FARC-EP: LO SCAMBIO DI PRIGIONIERI E’ FRUTTO DI ACCORDI
Dissipata
la cortina fumogena della manovra uribista, siamo nuovamente di fronte
alla realtà dell’interscambio di prigionieri ed è necessaria la
smilitarizzazione di Pradera e Florida.
Né
le FARC sono state messe all’angolo, né si è generato un clima
favorevole alla scarcerazione ed all’impunità dei para-politici amici
del Presidente.
Passato
il fumo, i veri guerriglieri continuano ad essere prigionieri, e
nemmeno Rodrigo Granda è pienamente libero. L’inganno e la
manipolazione dell’opinione sono stati così evidenti che Uribe non ha
potuto occultarli: deve al paese ed al Presidente Sarkozy una
spiegazione coerente. &n
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Il
popolo, che è infinitamente più saggio dei suoi governanti, già intuiva
la risposta delle FARC al sospettoso annuncio di una liberazione
unilaterale: è una decisione che non vincola. Non c’è scambio se le due
parti non ricevono i propri rispettivi prigionieri. Vogliono coprire lo
scandalo della narco-para-politica. La designazione dei portavoce delle FARC per qualunque eventualità è di facoltà esclusiva del Segretariato.
La
verità è che per la Colombia è stato fatale l’errore madornale del
Governo di negare l’esistenza del conflitto e screditare l’avversario,
posto che ciò ha chiuso porte alla ricerca di soluzioni politiche. Non
si vince una guerra aggrappandosi all’espediente di tacciare come
terrorista un’organizzazione politica e militare come le FARC, che
battaglia per istaurare un nuovo governo in cui la vera democrazia sia
possibile e ci siano dignità, giustizia sociale e rispetto della
sovranità.
Pattare
lo scambio di prigionieri continua ad essere una priorità. Se il
Governo nazionale s’impegna a lasciare in libertà incondizionata
Rodrigo Granda, e gli conferisce garanzie sufficienti a muoversi per
contattare direttamente il Segretariato, senza scorte ufficiali né
radio o telefoni satellitari, considereremmo la sua nomina come
verificatore delle FARC della smilitarizzazione di Florida e Pradera in
funzione dell’accordo umanitario, compito speciale che svilupperebbe
con accompagnamento di testimoni internazionali e nazionali di
organizzazioni popolari e di familiari dei prigionieri.
Quando
avranno verificato il ritiro della forza pubblica, guerriglieri
dell’area lo confermeranno e di conseguenza il Segretariato delle FARC
convocherà, mediante un comunicato, gli emissari del governo per
realizzare un incontro in cui preciseremo e concorderemo nomi,
garanzie, meccanismi e mezzi per l’interscambio.
Salutiamo
il palese interesse di diversi settori e governi del mondo, che non
sono caduti nella trappola uribista di negare il conflitto sociale ed
armato che lo Stato e l’Insorgenza Rivoluzionaria combattono da 43
anni. E’ da sottolineare la pratica del Presidente Nicolas Sarkozy e la
persistenza degli emissari di Spagna, Francia e Svizzera.
Reiteriamo che un gran contributo dei governi del mondo alla pace in Colombia sarebbe il riconoscimento delle FARC-EP come Forza
Belligerante.
In
virtù di quanto segnalato, valutiamo significativamente la
dichiarazione del G8 in merito al conflitto colombiano e sottolineiamo
la sua conclusione finale, secondo cui “i capi di Stato e di governo
del G8 formulano l’auspicio di una soluzione umanitaria che potrebbe
aprire la strada per riprendere un processo di pace a beneficio di
tutto il popolo colombiano”.
Quelli che l’hanno sottoscritta sanno che si tratta esattamente del contrario rispetto agli obiettivi della fallita
“Sicurezza Democratica”.
Salutiamo Sonia, Simón e tutti i nostri compagni prigionieri, portandoli sempre nel cuore!
Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP