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Medio Oriente » GAZA E I BAMBINI DI MARCO CESARIO  
GAZA, I PIU' COLPITI SONO I BAMBINI 
di Marco Cesario

 

Secondo l’ONU nel corso degli ultimi giorni è stato ucciso in media un bambino ogni ora. Tra le cause, una popolazione molto giovane, l’alta densità della popolazione, le strategie suicide di Hamas ma anche il disprezzo dell’esercito israeliano per la vita dei gazawi dato che Tsahal non lesina a bombardare ospedali e scuole dell’ONU provocando morti soprattutto tra i civili.


 Una sottile striscia di terra incastonata tra il deserto ed il Mar Mediterraneo. Questa è la Striscia di Gaza. Con un'estensione di circa 360 km quadrati - dal confine israeliano a Nord al valico di Rafah a sud – la Striscia di Gaza è lunga solo 42 km. Per coloro che hanno calcato queste terre, in alcuni punti la distanza tra il Mar Mediterraneo e il confine orientale della Striscia la si potrebbe addirittura percorrere a piedi perché è di solo 6 km. Eppure qui, in questa sottile striscia di terra, vivono attualmente oltre un milione e ottocentomila persone. La densità di abitanti per chilometro quadrato è di oltre 4.700 persone : questo significa concertamente che la Striscia di Gaza è una delle zone più densamente popolate del pianeta e con una popolazione maggioritariamente giovane (e quindi più indifesa). Possibile dunque bombardare per 18 giorni di seguito un luogo del genere, tra i più poveri del pianeta?


Strage di bambini : uno ogni ora


A pagare il prezzo forte dell'offensiva israeliana che si è abbattuta sulla Striscia sono soprattutto i bambini. A denunciarlo è un rapporto dell'ONU, che evidenzia che sin dall'inizio dell'operazione Bordo Protettivo oltre 180 bambini sono rimasti vittime dei bombardamenti intensivi dell'aviazione israeliana e quasi 1.300 sono rimasti feriti. In un comunicato diffuso mercoledì l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) ha deunciato che nei primi due giorni della settimana è stato ucciso in media un bambino ogni ora. L'ONG Al Mezan, che opera a Gaza, ha fornito il nome di almeno 132 minorenni vittime dei bombardamenti, gli unici che hanno potuto essere identificati tra le macerie della case. Secondo le ONG War Child e Defence for Children International ci sarebbero più morti tra i bambini che tra i combattenti di Hamas. Catherine Weibel, portavoce dell'UNICEF in Palestina, ha ricordato che la vittima più giovane è un bimbo di soli tre mesi di vita.


Ma perché tanti bambini muoiono a Gaza?

Le ragioni sono molteplici: innanzitutto la popolazione gazawi è molto giovane. Oltre il 40% della popolazione gazawi ha meno di 15 anni : la fascia di età 0-14 anni rappresenta il 43,2% della popolazione, la fascia 15-24 anni rappresenta il 20.6% mentre la fascia 25-54 rappresenta il 30.1% della popolazione. L’età media dei suoi 1.8 milioni di abitanti è poco sopra i 18 anni. Una popolazione dunque giovanissima. E' un dato importante di cui tener conto, a cui va aggiunto il fatto che il tasso di mortalità infantile nella Striscia prima dei bombardamenti era molto basso mentre quello di mortalità degli uomini adulti era più alto. Va tenuto in conto anche il dato del ricambio generazionale, molto rapido, con in media 4 bambini per donna, cosa che accelera il rigiovanimento della popolazione.

L’alta densità della popolazione è un’altra delle cause : oltre 4.700 abitanti per chilometro quadrato. La Striscia è popolosissima e bombardare case e quartieri vuol dire automaticamente provocare stragi di civili. Tra le cause ovviamente anche le strategie ciniche e spietate di Hamas, le cui aperture dei famosi tunnel che penetrano in territorio israeliano e le cui postazioni per il lancio di missili sono spesso localizzate in zone molto popolose della Striscia.

Eppure questo continua a non spiegare il massacro di bambini.

L'UNICEF segnala che il 50% dei giovani morti durante le operazioni hanno meno di 12 anni. Scudi umani o meno, l’ONG Al Mezan ha ricordato che circa centinaia di abitazioni civili sono state distrutte dai bombardamenti con la morte di centinaia di famiglie e che i bombardamenti non risprmiano scuole o ospedali. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) dall’inizio dei bombardamenti, 116 scuole sono state distrutte o gravemente danneggiate e 18 strutture sanitarie sono state distrutte o parzialemente distrutte. Circa 3.300 famiglie (ovvero quasi 20.000 persone) hanno visto la propria abitazione bombardata e distrutta e ci sono attualmente circa 140.000 sfollati che cercano rifugio nelle 83 scuole dell’UNRWA disseminate per la Striscia di Gaza.
Questi dati, allarmanti, sono il simbolo del fatto che l’esercito israeliano non sembra avere nessuna cura nell’evitare che ci siano vittime civili e bombarda anche ospedali , scuole e centri per rifugiati. La popolazione poi, vedendosi accerchiata, bombardata ed affamata, vede comunque in Hamas l’unico e vero punto di riferimento politico e umano. Ma occorre dire, come ha fatto il giornalista israeliano Gideon Levy in un articolo pubblicato su Haaretz alcuni giorni fa, che le ultime richieste di Hamas per un cessate-il-fuoco sembravano ragionevoli: ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia, autorizzazione dei coltivatori a lavorare le loro terre fino al muro di sicurezza, scarcerazione di tutti i prigionieri rilasciati in cambio della liberazione di Gilad Shalit e poi arrestati, fine dell’assedio e apertura dei valichi, apertura di un porto e di un aeroporto sotto gestione Onu, ampliamento della zona di pesca, supervisione internazionale del valico di Rafah, impegno da parte di Israele a mantenere un cessate il fuoco decennale e chiusura dello spazio aereo di Gaza ai velivoli israeliani, concessione ai residenti di Gaza di permessi per visitare Gerusalemme e pregare nella moschea Al Aqsa, impegno da parte di Israele a non interferire con le decisioni politiche interne dei palestinesi (vedi la creazione di un governo di unità nazionale). Perché il governo israeliano non ha accettato nessuna di queste proposte ?

ONG israeliana Btselem: radio pubblica israeliana rifiuta di diffondere nomi di bambini morti

E intanto l’ONG israeliana Btselem, molto critica nei confronti del governo israeliano e del comportamento dell’esercito israeliano a Gaza, ha denunciato la censura alla radio: l’autorità delle comunicazioni israeliana ha infatti vietato la diffusione via radio di un messaggio della ONG nel quale, per sensibilizzare l’opinione pubblica israeliana sulle sofferenze patite dai Palestinesi, si citavano uno per uno i nomi dei bambini morti sotto i bombardamenti dell’esercito. « La sola menzione dei nomi dei bambini uccisi dai bombardamenti a Gaza è considerata come politicamente scorretta », ha detto Sarit Michaeli, portavoce dell’ONG Btselem à Jérusalem « i media israeliani parlano del numero delle vittime palestinesi sempre citando fonti palestinesi, mettendo così indirettamente in dubbio la veridicità delle cifre e sottintendendo che i morti palestinesi sono colpa di Hamas e che Israele non ha responsabilità». Davanti al rifiuto di diffondere il proprio messaggio via radio, l’ONG Btselem ha deciso di rivolgersi alla Corte Suprema Israeliana.

Il bilancio continua a salire : marcia su Gerusalemme e in Cisgiordania

Intanto il bilancio dei morti a Gaza continua a salire: il bilancio provvisorio dopo una notte di bombardamenti e scontri a Gerusalemme Est ed in Cisgiordania è di 815 morti e di almeno 5.240 feriti. Nel quartiere di Beit Hanoun è stata bombardata addirittura una scuola dell’UNRWA. L’esplosione ha provocato 15 morti. Ieri notte l’esercito israeliano ha bombardato la casa del leader delle Brigate Al Quds, Salah Ahmad Abu Hasanin, uccidendolo insieme a tre dei suoi figli, di 15, 12 e 9 anni. A Deir al-Balah, una donna incinta è rimasta uccisa nel bombardamento della casa della famiglia al-Sheikh Ali. Un miracolo che i medici siano riusciti a salvare il suo bambino (ma non lei). Ieri una marcia di oltre 20.000 persone, partita dal campo profughi Al Amari di Ramallah e diretta verso il checkpoint di Qalandiya, si è conclusa con scontri violenti (due morti e oltre cento i feriti). Ci sono stati scontri violenti anche a Betlemme e nei quartieri arabi di Gerusalemme Est. Lo spettro di una Terza Intifada aleggia su tutto il Medio Oriente.

Venerdì, 25 Luglio 2014

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