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TERREMOTO A MODENA: NOVI UN PAESE FERITO
di Gabriella Baroni

Siamo a Novi di Modena e queste immagini sono state riprese il 31/05/2012, quando ancora la Torre dell’Orologio, che si ergeva nella piazza primo maggio, era danneggiata ma ancora in piedi. Sarà il sisma di magnitudo 5.1 del 3 giugno alle 21,20, a far crollare la torre risalente alla prima metà del 1700, lasciando a terra solo vecchi calcinacci e un vuoto nel cuore del paese.
A distanza di  almeno 6 mesi ancora nei giorni scorsi, precisamente  il 14 novembre 2012 alle ore 16,03 la terra ha tremato ancora tra Finale Emilia e San Felice e nella mattinata alle ore 8,58 un’altra scossa di magnitudo 2,4 è stata avvertita non solo dalla gente che si è riversata in strada ma anche registrata dagli strumenti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: epicentro ancora nei pressi di Novi di Modena.
Non a caso gli abitanti di queste terre hanno ancora tanta paura. Un ricordo che ancora non si è metabolizzato, è vivo, presente, evidente nella realtà quotidiana. Una voragine interiore che ha cambiato in qualche modo la vita di tutti. Quando siamo venuti a visitare il paese, dopo le scosse del 29 maggio 2012, ci eravamo prefissati l’obiettivo di seguire l’andamento dei lavori per il ripristino della normalità. Ci ha spinto la ricerca e la volontà di voler documentare con i nostri scritti e con le nostre immagini quanto stava e avvenendo.


Siamo andati a visitare una palestra la “Bios Fitness” di Novi di Modena per documentare i danni subiti, e come lei, tante altre piccole e medie attività lavorative che avranno necessità, per tornare alla normalità, del sostegno di tutti.

 

Abbiamo incontrato Davide Bosi Responsabile Attività Produttive del Comune che a seguito di una nostra domanda sulla situazione delle attività produttive nel territorio, ha risposto:
“Bisogna evidenziare che la gente di Novi di Modena si è subito data da fare, già il giorno dopo all’evento sismico, desideravano ripartire subito nelle loro attività lavorative e si sono rimboccati le maniche con grande determinazione. Molte attività di tipo artigianale di medie dimensioni, prima della messa in sicurezza dei locali in cui operavano, si sono delocalizzate dentro a container o casette provvisorie per poter riprendere quanto prima l’attività, questo dimostra quanto la gente senta profonde le proprie radici nel loro territorio. Da parte nostra  a livello istituzionale sono state prese iniziative per un primo sostegno, dando contributi a fondo perduto, anche per agevolare la scelta di delocalizzazione nell’immediato. Inoltre, oltre ai contributi della Regione Emilia Romagna, il Comune di Novi partecipa con un suo bando. Recentemente è uscita l’ordinanza che mette a disposizione contributi per la ricostruzione degli immobili a scopo produttivo, anche per quelle attività commerciali che hanno visto danneggiato il locale e quindi sarà resa necessaria la messa in sicurezza o la ricostruzione. In questo momento siamo nella fase istruttoria e quando questa fase  sarà conclusa, darà inizio all’erogazione; sembra sia plausibile pronosticare l’arrivo dei contributi per il prossimo anno 2013.”

  

Questo è un territorio che non può essere abbandonato e per questo, ringraziandolo, ci teniamo a comunicargli che Alkemia  ritornerà per verificare l’andamento dei lavori di ricostruzione e la ripresa del  cammino verso la normalità.

 


 

LETTERA DI UNA COPPIA D’ IMPRENDITORI DI NOVI

Ecco l'ennesima vergogna del nostro governo, vale a dire il decreto 174/12 con le disposizioni di carattere fiscale che riguardano lavoratori e imprese colpite dal sisma in Emilia.
Innanzitutto i Contributi pare siano stati erogati da Regioni e UE, ma non ancora arrivati nelle tasche di chi ha subito danni e le cosiddette Proroghe dei pagamenti non sono state concesse, per cui entro il 16/12/12 tutti noi, lavoratori e imprese, che con grande sforzo ci siamo rimessi in piedi dobbiamo pagare tutte le imposte arretrate.
Ancora più ridicole sono le regole dettate dai legislatori ai titolari di imprese in difficoltà che per pagare imposte e contributi propri e dei propri dipendenti. Sono "invitati" ancora una volta a rivolgersi alle banche con tanto di autocertificazione e perizia giurata che attesti il danno subito.
Le banche a loro volta avranno i fondi dalla Cassa Depositi e Prestiti. Molti però hanno ripreso l'attività da pochi mesi e non sono in grado di affrontare una spesa così gravosa. Non è stato concessa loro alcuna proroga, come richiesto dalle Associazioni, e come concesso a tutti coloro che hanno avuto danni da sisma (vedi Aquila).
Evidentemente noi non siamo uguali agli altri!
Rimando, per maggiore chiarezza, alla Comunicazione n. tr12085 di Giovedì 11 ottobre 2012 di Confindustria (Allegato) che spiega in maniera semplice quanto qui sintetizzato.

Tassi Goretta e Cattellani Marco
Novi di Modena

26/11/12

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