Venezuela:
Nella nuova Costituzione giornata lavorativa di 6 ore e diritti dei
lavoratori...
Nella Riforma Costituzionale presentata da Chavez
il 15 agosto all’Assemblea Nazionale, sono state presentate le
modifiche ai due articoli (87 e 90) che riguardano il mondo del
lavoro, e che gettano le basi per una sua riforma in senso
eccezzionalmente rivoluzionario.
Un
paese latinoamericano che impone nella sua Costituzione la giornata
lavorativa a 6 ore e un tetto massimo settimanale di 36 ore e 34 in
caso di lavoro notturno appariva sino a pochi giorni fa una battuta
di spirito; invece è la realtà del processo
rivoluzionario bolivariano. Nell’articolo 90 si definiscono e si
istituzionalizzano questi limiti per consentire al lavoratore di
“disporre tempo sufficiente per lo sviluppo integrale della propria
persona” e si vieta ai datori di lavoro, piccoli o grandi
imprenditori, cooperative o enti di ricorrere a ore di lavoro
straordinario, e al contrario li responsabilizzano per favorire
“meccanismi per l’ottimizzazione del tempo libero a beneficio
dell’educazione, formazione, sviluppo umano, fisico, spirituale,
morale, culturale e tecnico dei lavoratori”.
L’articolo
87 prevede inoltre l’istituzione di organi di controllo e
supervisione nel mondo del lavoro sia esso privato, collettivo,
sociale o statale; responsabilizza sul rispetto dei diritti dei
lavoratori e sull’applicazione delle leggi vigenti e che verranno
adottate in materia dalla Repubblica Bolivariana. Sempre nello stesso
articolo si istituisce un “Fondo di Stabilità Sociale per i
lavoratori autonomi”, detto fondo serve a garantire i diritti quali
il pensionamento, ferie, maternità e altri stabiliti dalla
legge a quella fascia di lavoratori autonomi (artigiani, tassisti,
commercianti...) che precedentemente non godevano di nessuna tutela e
garanzia.
Questo
sta accadendo in Venezuela, ma i nostri organi di informazione si
guardano bene dal parlarne, al contrario, per omettere meglio
quest’informazione pericolosa, agiscono con informazioni di
distrurbo sul processo rivoluzionario; così accade che dei 33
articoli soggetti a modifica, si parli solo dell’estensione del
mandato presidenziale da 6 a 7 anni e della possibilità di
rielezione del presidente, cosa prevista in buona parte delle
democrazie occidentali e considerata normale, ma diviene un golpe
bianco e riforma autoritaria se c’è di mezzo una rivoluzione
che parla apertamente di socialismo, che estende i diritti ai
lavoratori, che toglie l’autonomia alla Banca Centrale, Riforma lo
Stato inserendo tra gli organi istituzionali il Potere Popolare
(democrazia partecipativa), riforma l’esercito ora Forze Armate
Bolivariane che si arricchiscono dell’arma delle Milizie Popolari
Bolivariane, abolisce il latifondo e nazionalizza le aziende di
servizi (trasporti, comunicazione, acqua luce e gas...), e lo
sfruttamento delle risorse naturali (petrolio, gas, minerali), come
recentemente fatto con le aziende che operavano nella falda
dell’Orinoco. Come partito non possiamo che appoggiare con
entusiasmo a queste scelte che conducono i lavoratori venezuelani a
una qualità di vita superiore a quella di molti paesi europei,
afflitti da precariato e disoccupazione.