AUTUNNO FREDDO
di Boris
Per molti anni, poco prima dell'inizio
delle vacanze estive, le forze politiche d'opposizione, ed in
particolare di sinistra, annunciavano possibili autunni caldi che
nulla avevano a che vedere con le previsioni atmosferiche. Quest'anno
invece, con la vincita della destra e l'appiattimento di tutti i
problemi che questo governo risolverà in un battibaleno, nulla
si è annunciato e tutto va per il meglio. Ma è proprio
così?
Gli eventi che in Italia e nel mondo
si sono susseguiti in questi ultimi cinquanta giorni, sembrano invece
annunciarci il contrario.
Scorro gli appunti del mio taccuino e
credo proprio di non sapere da che parte incominciare. Nello spazio
dedicato alla politica estera vi trovo: intervento Russo in Georgia,
Iraq e accordo Italia-Libia.
Sull'intervento Russo in Georgia, non
entriamo nel merito dei singoli eventi, ma delle ripercussioni che
quest'azione avrà nel prossimo futuro. Si sottovaluta in modo
incomprensibile, la spirale di libertà d'intervento militare
che in violazione delle sovranità nazionali, ha in questi
ultimi anni cominciato ad agire. Un azione di Stati contro altri
Stati che in Europa, dopo l'atroce guerra dei Balcani ha raggiunto la
sua massima meschinità politica durante la guerra del Kossovo.
L'Europa oggi condanna l'azione Russa e
fa finta di non ricordarsi di quello che è successo e ha
permesso in Kossovo, una regione balcanica dove uno stato confinante
(Albania), con l'appoggio degli americani e il beneplacito di tutti
gli stati della NATO, si è annessa in nome delle minoranze
albanesi, una parte importante dello stato Serbo. Una regola questa
che a quanto pare non può valere per gli altri. Del resto che
dire, non è che si sta agendo tra benpensanti democratici.
Nel frattempo dall'Iraq arriva la
notizia che durante un bombardamento delle forze della coalizione
vengono uccise settantaquattro civili per la maggior parte donne e
bambini. Lo Stato Maggiore dichiara che sarà aperta
un'indagine conoscitiva. Era il 22 agosto e ad oggi nulla è
trapelato. Al che viene da chiedersi: per l'opinione pubblica e per i
mass-media, quanti civili vale un soldato della coalizione?
Meno male che qualcosa sul piano della
pace si è fatto. In Libia il nostro governo ha finalmente
sanato le antiche ferite aperte dal nostro becero colonialismo.
Nessuna condanna o critica alla nostra azione coloniale, ma un'azione
politica degna dell'imprenditore Berlusconi.
Praticamente abbiamo pagato il
colonnello Gheddafi affinché impedisca agli immigrati, costi
quel che costi, di giungere sino alle nostre coste e per una pseudo
esclusiva fornitura sul gas libico. Tutto ha un prezzo, ma siamo
sicuri che “ok, il prezzo è giusto?”
Scorro le numerose pagine di appunti
sul nostro paese. Il susseguirsi degli eventi lascia perplessi.
Alitalia, Brunetta e gli statali,
Marcegallia e il contratto nazionale e insegnante unico.
Alitalia si presenta come un immenso
banchetto dove da anni politici, imprenditori e sindacalisti hanno
pranzato gustando piatti prelibati. Alcuni lavoratori era felici di
servire a tavola e si sono accontentati di mangiare tutto quello che
rimaneva, per altri invece, mai come ora si è scoperto che
fossero la carne servita in quei piatti. La trattativa è in
atto e forse si concluderà quando questo editoriale sarà
già pubblicato ma sentire da noti esponenti politici di
governo o dell'imprenditoria che il risanamento dell'azienda passerà
attraverso il licenziamento tra i duemila e i cinquemila lavoratori
la dice lunga sul piano di ristrutturazione proposto. Come se per una
determinata mansione si decidesse a sentimento le persone non
necessarie in funzione di un vero rilancio della compagnia.
Mentre tutti sono distratti dal volare
italiano che nulla ha a che fare con il nostro amato Domenico
Modugno, il piccolo Brunetta prosegue la crociata contro i
fancazzisti, imboscati e alcuni anche comunisti degli enti pubblici.
Lui che è figlio di un operaio e sa cosa significa lavorare
sodo. Peccato che la sua carriera l'abbia cominciata proprio dalla
dirigenza di confindustria.
In fondo però ha ragione, la
maggior parte dei dipendenti pubblici non fa nulla e se tutto, magari
con alcuni problemi, funziona è grazie ai politici che nelle
aule dei consigli comunali, provinciali, regionali e parlamentari, si
consumano per il bene del paese.
Del resto la neo eletta al vertice di
Confindustria, Emma Marcegallia, non dice altro se non “che deve
essere pagato solo chi lo merita e non con aumenti distribuiti a
pioggia “. Peccato che la siccità nelle tasche dei
lavoratori sia talmente aumentata in questi ultimi anni, da non
riuscire neanche ad innaffiare quel piccolo orto che dava ogni tanto
alcuni frutti. Se la soluzione, come dice la Emma degli industriali è
l'abolizione del contratto nazionale, come facciamo a garantire
equità di stipendi?
Buffo che lei stessa abbia ammesso che
non in tutte le aziende è possibile fare contrattazione e che
è quindi possibile prevedere un meccanismo di recupero
ridistributivo. Ma non si chiama contratto nazionale? Secondo me ha
le idee un po' confuse, vuole solo far risparmiare le aziende ma il
buon senso a volte le prende il sopravvento. Oppure ha solo un poco
le idee annebbiate che presto qualcuno della sua famiglia gliele
schiarirà.
La stessa luce che dovrà
illuminare i genitori delle nostre future generazioni. Servono nuove
idee per sistemare i ragazzi al pomeriggio dato che l'introduzione
dell'insegnate unico, vedrà scomparire l'orario prolungato. E
brava ministro, dato che gli ultimi dati sull'abbandono delle scuole
da parte dei ragazzi ci vede primi in Europa, abbiamo pensato non di
potenziare la formazione al pomeriggio ma di eliminarla
completamente. Mi scusi ma mancano nel nostro paese matematici,
fisici e letterati ed è necessario ricorre al più
presto ai ripari. Di veline, soubrette e affascinanti Costantini ne è
pieno il paese. Come faremo a sostituire il brillante Ministro
Tremonti? Chi riuscirà a capire cosa sta accadendo nel mondo
finanziario ed economico mondiale?
A causa dello scandalo dei mutui
rivenduti e alle protratte truffe perpetrate tra banche, quei
comunisti di americani hanno nazionalizzato due tra le più
importanti banche nazionali. In gioco cera il pericolo di una caduta
del dollaro come non si era mai vista. Tutti i più insigni
economisti ci comunicano che siamo difronte alla crisi economica più
spaventosa del xx secolo e Bush, come per l'Iraq, compare in tv a
dire che “l'economia americana è solida”. Medesime
perdite, medesime vittime. Per non parlare poi del petrolio che ha
ricominciato a scendere di valutazione proprio in concomitanza
dell'indebolimento dell'euro. Un caso? Peccato però che come
comincia a scendere sotto i cento dollari al barile, l'OPEC decide di
tagliare la produzione per ricominciare a farlo salire.
Non ne posso più, meno male che
oggi è ricominciato il campionato di calcio. Accendo la tv e
vedo numerosi tifosi che devastano vagoni e stazioni con le forze
dell'ordine che stanno a guardare. Le osservo bene ed hanno le
medesime facce di quelli che ci avevano massacrato disarmati durante
il G8 di Genova.
Spengo perplesso ...