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Visti per Voi » A dangerous method  
A DANGEROUS METHOD
di Francesca Sala & Andrea Pradella



Regia: David Cronenberg
Francia, UK, Canada, Germania, Svizzera; 2011
Voto 8 ½



Il ventinovenne professor Jung applica alla sua giovane paziente Sabina Spielrein le tecniche psicanalitiche ideate da Freud qualche anno prima. La terapia avrà successo ma il prezzo da pagare sarà alto. È difficile scrivere una recensione su questo film perché tutto, o quasi, è già detto all’interno del film stesso. I moti dell’animo sono tutti esplicitati con violenza e crudezza mentre le idee, come le pulsioni, incalzano rapide una dopo l’altra. E’ estremamente avvincente stare al passo coi sentimenti dei personaggi che evolvono insieme ai nostri durante il film.
La malattia diventa tale in funzione della società, società in cui la normalità può rappresentare persino una sorta di prigione. Sì certo, niente di nuovo, ma il ritmo del film e la grande umanità degli interpreti, non possono lasciare indifferenti. Medici e pazienti offrono profonde riflessioni sulla vita, che sembra richiedere una certa dose di autodistruzione per essere vissuta liberamente… “a volte bisogna fare degli errori imperdonabili per vivere appieno” (Jung). È un film che può arrivare a turbare la sensibilità dello spettatore per le sue torbide verità, ma anche regalare una consapevolezza maggiore alla sua esistenza.
Parlando invece di stile, possiamo dire che  il lungometraggio manca in parte di classe e simbolismi (ad eccezione della sublime scena dei due protagonisti distesi in barca come in una bara, cullati da un fluttuante mare di illusioni). Questo Cronenberg infatti risulta caratterizzato da un’ impronta più saggistica se paragonato ad esempio alla “Età dell’innocenza” di Scorsese, che tratta verosimilmente gli stessi temi ma in chiave più elegante e meno didascalica. In ragione di ciò il pregio principale di “A dangerous method” risiede nella capacità di mettere in luce il mestiere dell’analista che si carica di un compito nobile e rischioso, quello di liberare le persone dalle loro paure anche a scapito della propria stabilità emotiva. Assecondare alcune mostruosità interiori è l’unica soluzione forse per scoprire davvero se stessi.
Restano di sfondo le interpretazioni di Viggo Mortensen (Freud) e Vincent Cassel (Otto Gross) in una sceneggiatura che vede come indiscussi dominatori una Keira Knightley (Sabina Spielrein) brava soprattutto a farsi sculacciare, e un ritrovato Michael Fassbender (Jung), l’ufficiale americano dei “Bastardi senza gloria” che riempie la scena con lo sguardo, riconfermando il suo stile indimenticabile.





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