FARC-EP: lettera aperta al popolo statunitense
(20 novembre 2006)
Signori James
Petras, Noam Chomsky, Jesse Jackson, Angela Davis, Micheal Moore,
Oliver Stone e Denzel Washington FARC-EP: lettera aperta al popolo
statunitense(20 novembre 2006) Signori James Petras, Noam Chomsky,
Jesse Jackson, Angela Davis, Micheal Moore,Oliver Stone e Denzel
Washington
Ricorriamo a voi,
simboli dell'intellettualità e del pensiero onorevole della patria di
George Washington, Abraham Lincoln e Martin Luther King, per dirigerci
al popolo degli Stati Uniti, chiamato ad incidere -al di sopra dei suoi
governanti- sul futuro di pace, giustizia e fraternità dei popoli del
mondo. Howes, Stansell e Gonçalves sono vivi, custoditi in modo
dignitoso e rispettoso nella selva. Sono gli unici prigionieri di
guerra nordamericani al mondo ad essere vivi. Desideriamo di cuore lo
scambio, per porre fine alla lunga cattività dei prigionieri in potere
delle parti contendenti, compresi Simón, Sonia, Howes, Stansell e
Gonçalves, a meno che i governi della Colombia e degli Stati Uniti
prendano una qualche altra iniziativa ragionevole da convenire con le
FARC in margine a questi prigionieri. L'importante è che tutti
recuperino la libertà. FARC-EP: lettera aperta al popolo statunitense
(20 novembre 2006)
Signori James Petras, Noam Chomsky, Jesse Jackson, Angela Davis,
Micheal Moore,
Oliver Stone e Denzel Washington. Nel febbraio del 2003, l'aereo
d'intelligence da combattimento pilotato da Thomas Howes, Keith
Stansell e Mark Gonçalves, di nazionalità statunitense, è stato
abbattuto da guerriglieri delle FARC in territorio colombiano, sulle
pendici della cordigliera orientale che si estendono verso il Caquetá.
I tre vennero fatti prigionieri legittimamente nella misura in cui
stavano conducendo un'azione di guerra, nel quadro di un conflitto
armato che le FARC – Esercito del Popolo e lo Stato colombiano
combattono per il potere.
Washington ha investito miliardi di dollari nell'ambito del Plan
Patriota del South Command, perseguendo una liberazione militare tanto
pericolosa quanto insensata. Con questo stesso comportamento, il
presidente Uribe ha causato nel passato recente la riprovevole morte di
un ex ministro della difesa, un governatore ed otto militari. Di fatto,
negli ultimi tre anni i prigionieri statunitensi hanno corso
rischi non necessari per via degli operativi militari che
perseguono la loro liberazione a sangue e fuoco. Per tale ragione non
possiamo accompagnare questa lettera con prove di sopravvivenza, che
avrebbero potuto portare almeno un po' di tranquillità ai loro
familiari. Tuttavia, promettiamo di farle pervenire in un'occasione
propizia.
Al popolo degli Stati Uniti chiediamo la sua solidarietà, sempre
generosa, affinché spinga il presidente Bush ad assumere un
comportamento favorevole del suo governo nei confronti dello scambio
dei prigionieri di guerra in Colombia, o dell'interscambio umanitario,
come preferiscono chiamarlo nel Palazzo di Nariño. Dobbiamo vincere
questa battaglia di umanità, che può anche aprire sentieri verso la
pace con giustizia sociale in questo paese.
Sfortunatamente, la gestione a mente calda della situazione da parte
del presidente Uribe ha disseminato il cammino di ostacoli. Mentre
attualmente sono state generate grandi aspettative circa lo scambio di
prigionieri in Colombia, Uribe si è affrettato a dire che in un
eventuale interscambio non potrebbero essere inclusi Simón Trinidad e
Sonia, per il solo fatto di trovarsi nelle mani della giustizia
nordamericana.
Simón Trinidad, portavoce politico delle FARC nei dialoghi di pace del
Caguán col governo Pastrana, è stato estradato negli Stati Uniti con
false imputazioni e sporche montature dei servizi segreti militari
colombiani e della magistratura, che non sono mai riusciti ad occultare
il comportamento vendicativo come movente di quella decisione. Per
poter estradare Sonia, degna guerrigliera contadina, hanno impresso
sulla carta d'identità le impronte digitali di una narcotrafficante, e
hanno persino modificato il suo nome. Al suo arrivo negli Stati Uniti è
stata rinchiusa per sei mesi in un' oscura fossa, a mo' di castigo.
Simón è rimasto permanentemente incatenato ed in isolamento, e gli è
stato impedito il pieno esercizio del diritto alla difesa legale di
fronte ad una giuria che non parla la sua lingua e che non ha titolo
per giudicarlo. Pur non essendo membro dello Stato Maggiore delle FARC,
le autorità lo hanno perfidamente presentato come tale per vincolarlo a
tutta una serie di delitti inventati, tra i quali si distingue quello
di "terrorismo".
Con loro si pretende di castigare la resistenza delle FARC alla
politica di ricolonizzazione neoliberista e predominio dell'impero
nella Nostra America, quella del sud. Simón e Sonia sono stati
estradati negli Stati Uniti violando lo sbarramento costituzionale, che
proibisce perentoriamente l'estradizione di connazionali per ragioni
politiche. Chiamiamo Noam Chomsky, James Petras ed i popoli degli Stati
Uniti e della Colombia a innalzare la giusta bandiera dello scambio e
della pace, che al contempo è un appoggio alla soluzione politica e
diplomatica del conflitto. Come abbiamo manifestato in un recente
comunicato pubblico diretto ai militari colombiani, "i programmi
sociali, i cambiamenti strutturali e gli accordi di pace sono più
efficaci e poderosi delle pallottole e degli operativi". Ci
piacerebbe vedere un cambiamento del comportamento da parte del governo
di
Washington: che invece di qualificare le FARC come organizzazione
"terrorista", con l'insidioso proposito di delegittimare
un'organizzazione politica ed allo stesso tempo giustificare il suo
intervento in un conflitto interno, pensi al diritto universale dei
popoli a sollevarsi contro regimi ingiusti ed obbrobriosi. Il
Libertador Simón Bolívar c'insegnò che "l'uomo sociale può cospirare
contro qualunque legge positiva che lo mantenga p rostrato", e che
"quando il potere è oppressore, la virtù ha il diritto di coglierlo di
sorpresa". Inoltre, "l'uomo virtuoso si solleva contro l'autorità
oppressiva ed insopportabile per sostituirla. con un'altra rispettata
ed apprezzabile". Abbiamo fiducia nelle azioni del popolo pensante ed
amante della pace che
palpita aldilà del Rio Bravo, che cerca che i conflitti del mondo e del
continente si risolvano in modo civilizzato tenendo in considerazione
la dignità dei popoli.
Un cordiale saluto.
Attentamente,
Montagne della Colombia, ottobre 2006
Raúl Reyes, membro del Segretariato
Commissione Internazionale delle FARC-EP