E'
CADUTO IL GOVERNO, VIVA IL GOVERNO!
Boris
Addentrarsi
nei meandri delle discussioni di questi ultimi giorni riguardo il
bene o il male del governo uscente, non ci interessa e proprio per
questo abbiamo cercato di analizzare con un certo distacco i fatti
che hanno portato alla resa di Prodi difronte al parlamento italiano.
Il
motivo ufficiale della sua caduta starebbe proprio nell'indagine dei
giudici su una presunta concussione esercitata dalla moglie di
Mastella nei confronti di un assessore comunale: niente nomina
indicata, nessun finanziamento da parte della regione. Un fatto
tutto d'accertare e solo i giudici o meglio le indagini ci renderanno
giustizia.
Ma
cosa è veramente accaduto prima alla tragica decisione di
Mastella che sceglie la famiglia all'Italia?
Tralasciando
per quanto detto il partito dell'UDEUR sopra citato, cominciamo dal
più grande partito della coalizione: Il Partito Democratico e
il suo lungimirante segretario Veltroni. Credo infatti che più
di tutti questo partito abbia la responsabilità politica della
debacle della maggioranza. Un segretario che pochi mesi dopo la
nascita della sua formazione politica dichiara apertamente che alle
prossime elezioni (che strano quasi 3 anni in anticipo...) correrà
da solo e contemporaneamente che è favorevole a una legge
elettorale che prevede nei fatti l'eliminazione dei piccoli partiti
compreso quelli stavano sostenendo la maggioranza, non mi sembra un
grande aiuto al Romano Italiano. Veltroni non è uno stupido,
ne uno che strategicamente piace giocare d'azzardo e quindi credo che
quanto affermato fosse un chiaro messaggio non del tutto casuale. Un
po' come nel film “Il monello” di Charlotte quando il papà
indicava al bambino la vetrina da rompere in modo che poi lui,
passando venisse chiamato a ripararlo. Ne più ne meno di
quello che avvenne con il precedente governo Prodi dove di fatto per
compiacere a confindustria e al Centro del nostro paese si negò
al PRC ogni possibilità di dialogo, costringendolo così
a provocare la caduta del primo governo e guarda caso, alla
sostituzione di Prodi con un prontissimo Massimo D'Alema. I vertici
DS ci riprovano? Usiamo i piccoli partiti della sinistra “per il
potere” e poi li facciamo fuori “per governare” come ci
chiedono.
E dire
che erano riusciti a far ingurgitare al PRC riforme inaudite da un
governo al cui interno militassero forze politiche come PRC e PdCI.
Forze così convinte di questo governo, da sostenere
finanziarie di guerra, riforme inesistenti delle pensioni e TFR,
riuscendo a trovare un merito anche nel contratto firmato a breve dei
metalmeccanici.
E'
vero, forse la confindustria, confidando nell'imbecillità
politica della cosiddetta sinistra radicale e nel chiaro appoggio del
gruppo capeggiato dal Senatore Lamberto Dini, voleva ottenere molto
di più da quel contratto, come ad esempio l'eliminazione del
contratto nazionale. Non è un caso infatti, se alla luce di
questo tentativo fallito, c'è stata la decisione definitiva di
Dini (non dimentichiamo i problemi giudiziari anche di sua moglie) a
non votare per il governo e del nostro Luca Cordero di Montezzemolo
che immediatamente chiede di rivedere e superare l'attuale forma
contrattuale. Un attacco non smentito ma affiancato nell'analisi sia
dai sindacati che da esponenti di spicco del PD.
Non
possiamo poi dimenticare la questione dei rifiuti della Campagna.
Quelli di Napoli e provincia dove con accuse vere ma non
giustificative nei confronti della camorra, si è cercato di
camuffare l' enorme responsabilità dei politici locali della
sinistra, come Bassolino e Jervolino, che da ben quattordici anni
governano la regione. Tutta colpa dei Verdi che hanno impedito la
realizzazione di termovalorizzatori? Bravi adesso abbiamo l'esercito
che riapre discariche sotto sequestro perchè utilizzate dalla
camorra o siti ad alto rischio per la salute dei cittadini locali.
In
questa schizofrenia nazionale, giocata e strutturata alla difesa di
piccoli interessi di giardino, bene si inserisce la Chiesa. Quella
politica, non religiosa, che da secoli vuole dettare leggi
condizionando uno stato che ritiene, anche se non ufficialmente,
giusto controllare. Quella chiesa che pretende leggi in difesa della
sua religione e non si preoccupa invece delle coscienze dei suoi
adepti che teoricamente dovrebbero rispettarle, non lo fanno e in
cambio pretendono di imporle agli altri con leggi oppressive del
diritto di ogni individuo. Da quella dei PACS a quella contro la 194
sull'aborto.
Le
affermazioni di Mons. Bagnasco e l'attacco portato contro la presenza
del Papa all'Università La Sapienza a Roma, sono state
fondamentali. E i politici di riferimento prontamente hanno obbedito.
Ne
consegue che il quadro complessivo di questo secondo governo di
centro sinistra è alquanto desolante. Soprattutto in
riferimento non solo alla totale mancanza di rispetto del programma
sottoposto ai suoi elettori ma, soprattutto nei confronti di un
cambiamento di questo Stato che rimane strutturato su tutti i fronti,
come quello democristiano degli anni cinquanta.
Il
problema è che gli altri, quelli del centro destra sono
peggio. Non solo falsi e voltagabbana. Basti osservare il teatrino
orchestrato da An, Lega e Forza Italia sulla questione della riforma
elettorale. Prima: non va bene, poi è ottima. Prima: “Mai
più con Berlusconi” e lui “Vado da solo”, poi di nuovo
forse tutti insieme.
Una
destra che alla caduta del governo Prodi, girava Roma con camion su
cui erano caricati militanti esaltati in camicia e bandiere nere,
come in un film del ventennio fascista. Ottima politica per una
nazione che fa parte dell'Unione Europea.
Credo
tutto sommato che in tutta questa vicenda, l'unico a cui concedo
l'onore delle armi, rimane ancora lui: Romano Prodi.
La
coalizione uscente senza il lavoro minuzioso di Prodi, non avrebbe
mai retto sino a questi giorni e il suo voler presentarsi alle camere
per ricevere un voto contrario, è stato un atto voluto e non
certamente dovuto. Non è stato uno scatto d'orgoglio, ma un
messaggio chiaro a tutti i componenti della coalizione di Governo: Io
non sono più disponibile ad altri rimpasti. E questo ha fatto
imbestialire i vertici del PD che già prevedevano schemi
diversi da quelli richiesti dagli elettori di riferimento. Magari
anche con l'onorevole Casini al governo. Del resto lo stesso Piero
Fassino a “Porta a Porta” rispondendo alla domanda della
giornalista Latella se ritenesse aver sbagliato scommettere su Prodi
come capo del governo, rispondeva che Lui è abituato a
guardare al futuro e non al passato. Quindi, nessun onore a Prodi dai
suoi stessi fratelli.
Ne
consegue che nessuna nuova coalizione con Prodi sarà creata
per varare le riforme. Del resto, se si voleva fare la riforma
elettorale e sul conflitto d'interesse, lo si poteva già fare
durante questi diciotto mesi.
Dopo
le consultazioni del Presidente Napolitano forse si darà
mandato al buon Marini o il sempre pronto Amato a formare il nuovo
governo. Certo è che non c'è “da star sereni”
perchè comunque vada ,non sarà più una
passeggiata.