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NOW YOU SEE ME
di Enrico Gatti

Regia: Louis Leterrier
USA, Francia, 2013
Voto: 4


Ci mancava giusto il cinema ad assecondare la nuova mania dei maghi. E non si parla degli stregoni fantasy di Harry Potter, ormai siamo usciti dal tunnel. No, si sta parlando dei maghi delle fiere di paese, quelli che fanno i trucchi con le carte o, nella versione più moderna, con gli iPod. Quelli che con qualsiasi cosa tu abbia in tasca riescono a farti credere, anche per un piccolissimo e fugace momento, di essere un idiota.
Dopo i programmi tv e i talent show sulla magia, anche il cinema prova a cavalcare l’onda di questa nuova moda. E lo fa alla grande, con un film sconvolgente. Un action movie adrenalinico, immagino costosissimo, pieno di effetti digitali e immagini ultra patinate. Il cast è fenomenale. Gli attori giovani, ma comunque conosciuti, sono affiancati da mostri sacri della recitazione che avranno sicuramente venduto cara la pelle.
Ma la cosa più sconvolgente del film è scoprire che sono state tre persone adulte a firmare la sceneggiatura, e non un bambino della quarta elementare di Frosinone. La trama è talmente insensata e piena di banalità che nemmeno lo stile teenager-friendly riesce a vivacizzarla. E’ troppo anche per un film scritto allo scopo di esibire mossette, lustrini e interni industrial-chic.
L’intreccio appare effettivamente un po’ stupido, soprattutto quando cerca di creare della suspense. Inutili, in questo senso, i colpi di scena. Non a caso, durante il film, tutti hanno capito che a muovere le pedine è qualcuno collegato alla storia del mago che tempo addietro annegò in una cassaforte difettosa mentre tentava di dimostrare qualcosa a Morgan Freeman, tutti hanno intuito benissimo che il maghetto belloccio fratello di James Franco non muore realmente nell’incidente e tutti avevano la certezza che a rimetterci, alla fine del film, sarebbero stati solo i cattivi. Inoltre, nessuno ha davvero capito il senso della confraternita della quale i quattro maghi anelano a scoprirne i segreti e nessuno ha ben presente le regioni che spingono i personaggi a fare quello che stanno facendo.
A completare il quadretto non poteva non esserci anche una sana dose di stereotipi come, ad esempio, la francesina dall’animo poetico vestita a righe che capisce il senso della vita solamente quando sta seduta su una panchina vicino alla Senna a guardare i passanti, il cielo, gli uccelli, mentre ricorda i racconti del suo caro vecchio nonno morto. 
Detto questo, e in attesa di vedere le strade invase da prestigiatori dilettanti il cui solo scopo nella vita sarà quello di infilarvi il cellulare in una bottiglia vuota, non mi resta che augurarvi una buona visione!




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