CURCIO A MODENA PER IL
SUO ‘CARCERE SPECIALE’
di Linda Pastorelli
Erano tante le persone
che sabato 31 marzo affollavano la sede del Laboratorio
‘S.C.O.S.S.A.’ di Via Carteria. Persone di ogni età e ceto
raccolte per ascoltare il lavoro di ricerca di uno dei personaggi
sicuramente più discussi della nostra recente storia. Renato
Curcio, ex-fondatore delle Brigate Rosse insieme a Margherita Cagol e
ad Alberto Franceschini, è stato invitato nella nostra città
per presentare il volume ‘Il carcere speciale’ pubblicato dalla
case editrice ‘Sensibili alle Foglie’.
Arrestato nel settembre
del 1974, Curcio ha scontato il lungo periodo di detenzione (fino al
1993) senza sconti di pena. Oggi è un uomo libero e da ben 14
anni svolge il lavoro di ricercatore all’interno della cooperativa
‘Sensibili alle Foglie’, di cui è direttore editoriale, e
con cui ha pubblicato una serie di lavori in seno al Progetto
Memoria. Il Progetto memoria è una vasta ricerca
sull’esperienza armata di sinistra degli anni ’70. Questa ricerca
abbraccia principalmente il ventennio ’69 – ’89 ed è
basata su un rigoroso esame di fonti documentarie certe e su
metodologie socio-statistiche, bibliografiche e antropologiche. In
totale sono stati cinque i volumi pubblicati relativi ad altrettante
ricerche svolte in questi anni, sempre seguendo una logica espositiva
e non interpretativa (La mappa perduta del 1994, Sguardi ritrovati
del 1995, Le parole scritte del 1996, Le torture affiorate del 1998 e
Il carcere speciale del ).
Il valore di questo importante e corposo
lavoro è quantificabile anche dalle tante tesi di laurea
collegate (se ne contano circa 150) e dal fatto che Curcio sia stato
invitato a presentarlo in decine di università italiane e
straniere. Purtroppo la maggior parte del corpo politico modenese non
ha considerato allo stesso modo questa importante testimonianza
storica su anni che appartengono alla memoria collettiva ma che
troppo spesso sono dimenticati o, ancora peggio, ignorati. Le
dichiarazioni si sono susseguite feroci nei giorni precedenti
l’arrivo di Curcio in città, sia da destra che da sinistra.
Si è gridato all’oltraggio, all’offesa pubblica,
all’indecenza. Il sindaco di Modena, Pighi, ha persino tacciato i
contenuti delle ricerche svolte come gravi e tendenti alla
ricostruzione di un nuovo nemico di classe! Dimenticando però
che i lavori sono interamente supportati da fonti documentarie sicure
e provate e, tutte le volte che sono stati presentati alle
istituzioni per testare l’autenticità delle esperienze
raccontate e consentire così la loro eventuale replica,
nessuno a mai proferito parola o condannato la ricerca. Alcuni di
questi lavori parlano di temi scottanti, come nel caso di ‘Le
torture affiorate’. La ricerca ha portato alla luce l’utilizzo
della tortura nelle carceri italiane (sono stati documentati più
di 70 casi), per sei mesi, dopo il sequestro del generale Dozier
avvenuto nel dicembre del 1981. Grazie alle deposizioni di alcuni
poliziotti è stata verificata l’attendibilità,
purtroppo solo di alcune testimonianze dei torturati ed, in
cassazione, è stato tutto confermato. Anche questo lavoro,
così delicato ed ostico è stato presentato alle
istituzioni ed ai parlamentari, nessuno ha mai avuto nulla da
eccepire. L’ultimo lavoro ‘Il carcere speciale’ parla invece
dell’istituzione carceraria e dei cambiamenti che l’hanno
attraversata tra il 1969 e 1989. La ricerca indaga anche le diverse
strategie, le differenti modalità di stare in prigione dei
soggetti incarcerati in questo periodo storico. I documenti
presentati provengono da diverse fonti quali i diari dei detenuti, i
documenti di fonte istituzionale, cioè quelli
dell’amministrazione penitenziaria e i testi delle leggi fatte di
conseguenze. Partendo dai primi militanti politici finiti in un
carcere, quello della fine degli anni ’60, che ancora era regolato
dal codice carcerario fascista del 1931, Curcio ha accompagnato i
presenti attraverso le lotte, i pentimenti, le riforme, l’istituzione
dei ‘braccetti della morte’, le reti, i comitati che hanno
caratterizzato la storia dei carceri/carceri speciali italiani.
Mentre intorno si scatenava la follia da attacco terroristico. Agenti
in assetto antisommossa e con le camionette in Sant’Eufemia, agenti
della Digos in borghese nelle strade attigue, perquisizioni sommarie
a chi passava in zona. Per fortuna, alla fine, nulla è
successo e tutto è proceduto nel migliore dei modi.
Ascolta la conferenza di Renato Curcio a Modena