Dieci punti
presentati da Luca Cordero di Montezemolo
"Crescita economica
è la vera priorità. Non daremo indicazioni di voto"
Il decalogo della
Confindustria
"Governabilità e risanamento"
Luca
Cordero di Montezemolo
MILANO
- La crescita economica deve costituire "la vera priorità"
per il Paese e va attuata con una serie di interventi che "non
hanno colore politico, non sono nè di destra nè di
sinistra". Per raggiungere l'obiettivo della crescita, "bene
comune del nostro Paese", Confindustria ha elaborato un vero e
proprio decalogo, dieci proposte che riguardano tra l'altro riforme
dello Stato, conti pubblici, infrastrutture, scuola, lavoro, ricerca,
Mezzogiorno.
"E' un documento di proposte precise - ha
detto il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo,
presentando oggi a Milano il decalogo - è il nostro modo di
stare in politica ma fuori dai partiti, parlando prima da cittadini
che da imprenditori e proponendo soluzioni per il Paese. La questione
centrale è liberare risorse economiche, umane e professionali.
Vediamo che da più parti c'è un'attenzione nuova e
importante alle imprese, allo sviluppo, alla questione fiscale.
Vediamo proposte interessanti dai partiti, speriamo che dalle parole
si passi ai fatti".

Confindustria, aggiunge, "è
pronta a confrontarsi con tutti, ma non darà nessuna
indicazione di voto". Secondo Montezemolo, "la politica non
deve promettere, ma risolvere, noi vogliamo dare il nostro contributo
di idee, cifre, soluzioni. Finita la campagna elettorale serviranno
muscoli, determinazione, senso dello Stato.
Bisogna saper
dire la verità agli italiani, per quanto necessaria e
spiacevole, sono necessarie grandi scelte, anche impopolari, che non
sono senza costo. Veniamo da troppi anni di non scelte".
Il
decalogo di Confindustria dà anche qualche cifra, per
inquadrare il problema della crescita: la spesa pubblica corrente,
toli gli interessi, assorbe il 39,6% del Pil, "un autentico
Moloch - dice Montezemolo - al quale sacrifichiamo possibilità
di crescita e capacità di risanamento, che va ridimensionato e
riqualificato". La mancata crescita costa: "se dal 1992 in
poi fossimo cresciuti agli stessi ritmi della media Ue, oggi il
nostro Pil sarebbe superiore di oltre 225 miliardi di euro, una cifra
impressionante".
Al primo posto del decalogo
Confindustria pone 'Governabilita', riforme, liberalizzazioni e
privatizzazionì. Si chiedono riforme istituzionali, nel solco
delle proposte già avanzate, una nuova legge elettorale,
federalismo fiscale, privatizzazione del patrimonio immobiliare degli
enti locali, liberalizzazioni e privatizzazioni a livello nazionale e
locale.
Al secondo posto c'è 'Risanamento dei conti
pubblici'.
Confindustria pone al 2010 il traguardo di pareggio
del bilancio pubblico, la riduzione del debito pubblico sotto il 100%
del Pil, l'avanzo primario al 5% del Pil. Si chiede di aumentare dal
2,5% al 3,5% la spesa pubblica per investimenti e ridurre dal 39,6%
al 37% del Pil la spesa corrente primaria. Occorrono "decisivi,
drastici, impopolari tagli strutturali alla spesa pubblica. Con i
risparmi di spesa vanno reperiti i 30 miliardi che mancano per
azzerare il rapporto tra deficit e Pil".
Ecco gli altri
punti del decalogo di Confindustria:
-
3) Riduzione delle imposte:
si propone la riduzione dell'Ires di 3,5 punti, l'eliminazione delle
addizionali regionali Irap, la diminuzione della pressione fiscale
complessiva dal 43,3% del 2007 al 42% del 2010, la riduzione di 5
punti del cuneo fiscale. Le tasse pagate pesano per il 76% sul
risultato operativo lordo (66% in Francia, 51% Germania). Per ridurre
le aliquote bisogna fare la lotta all'evasione "pagare tutti per
pagare meno".
-
4) Lavoro, contratti, salari, produttività:
si chiede la detassazione dei premi di risultato e degli
straordinari, la revisione delle quote per i lavoratori stranieri.
Sulla sicurezza gli imprenditori chiedono l'unificazione degli enti,
collaborazionefra istituzioni, lavoratori, imprese.
-
5) Semplificazione:
ridurre gli ostacoli burocratici, principale motivo di non attrazione
degli investimenti esteri in Italia.
-
6) Energia e ambiente:
efficienza energetica, infrastrutture, rigassificatori.
Razionalizzare il mix delle fonti, puntare sul nucleare di nuova
generazione. "Dal no al nucleare - dice Montezemolo - non ci
sono più state scelte di politica energetica e questo lo
paghiamo sulla nostra pelle. Se il petrolio rimane sopra i 90 dollari
al barile, la nostra crescita sarà vicina allo zero".
-
7) Infrastrutture:
puntare sulle opere prioritarie, Torino-Lione e Corridoio 5,
Brennero, Pedemontana, Brebemi, ferrovie e autostrade nel Sud.
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8) Istruzione, università:
promuovere la competizione fra le scuole, riconoscere il merito tra
gli insegnanti, aumentare al 30% i fondi pubblici attribuiti
all'università in forma concorrenziale.
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9) Ricerca, innovazione:
Confindustria chiede di portare al 2% del Pil gli investimenti in
ricerca entro il 2011 (oggi all'1,1%), elevando al 20% il credito di
imposta per la ricerca fatta all'interno dell'azienda.
-
10) Mezzogiorno:
rendere immediatamente operativi credito di imposta e bonus
occupazione previsti dalla finanziaria 2008, ridurre da 24 a 6 mesi
le procedure dei contratti di programma e localizzazione. L'obiettivo
è quello di portare il Pil per abitante vicino al valore del
Nord. Lotta alla criminalità, e al racket che con le
estorsioni in molte regioni costa l'1% del Pil. Diminuire i ritardi
nei pagamenti per la fornitura di beni e servizi alla pubblica
amministrazione, che raggiungono i 400 giorni, contro un tempo
canonico di 30 giorni.
(3
marzo 2008)