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Documenti di approfondimento » Daniel Bensaïd: un ricordo  

Il 12 gennaio a Parigi si è spento Daniel Bensaïd militante marxista e leader politico internazionale, oltre che filosofo.

Alkemia ha scelto di ricordarlo attraverso un ricordo scritto da Gilbert Achcar.

Daniel Bensaïd* (1946-2010)

Un ricordo di Gilbert Achcar**


Il filosofo e leader politico radicale francese Daniel Bensaïd è morto la mattina di martedì 12 gennaio dopo una lotta durata parecchi mesi contro un cancro doloroso, alla fine di quasi quindici anni di convivenza con l’AIDS.

 

Una delle figure chiave della rivolta studentesca francese del 1968, Bensaïd  fu, insieme ad Alain Krivine, un importante membro fondatore della Ligue Communiste Révolutionnaire (LCR). Rimase a capo di questa organizzazione, affiliata alla Quarta Internazionale trozkysta, fino a quando non fu colpito dalla malattia.

 

Bensaïd  continuò tuttavia a giocare un ruolo centrale nel contribuire al pensiero politico del movimento, accompagnando le sue recenti mutazioni verso il Nouveau Parti Anticapitaliste (NPA) [Nuovo partito anticapitalistico, NdT], che conta 10.000 membri, rappresentato da Olivier Besancenot, il ben noto postino e occasionalmente candidato alle elezioni presidenziali [del 2002 e del 2007, NdT].

 

Daniel Bensaïd è stato un’incarnazione della tradizione rivoluzionaria francese: uno dei suoi libri, pubblicato nel duecentesimo anniversario della rivoluzione del 1789, recava il titolo Moi, la Révolution [Io, la Rivoluzione]. Fu molto affezionato al giacobinismo radicale, l’eredità rivoluzionaria rappresentata da Babeuf e Blanqui  -  che unì a simpatie libertarie con riferimento alla Comune di Parigi del 1871.

 

Fu tuttavia profondamente internazionalista. Fu coinvolto in special modo negli sviluppi interni della sinistra radicale in America Latina attraverso la Quarta Internazionale, grazie alla sua padronanza dello spagnolo e del portoghese. Vide nel bolscevismo russo il successore del giacobinismo radicale e difese l’eredità di Lenin dalle revisioni critiche e radicali che seguirono il collasso dell’Unione Sovietica.
Fu anche un fiero rappresentante di una caratteristica estremamente peculiare del radicalismo francese: il profondo e totale laicismo. Due dei suoi ultimi libri recavano dei titoli che fanno riferimento a questo aspetto del suo pensiero: Fragments mécréants [Frammenti miscredenti]  e Éloge de la politique profane [Elogio della politica profana].

 

La sua più importante opera teoretica, Marx l’intempestif, fu pubblicata nel 1995. Il libro è stato tradotto in italiano e pubblicato nel 2007 con il titolo Marx l'intempestivo. Grandezze e miserie di un'avventura critica (3) . Il libro forniva una lettura non convenzionale di Marx, assolvendolo dall’accusa di determinismo. Quest’opera segnalò Bensaïd come intellettuale pubblico e frequente autore in qualità di opinionista esterno presso Le Monde e Libération, nonché ospite regolare in talk show intellettuali sia in radio che in televisione.

 

Il primo libro di Bensaïd fu pubblicato nel 1968, in collaborazione con Henri Weber (in seguito membro del Senato nel Partito Socialista). Il titolo, Mai 68, une répétition générale [Maggio 68, una prova generale], rivelava chiaramente lo spirito di quel periodo. Dopo il suo libro sul bicentenario della Rivoluzione Francese, pubblicò un libro su Walter Benjamin e sulla figura di Giovanna D’Arco, quest’ultimo influenzato dall’interpretazione di Charles Péguy. Questo apparente eclettismo rifletteva una malinconia creata dal mutamento politico internazionale post 1989, con l’assalto ideologico al marxismo e il trionfalismo della spinta globale neoliberista. Un altro libro di Bensaïd, apparso nel 1997, sarà infatti intitolato Le Pari mélancolique [La Sfida melanconica] .

 
Da quando contrasse l’AIDS, credendo di avere i giorni contati, Bensaïd cominciò a scrivere e a pubblicare a una velocità impressionante: quasi venti libri, di varia grandezza e su svariati argomenti, in quindici anni, dal suo libro su Marx del 1995 fino alla sua morte. Allo stesso tempo egli ha affrontato la morte con estremo coraggio. E’ stato un rivoluzionario che ha lottato costantemente fino al suo ultimo respiro.


Traduzione e cura di Luca Vantaggiato
L’originale in inglese: A revolutionary who fought steadfastly è pubblicato sul sito: http://www.internationalviewpoint.org/

 

* Di Daniel Bensaïd sono state tradotte in italiano le seguenti opere: Gli irriducibili teoremi della resistenza allo spirito del tempo, Asterios edizioni, 2004; Chi sono questi trotskisti? Storia e attualità di una corrente eretica, edizioni Alegre, Roma 2007; Marx l'intempestivo. Grandezze e miserie di un'avventura critica, edizioni Alegre, Roma 2007; Gli spossessati. Karl Marx, i furti forestali e i diritti dei poveri, Ombre corte, Verona, 2009
 
** Gilbert Achcar docente di scienze politiche presso il SOAS – Università di Londra. Amico di Daniel Bensaïd, ha condiviso con lui decenni di attività politica, culturale e militante [NdT].

(1) Edizioni Alegre, 2007, Roma [NdT].
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