lunedì 16 settembre 2024   
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editoriale » Habemus Quorum  

HABEMUS QUORUM
di Boris

 

Un risultato inaspettato senza ombra di dubbio. Il lavoro svolto in questo lungo anno ed in particolare in questi ultimi tre mesi hanno per una volta dato il risultato sperato.
Per la prima volta il messaggio “porta a porta” e la rete ha consentito di contrastare il blackout mediatico spalmato su tutti i periodici televisivi e cartacei. Una sorta di legale omertà, la cui parola d’ordine era impedire che i cittadini comprendessero la natura dei quesiti e il loro valore sociale, soprattutto in contrasto agli interessi economici delle più importanti lobby dell’acqua e del nucleare. Certamente a breve sarà divulgata la notizia, del tutta falsa, che il referendum ha avuto un ottimo risultato grazie al sostegno delle multinazionali del petrolio o da quei politici, come affermato dal presidente del “comitato per il NO” Oscar Giannino, che nelle municipalizzate vogliono piazzare i loro parenti o amici di partito.
Il dato però è certo, gli italiani hanno dato un chiaro messaggio al governo: non vogliamo queste leggi e non sono disposti ad accettare che il diritto all’accesso all’acqua, si trasformi in un bene di consumo e l’energia atomica, con i suoi derivati inquinanti, resti l’unica vera fonte di energia per le generazioni future.
 

Molti sono stati i tentativi di questo governo di far fallire il referendum, unico vero strumento diretto per tutti noi di intervenire sull’operato legislativo dei nostri politici. Dai ricorsi alla corte di cassazione, al decreto inventato solo ed esclusivamente per spostare la decisione sul nucleare a tempi futuri. Per non parlare della strana notizia diffusa alla stampa, alle 11.30 di lunedì mattina, dal ministro dell’interno Maroni sul raggiungimento del quorum. Un atteggiamento mai avvenuto in precedenza che ha dato tutta l’impressione di voler contenere la propria disfatta, trasmettendo ai cittadini l’inutilità di andare ulteriormente a votare sino alla chiusura dei seggi.
Non entro nel merito anche delle dichiarazioni rilasciate da Silvio Berlusconi a seggi ancora aperti e alla presenza del premier israeliano Benyamin Netanyahu perché sarebbe inutile anche perché certamente potrei essere accusato di aver interpretato faziosamente le sue dichiarazioni.

 

Non dimentichiamo che anche qualcun altro ha rischiato di farci perdere il referendum: il segretario Bersani e il suo braccio destro Letta che negli ultimi giorni hanno caricato di significato anti-berlusconi l’esito referendario, rischiando così di “far andare al mare” anche chi da destra ha riconosciuto il valore sociale di tali quesiti. Per fortuna la maggior parte degli italiani non ha ascoltato tale appello tranne ovviamente, e qui Bersani aveva ragione, la maggioranza che governa questo paese. E' stato, infatti, ridicolo osservare in tv, come a reti unificate, esponenti noti o lacché designati come Daniele Capezzone, continuare a negare il pericolo della crisi di governo e contemporaneamente cominciare crederci. Tanto da scuotere tutti i vertici delle correnti interne al Popolo della Libertà, come quella laziale inaugurata da Alemanno-Polverini, o quella degli “ex ministri” come On. Scaiola. Più evidente, perché maggiormente populista, il mormorio della base verso il gruppo dirigente della Lega Nord che riceve in un breve periodo, l’ennesimo schiaffo dei suoi elettori.

 

Forse la vincita dei referendum riuscirà ad aprire una nuova fase politica nel nostro paese, a cui anche la sinistra non dovrà sottrarsi. A partire dal Partito Democratico che dovrà spiegare come riuscirà a conciliare il suo appoggio ai referendum sull’acqua che provocheranno il mancato introito in bolletta per gli investimenti fatti dalle aziende municipalizzate privatizzate, e l’impegno a gestire e mantenere efficienti gli impianti concessi. Proprio e soprattutto in quelle regioni come la Toscana e l’Emilia Romagna dove le privatizzazioni in questo settore sono le maggiori d’Italia.
Questa vittoria referendaria non è stata solo un risultato numericamente storico, dato il precedente, ma può rappresentare un importante momento civico per il nostro paese, lo start per rilanciare e provare a ricostruire una diffusa cultura dei beni e dei diritti comuni che il berlusconismo, con il dogma del profitto ad ogni costo e il libero mercato senza regole, con tanta ingordigia a cercato di espropriare.

14/6/11

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