TESTO INTEGRALE DEL 1° DISCORSO DEL PRESIDENTE
LULA DOPO LA CONFERMA DELLA SUA RIELEZIONE.
Amici e amiche qui rappresentati dai compagni
dirigenti dei patiti che hanno appoggiato la nostra campagna, nostri
cari compagni dirigenti sindacali rappresentanti dei lavoratori, miei
compagni ministri, miei compagni e compagne coordinatori della nostra
campagna.
Nostro caro governatore Marcelo Miranda, di
Tocantins, nostro caro Jaques Wagner, governatore eletto di Bahia.
Voglio dirvi che io penso che il Brasile sta vivendo
un momento magico di consolidamento del processo democratico
brasiliano. Credo che questo momento noi lo dobbiamo al popolo
brasiliano. Soprattutto al popolo che è stato incluso grazie
alla conquista del diritto di cittadinanza. Credo che l’inclusione
sociale di milioni e milioni di brasiliani, il risultato delle cose
che il governo ha fatto e anche gli errori che abbiamo commesso ci
hanno permesso di presentarci al processo elettorale più
maturi, con maggior coscienza delle difficoltà che il Brasile
affronta per fare il balzo di qualità che il Brasile deve
fare.
Io sono un uomo convinto della lezione che la democrazia
brasiliana dà in questo momento al mondo, partendo dalla
qualità del processo elettorale e dello scrutinio nel nostro
paese, che alcuni paesi più ricchi del Brasile, più
potenti del Brasile, dal punto di vista economico e tecnologico, non
hanno.Fare in Brasile un’elezione che termina alle 17.00, e alle
20.00 permettere al popolo di conoscere il risultato su quasi tutto
il territorio nazionale è molto qualificante per la nostra
tecnologia e per la Giustizia Elettorale brasiliana.
Sono grato, in questo momento, alle persone che ci
hanno riposto fiducia, alle persone che hanno creduto in noi. Sono
grato al popolo di questo paese. Al popolo brasiliano, che in vari
momenti è stato istigato a ad avere dubbi nei confronti del
governo, ma il popolo ha saputo riconoscere la differenza tra la
verità e ciò che non era la verità, tra ciò
che stava accadendo e ciò che non stava accadendo in Brasile,
e soprattutto, il popolo ha visto ciò stava migliorando. E
contro questo non c’è avversario. Perché il popolo ha
sentito sul tavolo, sul piatto e nella borsa il miglioramento della
propria vita. Ciò che è più importante: il
popolo ha sentito questo sulla quotidianità. Ha sentito questo
nella vita dei suoi amici, nella vita della sua famiglia.
Io sono cosciente che noi abbiamo fatto solo un
primo passo. Durante la campagna citavo molto l’esempio sul fatto
che noi abbiamo costruito le fondamenta. Le basi sono date perché
il Brasile faccia un salto di qualità straordinario in questo
prossimo mandato. Perché tutti noi abbiamo più
esperienza, abbiamo appreso molto. Siamo riusciti a risolvere il
problema della macroeconomia brasiliana, dell’instabilità
economica, siamo riusciti a consolidare le nostre relazioni
internazionali, siamo riusciti a porre il MERCOSUR in una posizione
importante per lo sviluppo dei paesi che lo compongono, abbiamo
consolidato la comunità sudamericana delle nazioni, abbiamo
consolidato una politica internazionale dove non abbiamo avversari,
ma costruiamo un ventaglio d’amicizie dove il Brasile oggi transita
con molta benevolenza tra tutti i movimenti, perché noi
impariamo a rispettare, e quando rispettiamo possiamo richiedere
rispetto.
Penso che tutto questo mi dà la sicurezza di
dire a voi che andiamo ad affrontare un secondo mandato migliore del
precedente. Molto migliore. Non ho dubbi che il Brasile crescerà
ancora. Non ho dubbi che aumenterà la ridistribuizione delle
rendite. Non ho dubbi che crescerà il consolidamento della
politica estera brasiliana. Non ho dubbi che crescerà la lotta
alla corruzione. Non ho dubbi che rafforzeremo le istituzioni. E non
ho dubbi, soprattutto, che il Brasile raggiungerà un livello
di sviluppo che lo collocherà tra i paesi industrializzati del
mondo. Noi c’impegniamo ad essere una potenza emergente. Noi
vogliamo crescere. Le basi sono date, e ora non resta che lavorare.
Tutto il popolo brasiliano ci ha votato perché confida che gli
impegni possono camminare più velocemente e meglio rispetto il
primo mandato.
L’elezione, come potete vedere, è sempre un
processo complicato. Però nel concludere quest’elezione e
nel ricevere la chiamata del mio avversario, il candidato Geraldo
Alckmin, io esco con la convinzione, molto più ferma di quando
ho iniziato la campagna, che il Brasile non può temere in
nessun momento, il rafforzamento della sua democrazia. Le istituzioni
sono solide, il popolo brasiliano sà reagire nei momenti
adeguati con le azioni adeguate, i partiti politici richiedono un
rafforzamento e per questo noi andremo a discutere dopo l’inizio
del mandato della riforma politica di cui il Brasile ha tanto
bisogno. E’ importante che questo accada, e che accada mediante il
consenso di tutti i partiti politici, perché il processo
elettorale ha mostrato anche che più forti sono le istituzioni
politiche, più forte e più consolidato sarà il
processo democratico brasiliano.
Per questo sono felice. Sono felice per la
partecipazione della società in questo processo elettorale.
Sono felice perché la società è riuscita a
comprendere il momento storico che stiamo vivendo nel paese. Sono
felice per l’elezione dei governatori in tutti gli Stati. Credo che
noi potremo costruire qualcosa di molto più forte di quello
che cercammo di costruire nel marzo e aprile del 2003, quando ci
riunimmo con i governatori per fare la riforma della sicurezza
sociale e la riforma tributaria. Credo che i governatori eletti hanno
un profilo di persone che vogliono lavorare con la comprensione che
la crescita del Brasile richiede di beneficiare della crescita dei
suoi Stati.
Continueremo a governare il Brasile per tutti, però
continueremo a dare più attenzione ai più bisognosi. I
poveri avranno la preferenza nel nostro governo. Le regioni più
impoverite avranno dal nostro governo un’attenzione ancora
maggiore, perché noi vogliamo rendere il Brasile più
equo. Vogliamo rendere il Brasile, nel suo insieme di 8,5 milioni di
Km quadrati, più giusto dal punto di vista geopolitico, però
anche dal punto di vista economico e sociale.
Pertanto, noi abbiamo un lungo cammino da
percorrere. Le basi sono consolidate. I progetti già sono
consolidati. E per tanto noi non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo
lavorare, lavorare e lavorare. Perché è ciò che
il popolo brasiliano aspetta ed è per questo che il popolo
brasiliano ci ha votato. E’ per questo che oggi tutti nelle strade
ci dicono: lascia all’uomo lavorare perché il Brasile
richiede lavoro. E io sono molto sicuro, come mai sono stato nella
mia vita. Ho fiducia nel Brasile. Ho fiducia nella comprensione dei
partiti che hanno perso le elezioni nello stato e per il governo
federale. L’elezione è terminata. Ora non ci sono più
avversari. L’avversario ora è l’ingiustizia sociale che
noi abbiamo in Brasile e che dobbiamo combattere. Contro
quest’avversario ora ci dobbiamo unire tutti per fare crescere il
Brasile. Rafforzare il Brasile non solo internamente, rafforzare il
Brasile nel mondo. Noi vogliamo continuare a rafforzare il mercato
interno, rafforzando le esportazioni. E io penso che contro questi
argomenti noi non abbiamo avversari.
Io non ho alcun dubbio sul fatto che possiamo
contare sulla comprensione dei partiti che fecero opposizione a noi.
E voglio dialogare con tutti, senza distinzione. Non ci sarà
un solo partito in questo paese che io non chiamerò per
conversare, per dirgli il seguente: ora il problema del Brasile è
di tutti noi. Io ho la Presidenza, però tutti i brasiliani
hanno la responsabilità di dare il loro contributo perché
il Brasile non perda più nessun’opportunità.
Dico a voi che noi manterremo una politica fiscale
dura, perché ho appreso, non nella facoltà d’economia,
come i miei compagni, io ho imparato nella vita quotidiana che noi
non possiamo costare più di quello che guadagniamo, perché
in questo modo un giorno c’indebiteremo in modo tale da non poter
pagare il debito che contraiamo.
Però allo stesso tempo, sono sicuro che la
soluzione dei problemi brasiliani non è quella di fare
soffrire il popolo adottando misure pesanti che alla fine ricadono
sopra la testa del popolo, ma la soluzione è nella crescita
dell’economia, nella crescita della ridistribuzione dei profitti.
Noi lo abbiamo dimostrato nel primo mandato, quando noi diciamo, da
molto tempo, che è necessario che il Brasile cresca per
ridistribuire, e diciamo anche che è necessario distribuire
perché il Brasile cresca. Noi abbiamo dimostrato che con quel
poco di ridistribuizione di profitti che abbiamo fatto, sia per la
politica della distribuzione di rendita per mezzo del progetto “Borsa
Famiglia”, tramite il Loas, tramite il credito consegnato, tramite
il salario minimo, tramite le conquiste che i lavoratori brasiliani
hanno ottenuto attraverso accordi con aggiustamenti in rapporto
l’inflazione, noi abbiamo dimostrato che quando il popolo ha un po’
di denaro, comincia ad acquistare, i negozi cominciano a vendere, i
negozi iniziano a rifornirsi dalle fabbriche, la fabbrica comincia a
produrre, cominciano a generare impiego, si comincia a generare
distribuzione della rendita. Ed è questo il paese che noi
vogliamo. Dopo quattro anni, noi consegneremo al Brasile ciò
che il Brasile merita. Molte volte il Brasile si è avvicinato
a una politica più equa, però per interessi
principalmente politici momentanei, il Brasile ha perso
quest’opportunità. Io non la voglio perdere.
Siete qui miei compagni sindacalisti, e vi voglio
dire: Rivendicate tutto ciò che dovete rivendicare, noi daremo
ciò che la responsabilità ci permette di dare.
Rivendicate! Perché è la cosa più importante, e
i miei amici sindacalisti lo sanno, devono pretendere dal movimento
sociale, dal movimento sindacale, dagli imprenditori. Sanno
perfettamente che la cosa più sacra al termine del mandato del
Presidente della Repubblica, è la relazione che egli ha
ottenuto di stabilire con la società. Consolidando la
democrazia, consolidando il ruolo dello stato e consolidando
soprattutto il ruolo della partecipazione della società. E
questo noi lo abbiamo fatto conseguendo molti risultati, e
continuiamo a farlo. Perché alla fine dei conti, il Brasile
non è mio, io ciò che sono è essere brasiliano e
pertanto il Brasile è di tutti. Per questo, io vengo con
questa frase riposta qui nella camicia perché voi possiate
leggerla. La vittoria non è di Lula, non è del PT, non
è del PcdoB, non è del PRB, del PMDB, non è di
nessun partito politico, la vittoria è della saggezza del
popolo brasiliano.
Voglio dirvi una cosa in più, voglio qui
ringraziare pubblicamente la partecipazione gioviale del mio
vicepresidente della Repubblica Zè Alencar, durante il
processo elettorale, ha avuto un’intervento chirurgico, i medici
non volevano che partecipasse alla campagna, e dove io andavo Zè
Alancar partecipava come fosse un ragazzo di 18 anni. Ringrazio Dio
per aver incontrato un compagno come Zè Alancar che oltre ad
essere un gran compagno, è soprattutto un grande brasiliano e
un gran patriota. Lui non è venuto qua perché gli ho
chiesto di fermarsi a Minas Gerais, Minas Gerais ha la sua
importanza. Voi avete visto il risultato elettorale a Minas Gerais.
Voglio approfittare della stampa per ringraziare Zè Alencar.
Già l’ho ringraziato per telefono, però voglio farlo
anche attraverso la stampa.
Dal Folha de S.Paulo