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Medio Oriente » FLOTILLA: VERSO GAZA CON “DIGNITA'"  
FLOTILLA: VERSO GAZA CON “DIGNITA’”


Roma, 06 Luglio 2011 – Nena News – “Davanti il nulla, solo il mare”. Così concludeva il suo articolo Quentin Girard, inviato speciale del francese Liberation, che ieri ha diffuso la notizia della partenza della Dignité-al Karama, l’imbarcazione francese di 15 metri, che è riuscita a salpare verso Gaza.


Quando la Dignité è riuscita a lasciare il porto industriale di Salamina, lunedì mattina, e a ritrovarsi in acque internazionali verso le ore 15.00, non era ancora chiara la destinazione;  poi, “dopo lunghe discussioni, i passeggeri della Dignité hanno deciso che andranno a Gaza”, così scriveva ieri Girard, a bordo della nave da diporto, insieme a 3 uomini dell’equipaggio e 8 passeggeri, tra cui il leader della sinistra francese Olivier Besancenot, l’eurodeputata ecologista Nicole Kill-Nielsen, Anick Coupé, la portavoce dell’Unione sindacati Solidaire e Nabil Ennabi, presidente delle Comunità musulmane in Francia.

Così la notizia che il piccolo yacht fosse riuscito a eludere la sorveglianza delle autorità greche, che da venerdì hanno imposto il divieto di partire a tutte le imbarcazioni della Freedom Flotilla 2 – Stay Human, si è diffuso ieri in rete, come un tam tam che ha riportato una qualche speranza in chi da giorni segue le notizie del convoglio umanitario. Anche se come fa notare lo stesso Girard, la Dignité, essendo una piccola imbarcazione da diporto, una delle navi meno importanti dell’intera Flotilla, dovrà fare i conti con i mezzi tecnici, approvvigionamento di acqua e carburante, che possano consentirle di andare avanti nel viaggio. In un sms inviato alla redazione di Liberation, ieri l’inviato ha scritto che la Dignité non procederà per Gaza, “se non avrà il sostegno politico di tutti i comitati organizzatori della Flotilla”. Ieri sera Israel Radio poi ripresa dal quotidiano Ha’aretz, aveva riportato la notizia secondo cui la Dignité aveva fatto marcia indietro, notizia smentita poi dagli organizzatori.

Sempre ieri – scrivono gli organizzatori – la nave Juliano, con a  bordo una delegazione greco norvegese , sabotata la scorsa settimana, è stata riparata, giudicata atta alla navigazione , ispezionata e con tutte le carte in regola per riprendere il mare dalle autorità portuali . Il capitano ha quindi richiesto l’autorizzazione a partire per Fokaia, città portuale in Attica, 10 miglia a est, dal momento che la barca era stata invitata dal sindaco per un evento in onore della Flotilla: permesso che le autorità portuali hanno negato.

Ancora ieri è apparso davanti ad un tribunale greco il capitano della nave USA, la “Audacity of Hope”, il sessantenne John Klusmer, tornato in libertà dopo l’arresto da parte delle autorità greche per aver violato il divieto a salpare imposto da Atene. Le accuse a suo carico non sono ancora state ritirate, fanno sapere i due legali che si stanno occupando del caso. Inoltre 8 dei passeggeri della nave a stelle e strisce, che il 3 avevano iniziato uno sciopero della fame, riunitisi di fronte all’ambasciata USA ad Atene, sono stati fermati (e poi rilasciati) dalla polizia greca con l’accusa di “occupazione di suolo pubblico”.

Rimangono ancorate al Pireo tutte le altre imbarcazioni; alcuni passeggeri sono rientrati nei loro paesi, è questo del resto che vuole la Grecia ma anche Israele, una battaglia verso lo sfinimento, per chi ha pagato di tasca propria biglietti aerei e preso ferie dai propri posti di lavoro, per raggiungere la Grecia e imbarcarsi;  altri sono rimasti.  Si fanno bilanci, c’è chi avanza l’ipotesi che la Flotilla 2 sia “game over”, pur avendo raggiunto l’attenzione mediatica, che si debba pensare a nuove strategie di mobilitazione internazionale per rimuovere l’assedio di Israele su Gaza.

Intanto continuano le mobilitazioni e le pressioni sul governo greco ma anche sui governi dei paesi di appartenenza dei passeggeri della Flotilla Stay Human. Ieri gli attivisti spagnoli della nave Guernica hanno occupato l’ambasciata spagnola ad Atene e si sono letteralmente “barricati” dentro, chiedendo al governo spagnolo di far pressioni sui vertici di Atene per far partire la nave bloccata nel porto sull’isola di Creta. A Parigi sempre ieri è stata organizzata una manifestazione al Ministero degli Esteri; presidi e sit-in davanti alle sedi diplomatiche elleniche si sono avuti, tra lunedi e martedi, nelle principali città italiane.

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