LICENZIATI
di Boris
E’ questa la prima cosa che mi viene
i mente al momento della lettura del risultato elettorale. Per la
prima volta nella storia, la sinistra non sarà presente in
parlamento.
Una risposta elettorale che può
tranquillamente essere definito un vero e proprio licenziamento.
Come definire oltremodo una vincita
così netta del cavaliere Berlusconi. Oltre 9 punti di
differenza e praticamente la cancellazione della Sinistra di
Bertinotti, Mussi & C.
Alcuni militanti incalliti possono
anche nascondesi dietro un dito accusando Veltroni e tutto il suo PD
di essere il vero artefice della scomparsa della sinistra definita
“antagonista” ma la verità è altra. Una verità
che deve tener conto del trionfo della Lega Nord che si afferma in
modo considerevole non solo al nord, attingendo in modo rilevante nel
serbatoio elettorale della sinistra stessa. Basti osservare la
migrazione dei voti rispetto i dati delle precedenti elezioni anche
in regioni come l'Emilia Romagna o la Toscana-
Certamente il PD, nonostante la sua
mancata presa del palazzo, un risultato l’ha ottenuto. E’
riuscito a portare, con la sua scelta partitico-indipendentista, il
nostro parlamento ancora più vicino al bipolarismo di stampo
anglosassone. Il modo diretto con cui ha tagliato il legame con i
cugini comunisti ed ex comunisti, non è stato dei migliori.
Usati per vincere le precedenti elezioni con la presunzione di
credere che non avrebbero chiesto nulla in cambio, mi sembra
veramente troppo. E allora via! Scaricati e accusati addirittura in
ultimo di essere la causa della perdita del PD a questa tornata
elettorale. Questo è quello che ha affermato Veltroni durante
la conferenza stampa tenuta dopo i risultati definitivi. I
Veltroniani cosa pensavano, che bastasse distribuire incarichi nelle
istituzioni, finanziare la scuola cattolica, mettere in discussione
il posto sicuro, difendere sottovoce la legge Biagi e criticare il
sistema pensionistico, per aggiudicarsi il voto dei moderati?
Impossibile. Sarebbe come affermare che gli interessi delle lobbies i
questo paese sono le stesse dei suoi cittadini. Tutti insieme per il
bene comune. Padroni e operai, banche e strozzati dai debiti,
cattolici integralisti e laici. Una convivenza impossibile.
Dal canto loro, la sinistra arcobaleno,
non è che in questi ultimi anni abbia tenuto un atteggiamento
costruttivo. Nasce in antagonismo al Partito della Sinistra
Democratica, si colloca al suo fianco con i Progressisti per
contrastare la vittoria dei Berlusconiani e dimentica l'origine del
suo pensiero. Infatti se da una parte rivendicava con grandi slogan e
rimpatriate di piazza, principi di sinistra, nei fatti mediava
costantemente quei principi all'interno del parlamento e soprattutto
negli enti locali. In questo modo non accontentando la sua base di
riferimento e costringendo la maggioranza moderata, a sopportarli con
fastidio. Praticamente non apparendo “simpatica” a nessuno.
E' proprio dalla questione degli enti
locali che bisogna partire per comprendere sino in fondo i motivi
della sconfitta. Una sconfitta che oggi viene banalmente riassunta
come “la mancanza della presenza del simbolo della falce martello”
(Diliberto dei Comunisti Italiani in primis..) e non con la
progressiva istituzionalizzazione dei rapporti con il potere. Un
rapporto che non ha più tenuto conto dei legami sociali che
oggi regolano la vita di questo paese.
Troppo spesso la sinistra antagonista
ha creduto di vedere e rappresentare una società che non c'è
più. Non tanto in riferimento alla suddivisione di classi
sociali che mai come oggi ha raggiunto una così profonda
divisione. Non sono infatti un'invenzione le differenze oggettive tra
lavoratori precari e quelli assunti a tempo indeterminato, come tra i
cittadini con sempre più alto reddito e famiglie con
possibilità economiche inferiori di gran lunga alla loro reale
necessità. Differenze che all'interno della società
odierna alimenta sempre più un personalismo anarchico che è
figlio non solo dell'egoismo, ma anche dalla necessità
oggettiva di difendere la propria famiglia dalla possibilità
futura, di tornare poveri come lo erano stati i loro nonni.
Questa è la ragione psicologica
principale che alimenta la volontà di difendere il proprio
territorio. Luogo dove i lavoratori stranieri, sgobbano nelle nostre
fabbriche ma vengono considerati come quelli che “ci rubano il
posto di lavoro”; sono soli in questo paese e quindi “violentano
le nostre donne”; vengono pagati meno di noi e quindi “vengono a
rubarci in casa”.
Per questo la Lega ha intercettato
questo pellegrinare di voti. Ha saputo dare una risposta immediata,
anche se profondamente superficiale, a questa paura. Senza parlargli
di massimi sistemi che non risolvono necessità oggettive
quotidiane. La stessa cosa è stata per i rifiuti, l'energia,
le infrastrutture, la burocrazia, l'evasione e i servizi in genere.
Gli altri rubavano e utilizzavano il bene pubblico per se stessi; la
sinistra moderata, voleva sistemare le cose, dando ragione a tutti e
non scomodando nessuno; quella antagonista, invece, era più
strutturata per un NO a prescindere. Proprio quest'ultima che
pretendeva di cambiare il sistema dall'interno, non ha saputo passare
in modo pratico e concreto, dalla “protesta alla proposta”. Una
distanza questa che li ha collocati ad una distanza politica dal
paese, ormai quasi incolmabile.
Non conosco il progetto futuro della
sinistra arcobaleno ma credo che, dopo una seria discussione interna,
la sua base debba avere il coraggio di esprimersi in modo radicale,
soprattutto nei confronti della propria classe dirigente.
Impedendogli così di addossare ad altri, le colpe della
propria scomparsa.