomo
può si entrare nel luogo del sapere (guai a chi sbarra le
porte!), non senza che memoria umana rechi traccia di quel che è
stato. Funziona così nel mondo duro, sporco e quotidiano
della dialettica. Tu affermi, io registro.
Nel
momento dell'incontro, ti chiedo ragione delle tue affermazioni.
Mi
chiedo se 60 non sian pochi, a difendere indirettamente la posizione
di migliaia di donne che, a detta della Chiesa, non expedit che
abortiscano.
Poco
importa che l’aborto sia oggi un dramma calante, grazie al fatto
che lo si fa come Dio comanda, nelle strutture sanitarie. E che molte
di loro si alzino in piedi e non restino morte sul lettino.
Mi
domando se 60 son pochi, io lo credo, costretti a dover difendere il
reale contemporaneo fatto di un evidenza incancellabile: ci leghiamo
in modo diverso.
Le
unioni tra uomini e donne, uomini e uomini, donne e donne, sono un
reale oggettivo, sono un evidenza del contemporaneo, che però
non ha trovato un corrispettivo legislativo dall'altra parte. Non lo
ha trovato perché sul legislatore pendeva un altolà
intimato da Oltretevere.
E'
falso, ma i media non ne hanno fatto cenno, che il Papa sia stato
censurato, o respinto, o atteso da molotov con lo straccio fumante.
E'
vero invece che Ratzinger ha scelto di non andare. Di non andare
laddove qualcuno gli avrebbe chiesto del perchè di tante sue
affermazioni.
E
magari, ci sta, nessun osanna, ma qualche mormorio.
“E’
la stampa bellezza… “, come si suol citare dal più che
famoso film.
La
dialettica è una brutta bestia. Quando questo animale antico
entra in campo, ogni dogma traballa, si scheggia.
La
dialettica corrode e consuma. E per dibattere si deve argomentare.
E
questo, lo insegna Galileo, ci espone ai venti del mondo.
La
religiostà, la spiritualità, la scelta di credere in un
Dio, è una cosa seria. Un golem che si annida in ognuno di noi
e, prima o poi, chiede di sorgere. E li facciamo i nostri conti con
misteri che, per fortuna, ancora interrogano.
Avrei
amato, sinceramente, vedere il Pontefice dialogare con gli studenti,
o con i docenti Univertsitari. Avrei con piacere apprezzato le
profondità teologiche delle quali, lo sappiamo bene, egli è
capace.
Cosi’
come avrei ascoltato, con sincera curiosità, il suo
argomentare di fronte ad eventuali obiezioni. Io faccio parte di
quella sparuta minoranza che, quando incontra qualcuno che ne sa di
più, ascolta e tace. Magari vedendolo a suo agio, capace di
far dimenticare il suo ruolo di Pontefice, valorizzando il teologo
che sa dibattere su tutto.
Ma
non è andata così. Ecco perchè, di fronte al
coro impressionante di mea culpa che i nostri politici, i nostri
media, stanno ora recitando, mi chiedo se 60 non sian
pochi.
Proprio
nel 60° della nostra Costituzione....