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COSE NOSTRE. MALAVITA
di Enrico Gatti


Regia: Luc Besson
USA, Francia, 2013
Voto: 6 ½


Cosa ci fanno De Niro e la Pfeiffer in un paesino della pittoresca Normandia? Fanno la figura degli americani cafoni, troppo chiassosi ed assolutamente inadatti alla vita sobria e disciplinata del vecchio continente. I loro personaggi, mafiosi ‘in pensione’, ora collaboratori di giustizia, incarnano i più conosciuti stereotipi americani, che si scontrano con gli ancor più noti luoghi comuni sul campanilismo francese. Questi, i principali elementi attorno ai quali ruota gran parte della dimensione comica del film. Ma c’è di più. Come un simpatico gusto per la violenza da ‘action movies’ e per la parodia dei film di genere, mafioso in questo caso.
Un film benfatto, ben strutturato, che prende vita in primis dalle ottime interpretazioni degli attori. De Niro dimostra sempre grande spirito nell’omaggiarsi senza presunzione, o qualsivoglia malinconia. La Pfeiffer, perfettamente a suo agio nei panni della dura capace di amare. E Tommy Lee Jones, che non spicca, ma da sicurezza.
La pellicola scorre bene e ha buon ritmo. La storia, tratta dal romanzo Malavita di Tonino Benacquista, mischia con successo suspense, divertimento e sentimentalismi. Scorsese produttore, fa simpatia. Luc Besson, che qui dirige e sceneggia, si comporta da bravo mestierante. Ma non da autore. Forse il testo di partenza non era all’altezza, o forse non era nella volontà del regista, sta di fatto che qualsiasi mira autoriale viene accantonata, da subito, e senza diritto di replica. Il prodotto finale risulta quindi, per sua ammissione, di facile consumo, adatto al grande pubblico. Tuttavia, finisce anche per essere pericolosamente innocuo, senza un vero spessore e assolutamente non provocatorio, come invece vorrebbe farci credere. Simpatico certamente, ma nulla più. Un bel prodotto usa e getta di cui non penso sentiremo parlare a lungo e che molto probabilmente non finirà nelle cineteche dei cinefili. 


 



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