Informativa urgente del Governo sui
decessi verificatisi di recente nel Centro di permanenza temporanea
di Modena e sulle problematiche relative a tali strutture
(ore 10,15).
PRESIDENTE.
Ha facoltà di parlare il Sottosegretario di Stato per
l'interno, Marcella Lucidi.
MARCELLA
LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno.
Signor Presidente, come è stato richiesto, riferisco
all'Assemblea sulla morte di due immigrati, avvenuta recentemente
all'interno del Centro di permanenza temporanea e di assistenza di
Modena. Si tratta di due episodi che devo, in questa sede,
necessariamente descrivere e riassumere, senza volere, con questo,
mancare di rispetto all'esperienza di due giovani che hanno concluso
drammaticamente la loro vita: una tragedia consumata nella
solitudine.
Fornirò al riguardo le informazioni che finora
ho ricevuto e che ancora intendo continuare a ricevere, man mano che
si definirà meglio l'accaduto, anche attraverso le indagini in
corso. Mi sembra importante precisare che, appena avuta notizia del
primo decesso, il Ministero dell'interno ha inviato sul posto il
direttore centrale dei servizi civili dell'immigrazione, affinché
assumesse diretta conoscenza dell'accaduto.
Il primo decesso si è
verificato nella notte tra il 14 e il 15 ottobre scorso. Ajouli
Monam, sedicente tunisino - nato il 12 marzo 1984 e ospite della
struttura dal 21 settembre scorso - ha perso la vita per
strangolamento mediante un cappio ricavato con parti dei suoi
indumenti. Il corpo senza vita di Monam è stato trovato dai
militari dell'Arma dei carabinieri in servizio di vigilanza presso lo
stesso Centro di Modena, all'interno di uno dei moduli abitativi. Il
cadavere si trovava nella zona destinata al riposo notturno, zona
che, per evidenti motivi di tutela della riservatezza, non è
soggetta a videosorveglianza. Gli altri ospiti dello stesso modulo,
al momento del ritrovamento, sostavano nell'area comune, intenti ad
assistere ad un programma televisivo. Sul posto sono intervenuti
prontamente il questore di Modena e il medico legale, che constatava
il decesso del giovane. Quest'ultimo era stato accompagnato, una
prima volta, al Centro di Modena il 2 giugno 2007 su disposizione del
questore di Como. Dalla struttura si era arbitrariamente allontanato
il 17 luglio scorso per esservi poi ricondotto il 21 settembre,
sempre su disposizione del questore di Como.
Durante la sua
permanenza nella struttura, sia nella prima fase che nella seconda,
Monam, con precedenti penali non gravi legati alla sua condizione di
clandestinità, non aveva mai manifestato problematiche
psicologiche particolari - come emerge dalle schede di valutazione
socio-sanitarie agli atti della direzione del centro - né il
suo comportamento aveva rivelato segnali in grado di lasciar
prevedere il compimento del gesto autolesivo.
Nella notte tra il
16 e il 17 ottobre, verso l'1,30, si è verificato il secondo
decesso. Un sedicente cittadino algerino, Huri Mohamed, nato il 13
novembre 1982, ospite del Centro dal 10 ottobre scorso, su
disposizione del questore di Reggio Emilia, si è tolto la vita
utilizzando un lenzuolo attorcigliato intorno al collo. Il corpo del
giovane è stato rinvenuto dai militari dell'Arma dei
carabinieri all'interno del Centro, riverso sulla porta di
collegamento dei moduli abitativi con i cortili. Il ragazzo deceduto
era in trattamento presso il Sert di Reggio Emilia, per problemi di
tossicodipendenza, e all'interno del centro veniva assistito
consensualmente con trattamento di metadone a scalare sul dosaggio
quotidiano. I colloqui tra il ragazzo e gli operatori
socio-assistenziali, al momento del suo arrivo e successivamente, non
avevano fatto emergere elementi in grado di indurre
preoccupazioni.
Sebbene sulle due vicende siano ancora in corso le
necessarie inchieste della magistratura, e nell'ambito di esse anche
gli esami autoptici, dai rilievi della polizia scientifica e
dall'esame medico-legale è emerso che in entrambi i casi si
tratterebbe di suicidio. A seguito del secondo decesso si sono
scatenate proteste da parte degli altri ospiti del centro, che hanno
incendiato coperte ed indumenti, impedendoPag. 3alle forze
dell'ordine e agli operatori dell'ente gestore, che attualmente è
la Confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia, di rimuovere
il corpo di Huri Mohamed. Dopo lunghe trattative e l'intervento del
reparto mobile della Polizia di Stato e del battaglione dei
Carabinieri, è stato consentito l'accesso del medico-legale
per la successiva rimozione della salma.
Con riferimento, più
in generale, alle caratteristiche del Centro di permanenza temporanea
ed assistenza di Modena, per questa come per le analoghe altre
realtà, si ha un'attenzione costante da parte del Ministero
dell'interno perché, pur nei caratteri propri di queste
strutture, sia data attenzione ai diritti e alle esigenze dei loro
ospiti.
Il centro di Modena, istituito il 25 ottobre 2000, è
situato in un edificio che fu realizzato ex novo. Al fine di
assicurare adeguate condizioni di accoglienza dei presenti, sono
stati realizzati nel tempo i necessari interventi di manutenzione.
L'ente gestore e la prefettura di Modena hanno assicurato il rispetto
degli standard previsti, anche per i servizi socio-assistenziali e
legali. Il 14 ottobre, giorno antecedente al primo presunto suicidio,
nel centro erano presenti 57 ospiti, su una capienza della struttura
prevista pari a 60 persone. Per quanto concerne le prestazioni di
accoglienza erogate nei confronti degli ospiti del centro, all'atto
dell'arrivo di ciascun immigrato, ed indipendentemente da una sua
esplicita richiesta o dalla valutazione dell'assistente sociale,
viene regolarmente effettuato un preliminare colloquio psicologico
volto all'analisi della personalità.
Gli episodi di
autolesionismo verificatisi nei primi tempi di funzionamento della
struttura sono progressivamente diminuiti sino al loro azzeramento
nel periodo da maggio a ottobre dell'anno in corso.
Più
volte, intervenendo nelle aule parlamentari, ho evidenziato il
significato che il Ministro dell'interno ha dato alla propria
iniziativa di istituire una commissione dedicata a conoscere e ad
avanzare proposte in merito ai centri per immigrati operativi sul
territorio nazionale. In data 31 gennaio 2007 è stato
presentato ufficialmente il rapporto conclusivo della commissione,
nel quale sono state avanzate proposte per razionalizzare l'intero
sistema, e anche per restituire a questi centri una debita e ben
contenuta funzione.
Sulla base di tali indicazioni,
l'Amministrazione dell'interno ha adottato importanti provvedimenti,
volti a migliorare la qualità dell'accoglienza e
dell'assistenza agli immigrati, nonché a garantire una
maggiore trasparenza delle attività che lì si svolgono
e dei servizi che vengono offerti. In tal senso si muove la direttiva
adottata dal Ministro dell'interno in data 24 aprile 2007, con la
quale è stata disposta la chiusura di tre centri di permanenza
temporanea ed assistenza (Brindisi, Ragusa e Crotone). Le strutture
di Brindisi e di Crotone sono attualmente utilizzate come centri di
prima accoglienza e di intervento umanitario.
Contestualmente, è
stato affidato al dipartimento per le libertà civili e
l'immigrazione del Ministero dell'interno il compito di svolgere uno
specifico esame sulle restanti strutture, anche al fine di procedere
alla loro eventuale riqualificazione in funzione di una diversa
missione istituzionale. In ragione di ciò, si è
proceduto alla riqualificazione ed alla manutenzione dei centri di
Gradisca d'Isonzo (Gorizia), Torino e Trapani. Il Centro di Gradisca
d'Isonzo funziona oggi solo per metà dei posti inizialmente
previsti, come centro di permanenza temporanea e di assistenza; per
il resto, serve anch'esso alla prima accoglienza. A Torino e a
Trapani sono in via di realizzazione due nuove strutture. Sempre in
data 24 aprile 2007 è stata emanata una seconda direttiva del
Ministro dell'interno con la quale, al fine di garantire la
trasparenza delle modalità di gestione e delle condizioni di
soggiorno nei centri, è stato riconosciuto - previa
autorizzazione del prefetto - il diritto all'accesso negli stessi
anche ai sindaci, ai presidenti di regione ed agli operatori della
stampa.
Voglio sottolineare, al riguardo, che giudichiamo
l'orientamento assunto un'opportunitàPag. 4da cogliere, anche
in direzione di una migliore collaborazione con le realtà
locali (nel senso, quindi, della trasparenza, ma anche
dell'opportunità di migliorare l'offerta dei servizi
attraverso un'apertura ed una collaborazione progettuale con gli enti
locali, che a tale scopo sono invitati ad entrare all'interno di
queste strutture); dico questo con riferimento a Modena ed agli altri
centri presenti sul territorio nazionale.
Sono state, altresì,
snellite ed accelerate le procedure per l'accesso di minori non
accompagnati richiedenti asilo ai servizi di accoglienza, con una
direttiva del Ministro dell'interno e del Ministro della giustizia
del 7 dicembre 2006. In conseguenza di tale direttiva si è
registrata, nell'arco degli ultimi sei mesi, una crescita del numero
dei minori assistiti richiedenti asilo, oggi superiore a 150. Con la
direttiva interministeriale del Ministro della giustizia e del
Ministro dell'interno, in data 25 luglio 2007 sono state individuate
procedure standardizzate finalizzate ad effettuare l'identificazione
dello straniero detenuto direttamente in carcere, per evitarne
l'ulteriore trattenimento nei centri di permanenza temporanea (e
proprio chi conosce le dinamiche dei centri di Bologna e Modena - ma
anche di altri centri - sa quanto la presenza degli immigrati
fuoriusciti dal carcere abbia pesato numericamente nel rapporto con
gli ospiti che sono transitati in questi centri). Non vi è
dubbio che la migliore considerazione delle conclusioni espresse
dalla relazione della Commissione de Mistura si sia realizzata
cogliendone l'ispirazione e le indicazioni nel disegno di legge
delega n. 2976, cosiddetto Amato-Ferrero, che modifica la disciplina
sull'immigrazione, attualmente all'esame, in sede referente, della I
Commissione di questa Camera. Sento di poter dire, al riguardo, che
il Ministero dell'interno auspica fortemente che l'iter di tale
disegno di legge, per quanto aperto alla discussione, sia veloce, e
attraverso di esso il Parlamento consegni al Paese quelle modifiche
ormai necessarie alle quali il Governo, in via generale rispetto a
tutto il testo sull'immigrazione, ha dimostrato di credere, non
rinchiudendosi a legiferare nelle sue stanze ma aprendosi, per
scrivere quel testo, al confronto con la società, con i
soggetti imprenditoriali, con le associazioni di volontariato, con i
sindacati, insomma con tutti i soggetti attivi nel settore
dell'immigrazione. Con tali soggetti e con gli enti locali il
Ministero dell'interno ha inteso avviare un'attività proficua
di collaborazione, anche per migliorare l'offerta dei servizi agli
immigrati, compresi quelli presenti nei centri di permanenza
temporanea e di assistenza. In questo senso, sono importanti quei
progetti che in alcuni centri realizzano sinergia tra ente gestore,
ente locale e privato sociale. Ed è importante altresì
che questi progetti si sviluppino laddove siano ancora assenti.
Tutto
ciò nulla toglie al dovere di vigilare continuamente su quanto
accade nei centri, dove si svolge una tappa assai delicata del
percorso di immigrazione clandestina. A tale riguardo voglio
assicurare che è intenzione del Ministero dell'interno
procedere ad ogni opportuno approfondimento per verificare se, oltre
al disagio e al malessere che viene in genere espresso dagli
immigrati che transitano nei centri di accoglienza o nei centri di
permanenza temporanea e di assistenza, questi episodi tragici - le
espressioni più esasperate e drammatiche, nonché quelle
conflittuali, anche avvenute altrove - non siano indicatori di
dinamiche, meno evidenti, che per questo è nostro dovere
conoscere ed arginare.
PRESIDENTE.
Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto
di parlare l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.
SANDRO
GOZI. Signor Presidente, la tragica scomparsa di due
immigrati ospiti del Centro di permanenza temporanea di Modena
costringe l'Assemblea ad interrogarsi nuovamente su un tema
delicatissimo, che è stato più volte al centro del
dibattito politico. Ringrazio il Governo perPag. 5la tempestività
con la quale ha ritenuto di dover riferire al Parlamento su tale
vicenda, e il sottosegretario Lucidi per la serietà e la
sobrietà con cui ha svolto il suo intervento.
In
particolare, il sottosegretario ci ha ricordato la necessità
di un'adozione rapida del disegno di legge Amato-Ferrero, frutto di
una lunga e vasta consultazione decentrata e di un vero e proprio
viaggio che il Governo ha compiuto in tutte le realtà
regionali e locali, proprio per capire dall'interno, dal basso, quali
siano le problematiche di un fenomeno sul quale dobbiamo
necessariamente procedere in maniera pragmatica e alla luce
dell'esperienza.
Emerge con chiarezza dall'intervento del
sottosegretario che non ci si può limitare a chiudere, a
emarginare, a criminalizzare, e che il fenomeno dell'immigrazione - e
anche tale tragica vicenda ci induce a sottolinearlo - può
essere risolto solo contando sull'accoglienza e sulla convivenza,
garantendo la sicurezza di tutti, dei cittadini italiani, ma anche la
sicurezza e i diritti fondamentali di coloro che si trovano nei
centri stessi. Il diritto alla sicurezza e la sicurezza dei diritti
fondamentali vanno di pari passo.
Per ridurre il fenomeno
dell'irregolarità è necessario dotarsi di una
serie di strumenti, senza limitarsi alla misura dell'espulsione
perché ciò si è rivelato costoso ed incerto in
termini di risultati. È necessario, invece, graduare tali
misure, modulandole sul grado di integrazione e sulla situazione
personale di ciascun immigrato.
È necessario, altresì,
prevedere sanzioni limitate ed un meccanismo premiale per l'immigrato
irregolare che collabora all'identificazione e al rimpatrio e
consentire alle autorità di pubblica sicurezza di utilizzare
misure di sorveglianza laddove il trattenimento non sia necessario.
Queste sono le linee direttrici che stanno orientando, a nostro
parere, l'operato del Governo per realizzare il progressivo
superamento dei centri di permanenza temporanea così come sono
oggi strutturati.
L'estrema attenzione del Governo rispetto al
problema dei CPT è dimostrata in maniera tangibile dalla
scelta, ricordata anche dal sottosegretario, di istituire una
commissione ad hoc presso il Viminale per valutarne il
funzionamento in considerazione delle categorie degli stranieri
presenti nei centri, delle tipologie dei servizi, dei sistemi di
identificazione utilizzati, dei costi e delle criticità
riscontrati.
L'allora presidente della Commissione per le
verifiche e le strategie dei centri per gli immigrati, Staffan De
Mistura, ha più volte sottolineato, anche nel suo rapporto,
come il sistema attuale in Italia non funzioni in maniera
soddisfacente, ma anche come il problema del funzionamento di questi
luoghi di accoglienza investa non soltanto l'Italia, ma l'intero
contesto europeo e l'intera area Schengen.
La condizione degli
altri Paesi è simile alla nostra. I centri sono strettamente
necessari, ma occorre rivederne il funzionamento e anche gli altri
Paesi stanno cercando delle vie per risolvere un problema certamente
molto importante. Gli altri Paesi ne danno una definizione diversa,
in termini più marcati ed il numero di persone che vi si
trattengono è leggermente diverso (ma solo leggermente).
Infatti, le statistiche relative alle espulsioni degli altri Paesi
dell'area Schengen risultano migliori, perché essi trattengono
nei CPT soltanto chi è realmente da espellere in una dato
momento, ma cominciano anche loro a brancolare davanti ad un problema
in espansione che non si sta risolvendo.
L'ostacolo attuale è
che, con la legislazione in vigore, vengono premiati coloro che
nascondono la loro identità e puniti coloro che, invece,
collaborano. Occorre, quindi, invertire la tendenza (credo che gli
orientamenti della commissione De Mistura e gli orientamenti del
Governo vadano in questo senso) non in termini ideologici, ma con un
approccio pragmatico che punti ad eliminare la promiscuità dei
centri (finora, negli stessi coesistevano irregolari, criminali,
overstayer). Il Ministro si sta adoperando per dividere i
flussi malavitosi da quelle persone che non hanno nulla a che fare
con gli stessi. Pag. 6
È chiaro che le cinque direttrici -
e concludo - esposte dal Governo (la riorganizzazione, lo
svuotamento, la trasparenza, l'apertura e la cooperazione con gli
enti locali, come il sottosegretario ci ricorda) sono volte a
ridisegnare la fisionomia di questi centri, con la finalità di
trovare la migliore soluzione possibile nel Governo ad un fenomeno
complesso, evitando che eventi tragici, come quello che si è
verificato a Modena, abbiano a ripetersi.
PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bertolini. Ne ha facoltà.
ISABELLA
BERTOLINI. Signor Presidente, ringrazio il
sottosegretario Lucidi per l'informativa. Devo dire, però, che
sono estremamente delusa ed anche un po' esterrefatta non certamente
per la ricostruzione dei fatti, ma perché mi aspettavo, in
questa sede, dal Ministero una risposta all'appello proveniente anche
dalla città di Modena, dal sindaco, dal presidente della
provincia - che, peraltro, appartengono all'area politica della
maggioranza -, i quali hanno denunciato, in una lettera scritta al
Viceministro Minniti, le esigenze, le necessità e le urgenze
rispetto alle dotazioni delle forze dell'ordine anche per la gestione
del Centro di permanenza temporanea. Vedo, invece, che il Ministero
ignora completamente la realtà dei fatti.
Il fatto oggetto
dell'informativa è sicuramente gravissimo e noi, di fronte ad
una tragedia umana di questo tipo, portiamo un grande rispetto;
vorremmo anche esprimere la solidarietà e la riconoscenza sia
alle forze dell'ordine, per il lavoro che hanno svolto in questa
occasione e che comunque continuano a fare nel CPT, ma anche a tutti
gli operatori che si sono comportati con grande correttezza.
Credo
che tutti questi soggetti meriterebbero più aiuti e maggiore
sostegno, oltre che considerazione. Credo anche che dovremmo uscire
dai limiti della demagogia, guardarci in faccia e affrontare la
realtà, senza vivere nel mondo dei sogni, rispetto ad
eventuali provvedimenti o leggi che verranno approvati. Peraltro, si
parla di leggi delega, quindi anche qualora tale legge - che non
vedrà mai la luce - fosse approvata non sappiamo poi in realtà
come il Ministero la utilizzerebbe e la manipolerebbe.
Sappiamo
che i CPT sono necessari; sono presenti in tutta Europa, ce li impone
l'Unione europea (nel luglio di quest'anno il Ministro Amato ha
dichiarato che assolutamente non è possibile chiuderli), anche
perché se li chiudessimo - mi insegna l'onorevole Gozi -
l'Europa ci sanzionerebbe pesantemente. Sappiamo che in altri Paesi
europei vi sono situazioni ben più critiche rispetto ai centri
di permanenza temporanea esistenti in Italia. Vorrei ricordare che
solo in Inghilterra il trattenimento in tali centri può anche
perdurare 18 mesi.
Ritengo, pertanto, necessario uscire dai
confini della demagogia che ha caratterizzato il dibattito su tali
centri da quando questa maggioranza è al Governo, anche con
riferimento alla commissione De Mistura, voluta e pagata da questa
maggioranza, il cui unico obiettivo, a mio avviso, è stato non
certo quello di monitorare i centri, ma di ingenerare una campagna di
delegittimazione di tali strutture e, quindi, di coloro che operano
all'interno. Infatti, nessun provvedimento è stato assunto
dopo la relazione di De Mistura, ma si è detto che tutti
questi centri non vanno bene e non funzionano (in particolare mi
riferisco a quello di Modena oggetto di tale informativa). A tal
proposito - il sottosegretario ed i colleghi lo sanno molto bene -
stiamo parlando di un Centro di eccellenza, di una struttura
nuovissima e ben gestita: all'interno sono garantiti assistenza
legale e culturale, condizioni igieniche, trattamenti anche
alberghieri di ottima qualità. Oggi apprendiamo dal
sottosegretario che vengono anche fornite tutte le assistenze
sanitarie del caso, come la somministrazione del metadone e di tutti
i medicinali.
Credo, quindi, che sia un Centro ben gestito che può
costituire un esempio anche per gli altri. Credo, tuttavia, che
dobbiamo porci il problema di quali sonoPag. 7i rapporti tra le
persone che vengono rinchiuse in questi centri di permanenza e che
vivono all'interno degli stessi. Per esempio, mi aspettavo di
ottenere dal sottosegretario delle informazioni sui provvedimenti
assunti nei confronti di coloro che hanno guidato e capeggiato la
rivolta, peraltro in nome di Allah, contribuendo al disordine, a
parte la tragedia verificatasi all'interno del centro. Ma su tale
aspetto non abbiamo saputo nulla.
Di recente, a Modena abbiamo
anche assistito ad una passerella voluta dal Viceministro Minniti,
che è venuto in pompa magna a firmare un patto per la
sicurezza, garantendo anche dei rinforzi, che vengono invocati anche
sulle pagine della stampa locale dal sindacato del SIULP. Erano stati
garantiti - non promessi - 25 uomini stabili, perché
naturalmente un centro di permanenza temporanea comporta una
riorganizzazione del lavoro delle forze dell'ordine sul territorio.
Su questo, nonostante gli impegni, non solo non si è fatto
nulla, tranne che la passerella, ma oggi il sottosegretario non ne fa
assolutamente cenno. Tuttavia, abbiamo un'altra preoccupazione,
signor sottosegretario e lo dico con grande franchezza: credo che per
gestire tali centri e per mandare rinforzi e aiuti ci vogliano
investimenti, risorse e finanziamenti.
PRESIDENTE.
Onorevole Bertolini, la prego di concludere.
ISABELLA
BERTOLINI. Concludo, Presidente. Infatti, non credo
che il problema sia - come sostiene il sindaco di Modena in
un'intervista - costituito dal fatto che si tratta di «non
luoghi», i cui muri bianchi, peraltro, possono creare dei
disagi psicologici e, quindi, bisogna intervenire per ammodernarli.
Credo che queste siano parole inutili, mentre dovrebbe essere
previsto lo stanziamento di investimenti nel disegno di legge
finanziaria per il 2008, ma voi avete tagliato le risorse e, quindi,
non vi saranno né uomini, né risorse ed i problemi non
verranno risolti. Quindi, tali centri di permanenza verranno ancora
una volta abbandonati alla gestione di chi, con grande fatica - come
in questo caso la Confraternita della misericordia -, porta avanti un
lavoro durissimo ogni giorno e forse ce ne dovremmo ricordare non
solo in occasione di tragedie come queste, ma anche quando questo
Governo assume ogni giorno degli impegni che però poi non è
assolutamente in grado di mantenere.
PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Germontani. Ne ha facoltà.
MARIA
IDA GERMONTANI. Signor Presidente, un secondo suicidio
è avvenuto, in due giorni, all'interno del CPT di Modena: un
tunisino di 23 anni, come ha illustrato il sottosegretario Lucidi, si
è impiccato su una brandina, tra domenica e lunedì,
dopo la morte del magrebino di 25 anni.
Noi pensiamo che questa
tragedia avvenuta a Modena non rappresenti il segno della inutilità
dei CPT; anzi riteniamo che essi siano indispensabili per ridurre la
clandestinità e, quindi, per garantire più sicurezza e
per tale motivo riteniamo che vadano potenziati e fatti funzionare
meglio.
La realtà è che da tempo erano stati
richiesti rinforzi e maggiore sicurezza all'interno del CPT di
Modena. Oggi, il sottosegretario ci ha relazionato su quanto è
stato fatto ieri, dopo l'accaduto, ma già nel settembre del
2006 Daniele Giovanardi, presidente della Confraternita della
Misericordia che gestisce il CPT di Modena e Bologna, aveva chiesto
l'intervento del Presidente della Repubblica Napolitano e del
Ministro Amato, sostenendo di essere seduti su un vulcano acceso.
Abbiamo dovuto decidere di fare un passo indietro e la direttrice del
Centro di Bologna, Anna Maria Lombarda, aveva ricevuto nel settembre
del 2006 lettere con minacce ed insulti.
Noi riteniamo che la
popolazione dei CPT sia cambiata: non si tratta più di
disperati in cerca di fortuna, o meglio, di persone giunte in Italia
con un sogno, con un'utopia irresponsabilmente diffusa da chi ha
raccontato che l'Italia fosse unaPag. 8sorta di Eldorado, un paradiso
all'interno del quale era possibile avere e ottenere tutto. La
popolazione dei CPT è cambiata: non si tratta più di
disperati in cerca di questo Eldorado, ma in molti casi si tratta di
ex detenuti, usciti anche grazie all'indulto, pronti a tutto. Gli
operatori dei CPT non sono più in grado di affrontare
situazioni di violenza.
Il sospetto, infatti, è che su
oltre diecimila stranieri liberati dalle carceri con l'indulto
nell'ultimo anno, la maggior parte siano irregolari, come hanno
rilevato molte ricerche. Alcune centinaia sono stati riaccompagnati
alla frontiera, altri sono liberi e clandestini, tanto che oltre il
quindici per cento, come ha sottolineato anche l'ex sottosegretario
Mantovano, è rientrato in carcere dopo l'indulto per altri
crimini.
Da un anno chiediamo rapporti concreti al Ministro
dell'interno e cifre esatte sul numero di clandestini liberati e poi
rimpatriati. Quando uno straniero esce dal carcere ed è
clandestino viene immediatamente espulso, qualora sia nota la sua
identità, oppure viene avviato in un centro di permanenza
temporanea.
Noi crediamo che, davanti a questo ennesimo episodio
tragico, non possiamo dimenticare tutto ciò; non possiamo non
prendere in considerazione il fenomeno di un'immigrazione che in
Italia è reale e tragica per gli italiani e per coloro che si
recano nel nostro paese. Davanti a tutto ciò, il Governo
Prodi, anziché rispondere - per noi non è accettabile -
alle richieste di potenziamento di strumenti e uomini a servizio
delle forze dell'ordine, ha tagliato con l'ultima finanziaria risorse
e investimenti. Molto concretamente, proprio ieri, in occasione della
presentazione degli emendamenti della Casa delle libertà al
disegno di legge finanziaria per il 2008, abbiamo presentato poche
proposte emendative ma, alcune di esse, interamente concentrate sulla
sicurezza.
Abbiamo chiesto, inoltre, che nel disegno di legge di
finanziaria siano previsti 300 milioni per la sicurezza...
PRESIDENTE.
La invito a concludere.
MARIA
IDA GERMONTANI. Concludo, Presidente. ...agevolazioni
tributarie in materia di servizi di sorveglianza e un fondo
straordinario per il 2008 con uno stanziamento di 500 milioni di euro
per fronteggiare l'emergenza criminalità.
La questione non
può essere affrontata se non esiste un confronto quotidiano
tra tutte le strutture interessate: polizia, magistratura, enti
locali ed associazioni. Lo stesso sindaco e lo stesso presidente
della provincia di Modena avevano denunciato la carenza di
organici.
Per la destra è necessario che vi sia un rapporto
di reciproco rispetto nei CPT tra ospitanti e ospitati e gli ospitati
devono comprendere che la generosità del popolo italiano
chiede rispetto per le leggi, per la Costituzione, per le nostre
tradizioni e per il nostro sentimento religioso. L'Italia merita chi
la rispetta e chi la ama!
TITTI
DE SIMONE. Vergognati!
PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mercedes Lourdes Frias. Ne ha
facoltà.
MERCEDES
LOURDES FRIAS. Signor
Presidente, vorrei ringraziare anch'io il sottosegretario Lucidi per
la sua relazione tempestiva e per il cuore che ha messo nella
descrizione di ciò che è accaduto.
Vorrei, però,
da parte del nostro gruppo rispedire con molta fermezza al mittente
le accuse di strumentalizzazione, perché un giorno «sì»
ed un giorno «no» si chiede la chiusura dei CPT. Non lo
facciamo solo adesso, ma lo facevamo prima e continueremo a farlo,
perché riteniamo che in uno Stato di diritto non si debba
consentire la detenzione amministrativa e per quanto queste galere
etniche siano imbiancate (taluni cantano le lodi di questo bel centro
con delle belle gabbie), si tratta sempre di gabbie (nelle stesse si
vedono gli animali, non gli esseri umani)! Perciò ci opporremo
sempre ai CPT. Inoltre, non poteva neanche passare inosservata una
situazione di una tale drammaticità: due giovani in
quarantotto ore si sono tolti la vita! In base ad alcune
dichiarazioni che ho ascoltato sembra che si stia parlando di
schiacciare scarafaggi e non di vite umane!
Questo episodio ci
induce ad interrogarci sulla risposta che è stata data ad un
fenomeno strutturale. Riconosco che il Governo ha ereditato una
situazione emergenziale; voglio ricordare che, a marzo del 2006, 500
mila persone che vivono in maniera irregolare in Italia si sono
presentate alle poste per cercare di regolarizzare la loro
situazione. Queste 500 mila persone sono il frutto della cosiddetta
legge Bossi-Fini; il fatto che vi siano clandestini ed irregolari non
è una novità, ma è dovuto all'assurdità
di una legge che impedisce l'ingresso regolare nel nostro Paese.
Tuttavia, la risposta al problema è stata sbagliata; riconosco
al Governo il merito di aver presentato un disegno di legge (vedremo
cosa se ne farà), ma la situazione è così
urgente - fatti come quello di cui stiamo discutendo lo dimostrano -
che non possiamo aspettare l'approvazione di un provvedimento, ma
occorrono interventi urgenti. Do anche atto all'Esecutivo di aver
avuto il coraggio di chiudere tre di questi obbrobri, che erano
quelli dalle condizioni più insostenibili.
Tuttavia, vi
sono ancora due questioni da affrontare. La prima è che ci
siamo presentati agli elettori con un programma di governo nel quale
si ipotizzava il superamento dei CPT, ma poi non vi sono state azioni
specifiche per realizzare tale obiettivo. Lo sosteniamo noi che siamo
estremisti, massimalisti, radicali (tutto ciò che volete!), e
lo abbiamo sempre sostenuto, perché riteniamo che non vi
possano essere le galere etniche; tuttavia, abbiamo sottoscritto un
programma insieme ad altri (un po' meno massimalisti ed estremisti di
noi), concordando per iscritto tale impegno, perché non vi può
essere la carcerazione in base ad un mero provvedimento
amministrativo! Dov'è finito tutto ciò nella parte del
programma relativa alla giustizia?
La seconda questione attiene
alla commissione De Mistura, sulla quale ho un'opinione completamente
diversa - ovviamente - da quella della collega Bertolini. Non eravamo
d'accordo perché a nostro avviso non si trattava di verificare
il funzionamento dei CPT, ma di sostenere il loro superamento!
Comunque l'indagine della commissione ha messo in luce una situazione
paradossale; nel corso dell'audizione al Comitato Schengen del
gennaio scorso, alla vigilia della presentazione del rapporto, è
stato sostenuto che vi sono all'incirca 300 mila persone irregolari
nel Paese; nel 2006 per i CPT sono transitate 22 mila persone, delle
quali 8 mila e 400 sono state identificate e 6 mila sono state
espulse.
Ditemi voi cosa si risolve con questa struttura,
considerando anche i numeri e l'aspetto economico. Questi luoghi,
infatti, impiegano - come ricordava De Mistura - 970 agenti di
polizia, che potrebbero essere utilizzati in modo più utile in
tantissime altre attività, con un costo medio per CPT di 1
milione e 300 mila euro. Per cui vi è anche un sistema
economico che riguarda gli enti gestori e la problematica è
funzionale a tale aspetto.
De Mistura ha iniziato chiedendosi se
il sistema funziona. La risposta è che non funziona. Per non
interpretare, leggo le sue testuali parole in sede di commissione:
«alcuni alti funzionari, che si occupano della questione, hanno
detto che, se si fosse trattato di un'azienda privata, sarebbe stata
un'operazione fallimentare». Anche questo non lo dicono gli
estremisti di sinistra, bensì gli alti funzionari del
Ministero, ovvero i funzionari che vi erano precedentemente e che
sono gli stessi di oggi.
Dunque, se il sistema non funziona,
perché, sottosegretario, oggi ci dice che sono in via di
realizzazione altri due CPT? Abbiamo dimostrato, con i numeri, che
anche economicamente un progetto del genere è inconveniente.
Al di là di ciò, il problema che a noi preme è
relativo ai diritti, in quanto i CPT sono luoghi di sospensione dei
diritti.
Lei si è impegnata con tutto il cuore e, per
questo motivo, le chiedo come responsabile - o, tramite lei, al
Ministro Amato e al Presidente Prodi - quale risposta si deve dare
alle mamme di questi ragazzi, come gli rispondiamo. I due ragazzi
sono morti non per quello che hanno fatto, ma per quello che sono, in
quanto, in definitiva, nei CPT non ci si entra per aver commesso dei
reati, ma per ciò che si è.
PRESIDENTE.
La invito a concludere.
MERCEDES
LOURDES FRIAS. Questa
è la risposta che diamo noi, Paese civile, che va ad insegnare
la democrazia agli altri?
Chiediamo, per tali ragioni - concludo
subito, Presidente, mi perdoni - la chiusura immediata, in
particolare, del CPT di Modena (di cui si è cantata la lode),
che è completamente fuori controllo.
Non si tratta,
infatti, soltanto di questi due suicidi - scusatemi la parola:
«soltanto» -, in quanto un mese fa gli organi di stampa
hanno scritto del pestaggio di un altro ragazzo nel medesimo CPT e si
sono verificate anche delle evasioni.
PRESIDENTE.
Onorevole Frias, cortesemente dovrebbe concludere.
MERCEDES
LOURDES FRIAS. Infine,
ricordo che la vera trasparenza è permettere realmente agli
organi di stampa e alle associazioni di entrare nei CPT, mentre ciò
non sta succedendo a Modena (Applausi dei deputati dei gruppi
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e La Rosa
nel Pugno).
PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbieri. Ne ha facoltà.
EMERENZIO
BARBIERI. Signor Presidente, ho ascoltato con
attenzione la collega di Rifondazione comunista. Sarà
difficile dirlo alle due mamme, come è stato difficile dirlo
alle mamme dei quattro diciottenni ammazzati vicino ad Ascoli Piceno.
Non ho capito perché il problema delle mamme si debba porre
soltanto per i due tunisini (o un tunisino e un algerino), mentre non
ho sentito alcunché rispetto agli effetti devastanti che
un'immigrazione incontrollata sta determinando nel Paese.
Quindi,
quando si parla delle mamme, dobbiamo avere rispetto di tutte le
mamme: sia di quelle dei due tunisini, sia di quelle dei ragazzi di
Appignano.
Dal dibattito di oggi traggo uno sconforto assoluto, in
quanto sentendo la collega di Rifondazione comunista, per un attimo,
mi sono immedesimato nella convinzione che fossimo nella precedente
legislatura, quando governavamo noi. È possibile, in termini
di serietà, ascoltare un partito della maggioranza che, su un
tema fondamentale come questo, non spende una parola a difesa del
Governo? Ci troviamo davvero in una condizione kafkiana, per alcuni
versi ridicola!
Voi non condividete - lei lo ha affermato in
termini molto fermi - la politica del Governo sui CPT. Ricordo - ha
fatto bene a dirlo la collega Bertolini alcuni minuti fa - che il
Ministro Amato, espressione di una maggioranza di cui voi fate parte
- la stessa maggioranza che consente al vostro segretario di
ricoprire la carica di Presidente della Camera - ha affermato, tre
mesi fa, che i CPT sono necessari.
Allora, delle due l'una: o la
piantate di proseguire il gioco, ormai screditato, di criticare il
Governo del quale fate parte, o cercate di trarre le
conclusioni.
Aprite la crisi di Governo! Credo che sarebbe un
gesto di grande responsabilità nei confronti del popolo
italiano.
Il sottosegretario afferma che bisogna accelerare i
tempi del disegno di legge Amato-Ferrero, ma il Governo sa che ha
tutti gli strumenti per accelerarlo? Se il Governo si occupa di altre
questioni, la responsabilità di questa scelta politiche non
può ricadere sull'opposizione. Siete voi che, nelle sedi a ciò
deputate, non vi mettete nella condizione di accelerare il disegno di
legge Amato-Ferrero. Peraltro, sono curioso di vedere che fine farà
quando giungerà in aula alla Camera, ma ancora di più
nell'aula del Senato, ammesso, ovviamente, che governerete ancora
questo Paese.
Quello che è successo a Modena è di
una gravità inaudita, non soltanto per l'aspetto, su cui bene
ha fatto il sottosegretario a richiamare l'attenzione, del suicidio
di questi due ragazzi, ma anche perché sulla questione dei
centri di permanenza temporanea si stanno scaricando alcune tensioni
che finiscono per essere pagate soltanto dagli operatori, che, in
modo generoso, disinteressato e con grande dispendio di energie
intellettuali e fisiche prestano il loro servizio in quelle
strutture. (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione
Comunista-Sinistra Europea). Certo: con grande dispendio di
energie intellettuali e fisiche!
Bisogna parlare con loro, in
particolare con il presidente della Confraternita della Misericordia,
per rendersi conto di cosa significhi lavorare lì, invece di
andare lì davanti a protestare, semmai coperti dall'immunità
parlamentare. Bisogna vedere cosa succede in questi centri, rispetto
ai quali credo che quello di Modena - lo ha detto con grande lealtà
anche il sottosegretario - sia davvero di eccellenza.
Quindi,
dobbiamo avere contezza del fatto che non è possibile che nei
centri vengano messi i malavitosi, i quali, sottosegretario Lucidi,
devono andare in galera, non nei centri di permanenza
temporanea!
Inoltre, come ha già fatto la collega
Germontani o la collega Bertolini, vorrei sapere, considerato che nel
Centro di permanenza temporanea di Modena, come tutti sanno,
soprattutto i parlamentari emiliano-romagnoli, ci sono alcuni «capi»,
quali provvedimenti sono stati presi nei loro confronti. Lei lo sa,
sottosegretario Lucidi, che, mentre veniva proclamato lo sciopero
della fame, c'erano ospiti del centro che andavano in cucina per
mangiare, chiedendo di non essere identificati?
PRESIDENTE.
La prego di concludere.
EMERENZIO
BARBIERI. Signor Presidente, mi avvio alla
conclusione.
Siamo al punto che per mangiare, poiché non si
concorda sul digiuno, bisogna scivolare lungo i muri per non essere
visti. Stiamo attenti, perché la cosa peggiore che può
accadere nei centri di permanenza temporanea è quanto avviene
in alcune galere, in cui ci sono «capi» che hanno
detenuti ai loro ordini. Quindi, bisogna essere molto duri: chi
merita di stare nel centro stia nel centro, chi deve finire in
galera, finisca in galera (Applausi dei deputati dei gruppi UDC
(Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e
Forza Italia)!
PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandri. Ne ha facoltà.
ANGELO
ALESSANDRI. Signor Presidente, sottosegretario Lucidi,
ultimamente affrontiamo spesso questioni che riguardano l'Emilia.
Credo non sia un caso.
In Emilia si continua a fare molta
demagogia, che poi non si riesce a gestire. La demagogia è
bella finché si va a parlare in un bar, ma, quando si esce e
si cominciano ad affrontare concretamente i problemi, la demagogia
finisce.
Ho visitato due volte il centro di Modena, a seguito
delle evasioni avvenute - se non sbaglio - quattro o cinque anni fa.
Si era verificata una serie di evasioni continue, a testimonianza
della presenza di persone all'interno che gestivano evasioni
controllate e di persone all'esterno che ritiravano gli evasi.
Ho
avuto modo di visitare anche un altro CPT in maniera molto assidua,
quello di Lampedusa. Mi ricordo che l'ultima volta che ci sono stato
- mi sembra questa estate - c'era una bella manifestazione di
Rifondazione Comunista.
MARCELLA
LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno.
Non è un CPT.
ANGELO
ALESSANDRI. Adesso si chiama CPA, ma di fatto sono
rimaste la stessa struttura e la stessa organizzazione, per cui
continuo a chiamare CPT il centro di Lampedusa.
Alla testa della
manifestazione c'era Caruso, il quale entrò in un CPT per
dimostrare che ci andava. Avevo scritto in un'agenzia: speriamo che
ci rimanga almeno una settimana o qualche mese! Purtroppo, è
uscito dopo due o tre giorni.Pag. 12
Infatti, un conto è
fare demagogia, un conto è cominciare a occuparsi delle
questioni vere.
Per quanto riguarda la Amato-Ferrero, ci sono due
visioni che ci dividono.
Credo che il Governo, che è molto
più serio di Rifondazione Comunista, abbia grandi difficoltà
a gestire i rapporti con Rifondazione. Ciò è molto
evidente: lei, infatti, signor sottosegretario, si rivolgeva a loro
quando parlava del disegno di legge Amato-Ferrero e dei CPT e loro
hanno risposto che continueranno a fare i comunisti finché
vogliono e che non credono alle vostre promesse. Di questo tenore è
stato il dibattito di oggi: non si è parlato né della
rivolta, né di come si dovrà gestire questo CPT in
futuro, ma solo dei rapporti fra Rifondazione Comunista e il
Governo.
Negli altri Paesi d'Europa esistono i centri di
permanenza temporanea o i centri di prima accoglienza - chiamiamoli
come vogliamo - perché è necessario gestire
l'immigrazione clandestina.
Il disegno di legge Amato-Ferrero
prevedrebbe - così Ferrero si è espresso in audizione -
la volontà di eliminare la clandestinità, che non
sarebbe più legata né al lavoro né ad un
ingresso regolato; pertanto, ci ritroveremmo in un Paese che elimina
tutte le regole e lascia entrare chiunque. È come dire: vi
sono nel mondo due miliardi di persone indigenti, facciamole venire
in Italia. Cosa succede poi all'Italia? Chi se ne frega, perché
voi siete comunisti e vi va bene lasciare entrare tutti! Credo che un
Paese serio non debba essere comunista - giustamente - e che debba in
qualche modo pilotare e regolare tali fenomeni, per fornire risposte
anche ai cittadini che ci hanno eletto e che pretendono sicurezza e
di avere un minimo di prospettiva per il futuro.
La differenza fra
noi e voi sta proprio nel fatto che noi non vogliamo regolarizzare il
mondo intero: con la legge Bossi-Fini vi sono state 500 mila
regolarizzazioni, certo, legate al lavoro. Chi ha un lavoro può
entrare nel nostro Paese, però, a chi non ce l'ha diciamo di
non partire neanche dai loro Paesi di origine e di non venire in
Italia, altrimenti verranno rinchiusi nei centri di permanenza, che
sono delle specie di carceri: certo, chi entra clandestinamente e chi
commette dei reati finisce in un centro o in galera! Basta con gli
indulti! Questo è il messaggio che deve lanciare un Paese
serio.
I nostri nonni - io stesso ho parenti che sono emigrati in
Sudamerica - entravano nei Paesi di approdo con il permesso di
soggiorno e con il permesso di lavoro, facevano la quarantena e non
chiedevano niente: è così che si costruisce
l'integrazione. I nostri avi, infatti, andavano in casa altrui
chiedendo permesso, sapendo che dovevano integrarsi; non cercavano di
entrare comunque, tentando poi di sopravvivere.
La cosa grave,
rispetto a ciò che è successo a Modena - fermo restando
che credo sia in corso un'indagine della magistratura: sembra che le
due persone si siano suicidate, ma in questi casi a volte, purtroppo,
si scoprono realtà diverse, quindi aspettiamo che vi sia un
responso - credo sia stata il verificarsi di una rivolta. Credo che
le persone coinvolte in tale rivolta vadano punite in maniera molto
ferma, che lo Stato debba dare segnali di fermezza verso tali episodi
e che in questo senso dobbiate prendere un impegno.
Inoltre, vi è
un altro aspetto da sottolineare: questa gente entra nel nostro Paese
senza un lavoro, senza un futuro e senza dignità, finisce
spesso per drogarsi o in mano ad organizzazioni mafiose e criminali
e, in questo contesto di disagio sociale, purtroppo, vede cadere ogni
certezza e qualcuno si uccide. Allora, chiediamoci perché
facciamo entrare in Italia gente disperata per diventare ancora più
disperata. Diciamo chiaramente che a casa nostra non si deve entrare
se non vi è una sicurezza di opportunità di
lavoro.
Grazie a ciò che vuole concedere il disegno di
legge Amato-Ferrero - è questo il messaggio che sta circolando
in quei Paesi, perché attraverso Internet lo sanno tutti -,
gli immigrati arrivano in Italia sapendo che darete loro una diaria
mentre cercano un lavoro e che nel frattempo non saranno più
clandestini; il Ministro Damiano ha affermato che pensava anche di
studiare una formula per elargire una diaria per l'affitto, mentre
cercano un lavoro. Con tre diarie, perché una persona dovrebbe
cercare lavoro? Continuerà a fare il «clandestino
regolare» e poi, forse - qui si chiude il cerchio - otterrà
il diritto di voto senza avere la cittadinanza.
Il disegno di
legge Amato-Ferrero verrebbe cestinato immediatamente in Europa. Uno
studio della Comunità europea ha sancito che la legge
Bossi-Fini è un'ottima legge. In Spagna, anche il vostro
Zapatero sta cercando di copiarne i principi.
Credo che il Governo
debba fare solo una semplice azione: porsi di fronte a uno specchio,
capire che ha sbagliato tutto, che quel programma di Governo - che
non avete realizzato neanche in un punto - è carta straccia e
cominciare ad agire meno da comunisti e un po' più da persone
serie.
PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO
TURCO. Signor Presidente, vorrei ringraziare il
sottosegretario per l'informativa, ma soprattutto la collega Frias,
che ne è stata all'origine.
Naturalmente non condivido
tutto ciò che hanno affermato la collega Frias e il collega
Gozi, però essi hanno cercato di richiamare l'attenzione - a
partire da un fatto di cronaca di una gravità che è
sotto gli occhi di tutti - su un problema che discutono in tutto il
mondo, non solo a Modena.
Si tratta di un problema presente non
solo in Italia e in Europa, ma in tutti i Paesi occidentali e che
riguarda l'incapacità di mettere in campo politiche
sull'immigrazione adeguate alle necessità e in grado di
governare uno dei grandi fenomeni del nostro tempo, che o si governa
senza censurarlo, cancellarlo e ignorarlo, o si cerca di contrastarlo
attraverso le politiche di sicurezza. Dal Parlamento europeo è
emerso che non si può trattare l'immigrazione e gli immigrati
con gli stessi strumenti con cui vengono trattati il terrorismo e i
terroristi.
Ringrazio, quindi, il signor sottosegretario perché,
rispetto al passato, ha usato parole di tono diverso, come quando ha
parlato di ospiti e di accoglienza, anche se non è mancato
chi, come la collega Bertolini, ha descritto il CPT di Modena
addirittura come una situazione tipo alberghiero: siamo distanti anni
luce dalla realtà dei fatti.
Siamo in presenza, infatti, di
una detenzione amministrativa che rappresenta una condizione
inaccettabile; siamo in presenza di centri temporanei in cui la
temporaneità della detenzione può risultare infinita.
Mi sembra che la collega Bertolini esaltasse il fatto che in
Inghilterra la temporaneità possa arrivare a diciotto mesi:
altro che carcerazione preventiva! Qui siamo ben oltre e non è
un caso che il collega Barbieri e il collega Alessandri abbiano
chiesto di affiancare l'attività e la funzione delle carceri a
quelle dei CPT.
Sono d'accordo, in linea di principio, sul fatto
che i CPT non dovrebbero esistere, ma siamo collocati in una
situazione che ci impone delle regole e, come ci ricordava il collega
Gozi, vi sono le regole europee alle quali dobbiamo attenerci.
Vorremmo anche capire, però, cosa vuol dire centro di
permanenza temporanea, qual è la sua funzione e se risponde
agli obiettivi; per tali motivi, avremmo voluto sentire quali sono e
se vengono rispettate le procedure e i tempi di detenzione. È
un problema di diritto: riteniamo che non si possa fare dei CPT una
riserva indiana, dato che sappiamo che fine hanno fatto coloro che
venivano rinchiusi nelle riserve.
Anche migliorare i servizi
alberghieri dei CPT non servirebbe a nulla se non abbiamo chiara
quale sia per legge la funzione dei centri di permanenza temporanea,
infatti non è quello il problema. In termini di diritto, il
problema consiste nel fatto che è inaccettabile che vi sia una
detenzione amministrativa che non possa essere messa in discussione.
Non possiamo accettare che si continui in questa direzione nel nostro
Paese e nell'intera Europa solo perché - e non è poco -
non siamo in grado di affrontare il tema e non riusciamo a fornire
delle risposte accettabili in termini di rispetto dei diritti umani e
dello stato di diritto secondo i nostriPag. 14principi fondamentali e
in cui magari ci si dovrebbe felicitarsi - come noi facciamo - con il
Governo perché si parla di ospiti e di accoglienza.
Noi
riteniamo che i suicidi di questi giorni siano un paradigma del
suicidio dello stato di diritto che noi stiamo aiutando a compiersi
(Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cancrini. Ne ha facoltà.
LUIGI
CANCRINI. Signor Presidente, quando mi trovo di fronte
a un suicidio o a un tentato suicidio, la mia professione mi ha
abituato a dare a tale gesto il valore di un messaggio, in altre
parole a cercare di capire che cosa voleva esprimere una persona che
ha scelto una forma di dialogo particolare con gli altri che restano
in vita.
Mi piace ricordare che oggi in questa sede vogliamo
capire perché tali eventi siano accaduti. Ci interroghiamo
dando risposte diverse, evidentemente. Quando due persone si
suicidano senza essere matte - come è stato detto, non avevano
problemi particolari che fossero stati segnalati - indicano di aver
vissuto la loro condizione come una situazione in cui non vi era più
alcuna possibilità o speranza, come è accaduto ieri
all'operaio che si è suicidato perché non poteva pagare
il mutuo dopo che anche la moglie era stata licenziata. Vi sono
condizioni umane in cui la persona ritiene di non avere altre
soluzioni, e si uccide.
Credo che il rispetto consista
nell'ascoltare cercando, nei limiti del nostro possibile che è
sempre poco, di trovare risposte per quanti si troveranno
eventualmente nella stessa situazione da oggi in poi. Tuttavia vi è
un aspetto della questione che costituisce un punto importante,
evidenziato dalla collega Mercedes Frias e dal collega Turco con
grande chiarezza: si tratta di persone che si trovano detenute, per
ragioni amministrative, e senza che sia indicato con chiarezza il
tempo di questa detenzione. Si tratta di un aspetto sul quale
dobbiamo riflettere bene. Ritengo che la detenzione amministrativa
sia un reato che lo Stato compie nei confronti delle persone e credo
che dobbiamo eliminarlo. Non penso sia possibile mantenere un
istituto di questo genere. La detenzione amministrativa era, in
qualche modo, quella dei matti rinchiusi nei manicomi, ed è
ancora, in parte, quella esistente in alcuni ospedali psichiatrici
giudiziari (si tratta di un problema sul quale forse riusciremo a
discutere). Credo che ciò sia un punto; dunque, l'eliminazione
e il superamento dei CPT sono un obiettivo politico. Mercedes Frias
ha ricordato bene che tale obiettivo era nel programma del Governo
Prodi, quindi vuol dire che gli Italiani lo hanno votato e significa
che siamo qui anche per realizzare questo punto del programma. Il
collega Barbieri afferma: «ma insomma, se litigate tra di
voi...». Non è così, non stiamo litigando, ma con
grande pazienza insistiamo sul fatto che per realizzare un programma
ci vogliono cinque anni, e noi vogliamo restare cinque anni per
realizzarlo completamente, comprese le parti che fino a questo
momento non sono state realizzate. Noi in quel programma continuiamo
a credere.
Ho ascoltato anche degli interventi molto difficili da
condividere. È stato detto dalla rappresentante di Alleanza
Nazionale che quanti vengono oggi in Italia non sono più dei
disperati che inseguono un sogno. Non so su quale analisi lei si basi
e quali siano i dati in suo possesso. La collega afferma infatti che
ormai i clandestini sono tutti indultati, forse sopravvalutando la
capacità dell'indulto. Certo è che queste due persone
non erano indultate, almeno da quanto ci è stato riferito, e
che si sono uccise e pertanto meriterebbero più rispetto da
chi, come la collega Germontani o come - devo dire stranamente - il
rappresentante dell'UDC, che ha qualificato la gente che si trova in
queste condizioni, affermando che comunque sono tutti, più o
meno, dei criminali, reali o potenziali.
Ritengo che ascoltare
significhi rispettare e che tali definizioni vadano rispedite al
mittente. Purtroppo il Governo di centrodestra in cinque anni ha
saputo costruire una situazione che noi ancora nonPag. 15siamo
riusciti a correggere. Ha costruito una situazione in cui - noi le
chiamiamo profezie che si autodeterminano - quelli che erano venuti
senza essere criminali, a furia di sentirselo dire, magari a volte lo
sono diventati, perché la clandestinità è
un rischio alto per l'equilibrio delle persone.
Allora dobbiamo
cambiare e voltare pagina, anche nel nome di queste due persone che
si sono uccise perché noi tutti, qui, in questo Paese civile e
ricco - perché siamo civili, a volte, e ricchi abbastanza -
non abbiamo saputo accoglierli (Applausi dei deputati dei gruppi
Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Zulueta. Ne ha facoltà.
TANA
DE ZULUETA. Signor Presidente, anch'io ringrazio il
Governo per la risposta tempestiva e attenta; soprattutto, ringrazio
il sottosegretario Marcella Lucidi per aver dato un nome alle due
persone morte a Modena. Vorrei anch'io nominarle: Ajouli Monam e Huri
Mohamed, i nomi con i quali si sono presentate, ma risulterebbero
sedicenti.
Credo che tale elemento sia già un grave indizio
della condizione in cui vivevano. Ringrazio il sottosegretario per
aver riconosciuto che si è consumata una duplice tragedia che
ha riguardato due persone che si trovavano in assoluta solitudine.
Ringrazio il collega Cancrini per aver segnalato la gravità
del loro gesto e la responsabilità che noi
abbiamo.
L'onorevole Lucidi ci ha aggiornato sull'attuazione da
parte del Governo delle raccomandazioni della commissione De Mistura
che, al contrario dei parlamentari dell'opposizione, ha svolto, a mio
avviso, un'importante lavoro. Sono contenta che le sue
raccomandazioni siano state prese sul serio.
Ho anche potuto
prendere atto del fatto che, almeno, si è provato ad
affrontare taluni problemi del centro di detenzione - così lo
definisco - di Modena: ad esempio, si è dato rilievo al
colloquio iniziale che, però, evidentemente, non è
stato sufficiente.
Mi chiedo e chiedo al Governo cosa ne è
stato dell'obiettivo principe delle raccomandazioni De Mistura, vale
a dire il superamento dei CPT attraverso il loro svuotamento, se si
seguono progetti per la costruzione di due nuovi CPT in sostituzione
di due esistenti. Quello di Modena era occupato fino quasi a coprire
la capienza prevista.
Mi chiedo anche per quale motivo vi siano
ancora ospitati richiedenti asilo privati della libertà; i
centri di identificazione sono chiusi da un cancello sbarrato: non si
può uscire.
Sono andata a visitare il centro di
identificazione di Cassibile che è un centro chiuso.
Cosa
ne è stato della raccomandazione di una drastica riduzione dei
tempi? Pare che Huri Mohamed fosse alla seconda detenzione, che,
secondo la legge Bossi-Fini, può giungere ormai fino a 60
giorni. De Mistura raccomandava un massimo di 20 giorni: mi sembra
che li avesse già superati. Inoltre, quante volte pensate che
sia possibile sommare questi 20 giorni: vi è un limite o no?
Come diceva il collega Cancrini in questo caso vi è una
detenzione potenzialmente illimitata.
Per quanto riguarda
l'obiettivo della trasparenza, è importante che possano
accedere ai CPT i rappresentanti delle amministrazioni locali. Senza
dubbio è importante il loro coinvolgimento nella gestione e
nell'offerta dei servizi, soprattutto nella verifica delle condizioni
di vita.
Ricordo, però, al Governo che De Mistura e i suoi
colleghi avevano raccomandato di garantire l'accesso anche alla
stampa e alle organizzazioni non governative, ma non è
avvenuto. Ne sono testimone di recente per aver fatto un viaggio in
Sicilia.
Non solo, ma anche coloro che sono stati incaricati da
parte del Governo - penso ai rappresentanti dell'Alto commissariato
per i profughi e della IOM che visitano la Sicilia - non hanno
accesso illimitato.
A Caltanissetta, per esempio, non solo è
stato stabilito che essi debbano dare preavviso del proprio arrivo -
misura contraria alle regole, ma soprattutto tale da rendere inutile
il sopralluogo - ma anche è stato indicato loro un orario:
dalle ore dieci a mezzogiorno e dalle quattro alle sei. Chiedo come
mai ciò venga accettato.
PRESIDENTE.
La invito a concludere.
Pag. 16
TANA
DE ZULUETA. Il CPT di Modena, infine, non fu costruito
né per albergare né ospitare; fu invece costruito e
accolto dalle amministrazioni dell'epoca perché doveva essere
una risposta ad un problema di ordine pubblico. Tale malinteso, per
fortuna, è stato superato nelle intenzioni del Governo, ma non
ancora negli atti conseguenti. Non possiamo continuare ad equivocare,
non solo perché la trasparenza dei costi non c'è: - il
CPT di Modena, secondo una nostra analisi realizzata nella scorsa
legislatura, costa 4 milioni di euro all'anno - ma anche perché
il costo umano, sottosegretario Lucidi, è troppo alto e la
morte di Ajouli Monam e Huri Mohamed lo dimostra.
PRESIDENTE.
Deve concludere.
TANA
DE ZULUETA. Chiedo, infine, cosa si possa fare,
affinché le spoglie di queste due persone possano essere
recuperate dalle loro famiglie e ricevere sepoltura secondo la
volontà delle famiglie, affinché quei sedicenti
cittadini stranieri escano dall'oscurità di una non identità
e possano ottenere, almeno al momento della morte, un degno
riconoscimento (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cioffi. Ne ha facoltà.
SANDRA
CIOFFI. Signor Presidente, vorrei ringraziare la
sottosegretaria Lucidi non solo per la tempestività, ma anche
per la sensibilità con cui ci ha parlato di questo nuovo
dramma. Si tratta di un dramma che da tanto, da troppi anni, è
davanti ai nostri occhi, in televisione, sui giornali e sui media.
È un dramma che deve essere affrontato forse in una maniera
diversa, intendendo l'immigrazione non solo come un problema, ma
anche come una grande occasione per il nostro Paese.
Per tale
motivo, riteniamo che uno degli obiettivi fondamentali - e ne
dovremmo volere tutti, maggioranza e opposizione, il perseguimento -
sia arrivare a discutere al più presto la cosiddetta legge
Amato-Ferrero. L'immigrazione, negli ultimi anni, infatti, è
cambiata, ma non sono d'accordo con quanto affermava la collega
Germontani: anzi, ritengo vi sia una maggiore coscienza di noi
italiani di quale occasione rappresenti l'immigrazione per il nostro
Paese. Vi è però, certamente, un bisogno di
trasparenza, affinché tutti gli immigrati che possono - e che
vogliono - venire nel nostro Paese, secondo l'offerta che vi sarà,
possano trovare una casa nel rispetto anche delle nostre tradizioni
(oltre che delle loro) e abbiano, altresì, la possibilità
di costruire tutti insieme un Paese in cui vi sia multiculturalismo e
multireligiosità, intesi come valori comuni da
condividere.
Penso al dramma di quanto è accaduto in questi
giorni nel citato CPT: si trattava di due giovani ragazzi che - come
ho appreso - erano venuti in questo Paese con l'intenzione di volersi
costruire una vita propria, nuova, come molti giovani e famiglie
(basta vedere in televisione le cosiddette «carrette del mare»,
in cui muoiono donne e bambini), ma i sogni di molti di questi
giovani vengono infranti.
In merito al discorso sui centri di
accoglienza, è quindi necessario verificare i tempi ed è
necessario, altresì, riconoscere a questo Governo - in base
proprio a quanto lei ha affermato, sottosegretario Lucidi - che il
Ministro Amato e il Ministro Mastella hanno emanato una serie di
circolari per cercare di snellire le procedure e consentire una
maggiore trasparenza: lo dobbiamo ricordare. Ho sentito più
volte parlare di indulto anche oggi, in questa sede.
Dobbiamo
ricordare che questo indulto è stato voluto da quasi tutte le
forze politiche. Dobbiamo ricordare che, in quest'aula, papa Giovanni
Paolo II chiese una tale misura a tutto il Parlamento e tutti erano
d'accordo. Come partito, noi siamo per una concezione solidale di
questo Paese; pur dovendo certamente mantenersi nel rispetto delle
regole, della nostra Costituzione, delle nostre leggi e delle nostre
tradizioni, tuttavia la concezione solidale del nostro Paese
significa dare opportunità. Ritengo, quindi, che sia
necessario - e su questo mi impegnerò anche io, personalmente,
nel mio partito - dare una normativaPag. 17nuova e più
aggiornata. Infatti, certamente bisogna riconoscere che non possiamo
condividere molti aspetti della legge Bossi-Fini, ad esempio con
riferimento ai ricongiungimenti familiari e al fatto che, molte
volte, vi è stato più bisogno di immigrazione tenuto
conto della reale offerta.
Pertanto, ritengo che a seguito di
questo ulteriore episodio, così grave e drammatico, noi
componenti tutti i gruppi politici - tutti quanti insieme e in
maniera, mi auguro, il più possibile allargata - dovremmo
assumere un impegno affinché, in questo Paese, veramente, si
imponga una vera concezione solidale nei riguardi dell'immigrazione
(Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur e Rifondazione
Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO
BUONTEMPO. Signor Presidente, se coloro i quali si
trovano presso tali centri di accoglienza avessero avuto
l'opportunità di ascoltare questo dibattito, dovrebbero dare
vita ad una nuova e più pesante rivolta! Il Governo ci
riferisce le circostanze, ma non ci dice quali provvedimenti intende
adottare.
I centri di permanenza temporanea sono diventati peggio
del carcere, perché mentre nel carcere vi sono regole che si
fanno rispettare, in questi centri vi è una promiscuità:
vi è l'immigrato che è clandestino, ma è una
persona perbene, e vi è l'immigrato che è clandestino,
ma che è un delinquente. Questi due soggetti sono costretti a
convivere insieme in uno stato di assoluta insicurezza. Infatti,
mentre in carcere, quando si chiude la cella, si è in
sicurezza, in questi centri, chiudere la porta della propria stanza o
del proprio appartamento, non significa essere sicuri di non subire
danni.
Anzitutto, vorrei ricordare che i CPT sono stati istituiti
dalla cosiddetta legge Turco-Napolitano; altrimenti, si passa da una
criminalizzazione inaccettabile ad un buonismo stupido e anch'esso
inaccettabile. La legge Turco-Napolitano ha istituito tali centri,
non il Governo di centrodestra. Quanto costano? Si tratta di un
servizio che si rende allo Stato. Sapete quanto paga lo Stato al
giorno, per ogni immigrato clandestino che si trova in tali centri?
Paga 43 euro!
Collega Frias, ho apprezzato il suo intervento
perché ha avuto l'onestà di dire al Governo che, per
così dire, è venuto a mani vuote, senza alcuna misura
adottata; infatti, non si può dire neppure che abbia
rafforzato il numero degli agenti, perché toglierli dalla
squadra mobile - come è stato fatto in questi giorni - e
inviarli presso i centri di accoglienza, non risolve il problema.
Così facendo, infatti, si spengono i riflettori e, lì,
si è in emergenza, e intanto...
PRESIDENTE.
La prego di concludere.
TEODORO
BUONTEMPO. ...abbiamo tolto dal servizio effettivo
alcuni agenti.
Ho apprezzato il suo intervento, tuttavia questo è
un fatto di natura politica.
È necessario trovare
alternative di natura politica alla chiusura di questi centri. Il
costo di 43 euro al giorno per ogni immigrato non è di poco
conto: vi sono molti centri di vacanza dove con 43 euro al giorno si
può soggiornare con pensione completa e cambio della
biancheria una volta al giorno!
Dunque, cos'è che non
funziona? Ci volete dire quali indagini avete compiuto sulle ragioni
per cui, al costo di 43 euro al giorno, nei centri si vive in
condizioni di indecenza e sofferenza?
PRESIDENTE.
Onorevole Buontempo, concluda.
TEODORO
BUONTEMPO. Concludo, Presidente. In primo luogo, nei
centri non possono più convivere persone che hanno compiuto
reati e persone che non li hanno compiuti. In secondo luogo,
l'importo che lo Stato paga dovrebbe garantire un servizio più
adeguato. Inoltre, fatela finita con la storia dei comuni: il sindaco
della città di Modena ha detto in maniera molto chiara di non
voler inviare neanche i vigili urbani, e non sa nemmeno se lo statuto
glielo consenta; non vuole inviare i vigili, né fuori né
dentro il centro.
Allora, diciamolo francamente: è la terra
di nessuno, dove tutti se ne fregano finché non ci scappa il
morto. Questa è una vergogna, per il Parlamento e - prima di
tutto - per il Governo in carica.
PRESIDENTE.
È così esaurito lo svolgimento dell'informativa
urgente.