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Controinformazione » Lotta dei migranti  

Terza giornata europea di lotta dei migranti

Ciao a tutte e tutti,

questa è la traduzione della bozza di appello per la terza giornata europea di lotta dei migranti lanciata ad Atene. La bozza, che è stata scritta insieme ad Hagen, un compagno del Frassanito network, e in seguito integrata da coloro che hanno lavorato all’organizzazione dell’asse migrazioni nel FSE, in particolare Filippo Miraglia per l’ Arci e Marine Gracem dell’Ipam francese (ma non chiedetemi cosa sia l’ Ipam) è in discussione sulla mailing list europea nata a Londra lo scorso anno a ridosso della costruzione del 2nd day of action e si è allargata quest’anno in seguito all’assemblea di Atene. Come dicevamo nel report, le parole d’ordine recepite sono quelle sostenute dal network di Frassanito. I riferimenti al forum di Bamako sono presenti per valorizzare il fatto che in quell’occasione l’asse delle migrazioni ha avuto un ruolo importante e per connettersi all’iniziativa, lanciata nell’appello che viene citato, di una mobilitazione tra Europa e Africa.

La discussione del documento sarà aperta fino alla seconda settimana di giugno in modo tale che l’appello sia pronto per essere lanciato nel corso di iniziative come la carovana per la libertà di movimento che si terrà a Barcellona tra il 23 e il 25 giugno, il forum sociale delle migrazioni che si terrà negli stessi giorni a Madrid, il controvertice al summit euro africano che si terrà a Rabat dal 6 al 16 luglio. Giro l’appello a tutti per osservazioni e commenti. Credo che sia condivisibile e che nei prossimi giorni valga la pena esprimersi come Tavolo sulla lista per sostenerlo. Chi volesse essere iscritto alla lista può farmelo sapere e lo comunicherò ad Hagen.

Un saluto e a presto

Paola

APPELLO PER LA TERZA GIORNATA DI MOBILITAZIONE E LOTTA DEI MIGRANTI

7 OTTOBRE 2006

IN EUROPA E OLTRE

“In nome della lotta all’immigrazione clandestina, i governi adottano misure poliziesche repressive ed estendono le frontiere delle nazioni ricche attraverso i centri di detenzione, le espulsioni e la selezione della forza lavoro” (dall’Appello di Bamako/Mali al Polycentric World social Forum, gennaio 2006)

Mentre il regime Europeo di governo delle migrazioni produce clandestinità, l’esternalizzazione dei centri di detenzione e di altri strumenti di controllo nei paesi africani e dell’Europa dell’Est è una delle principali misure adottate dalle autorità europee contro i continui movimenti e le lotte dei migranti.

Quando migliaia di migranti e rifugiati collettivamente hanno attraversato le reti di frontiera delle enclaves spagnole di Ceuta e Melilla nell’ottobre dello scorso anno, le rivendicazioni per la  libertà di movimento e per uguali diritti sono state chiaramente portate alla pubblica attenzione, almeno per un momento. Le reazioni disumane e barbare, gli spari a morte e le deportazioni di massa nel deserto rispecchiano il crescente livello di conflitto e la crisi del regime europeo di governo delle migrazioni.

Ma c’è un processo in atto che mina alle fondamenta questo regime – non solo dall’esterno dei confini, ma anche dall’interno. Attraverso tutta l’Europa, ogni giorno, vediamo lotte sociali e politiche, proteste e campagne contro i campi e le deportazioni, per il diritto d’asilo per le donne e gli uomini, per la regolarizzazione, per una cittadinanza europea di residenza e contro lo sfruttamento del lavoro migrante. E queste lotte vanno molto oltre ogni ristretta concezione dell’identità europea.

Questa nuova giornata comune di lotta si riferisce non solo alle mobilitazioni del 31 gennaio 2004 e del 2 aprile 2005, quando la prima e la seconda giornata di azione e lotta dei migranti hanno avuto luogo in più di 50 città in tutta Europa. Ad Atene, nel maggio 2006, la questione delle migrazioni per la prima volta ha avuto un proprio asse tematico nell’ambito del Forum Sociale Europeo. Una rete crescente di realtà legate alle questioni dei migranti ha deciso, nell’assemblea finale, di fare un passo avanti e coordinare ancora una volta l’iniziativa intorno al 7 ottobre.

Tenendo in considerazione le specifiche condizioni e circostanze regionali e nazionali delle varie lotte, la terza giornata di lotta dei migranti ambisce ad assumere un livello di resistenza europeo e transnazionale. Da una parte, la nostra mobilitazione includerà i primi passi di un’azione centrale su scala europea nella prospettiva di sviluppare una manifestazione comune nel 2007, sia a Bruxelles o in qualunque altro luogo politicamente rilevante. Il nostro intento è quello di rivolgerci all’Europa nel suo complesso, non solo ai governi nazionali. Dall’altra parte, la scelta della data di ottobre serve a ricordare gli eventi avvenuti a Ceuta e Melilla nel 2005. Faremo uno sforzo particolare nella costruzione della cooperazione con le iniziative in Africa: una giornata di azioni in contemporanea tra le
città Europee e Africane a ottobre aiuterebbe a promuovere un asse sulle migrazioni nel prossimo Forum Sociale Mondiale, che avrà luogo a Nairobi (Kenia) nel gennaio 2007. Questo corrisponde a quanto indicato dall’appello di Bamako: “nel periodo tra il Forum di Bamako e quello di Nairobi, proponiamo un anno di mobilitazione internazionale in difesa del diritto di ognuno di circolare liberamente e di determinare il proprio destino […] proponiamo una giornata internazionale di mobilitazione che possa avere luogo in luoghi simbolo delle frontiere (aeroporti, centri di detenzione, ambasciate ecc…)”.

Infine, vogliamo sottolineare la dimensione globale delle lotte dei migranti oggi. Così, intendiamo connettere la nostra giornata di lotta con la prossima mobilitazione di massa del movimento americano dei migranti, nel settembre 2006.

La terza giornata di lotta sarà diretta contro la negazione dei diritti e la criminalizzazione dei migranti, articolando rivendicazioni chiare all’interno delle parole d’ordine LIBERTA’ DI MOVIMENTO E DIRITTO DI RESTARE:

- per una regolarizzazione senza condizioni e uguali diritti per i
migranti in tutta Europa

- per la chiusura di tutti i centri di detenzione in Europa, per la
fine
delle deportazioni e del processo di esternalizzazione

- per la rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di
lavoro, contro la precarietà.

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