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Documenti di approfondimento » Decreto Gelmini: Reggio Emilia si mobilita.  

Decreto Gelmini: Reggio Emilia si mobilita
di Elena Ferrari


E' trascorso ormai un mese da quel 25 Novembre, giornata in cui anche le facoltà di Scienze della Formazione e Scienze della Comunicazione di Reggio Emilia si aggiungevano alla lista delle università occupate d'Italia. Lista che, a partire dalla turbolenta apertura dell'anno accademico (fra ritardi, corsi sospesi, ricercatori astenutisi dalla didattica e studenti in mobilitazione) ha visto una forte protesta allargarsi a macchia d'olio nel corso delle settimane. E' trascorso ormai un mese e siamo in questi giorni alle battute finali per l'annoso DDL Gelmini: mentre in Senato si discute per la sua definitiva approvazione, le piazze si fanno teatro di scontri sempre più duri.

Ma è stato proprio questo, a detta della stampa e dello stesso preside, che ha distinto gli studenti Reggiani nella loro lotta alla riforma: la civiltà e l'attenzione nello studiare ed esercitare forme di mobilitazione che fossero concrete e visibili, e nello stesso tempo rispettose dei luoghi e della cittadinanza. Perchè “Lo scopo -ci dice una studentessa- e' farci sentire, non farci arrestare...per manifestare dissenso si può uscire dall'ordinario, ma non bisogna uscire dalla legalità”. Infatti l'occupazione della ex Caserma Zucchi è stata decisa proprio con queste modalità: indicendo un'assemblea straordinaria aperta a tutti gli studenti e docenti, e votando democraticamente se e quali azioni di protesta era opportuno iniziare. La maggioranza schiacciante (sui trecento presenti) ha deciso per l'occupazione dell'università con conseguente sospensione delle attività didattiche, ma nei suoi orari di apertura, dalle 8 alle 20.
Così il pomeriggio del 25 novembre, anche a Reggio si cala lo striscione “Università occupata”, e gli studenti in fermento iniziano a organizzare gruppi di lavoro per gestire meglio la programmazione giornaliera: lettura e approfondimento del Decreto, gruppo rete per i contatti con le altre facoltà, comunicazione con i media, organizzazione di eventi.
Gli universitari sono così riusciti a portare a termine, in poco più di cinque giorni, numerose iniziative. Da subito si sono infatti creati striscioni e stesi di comunicati stampa, si sono concesse interviste alle reti e ai giornali locali presenti in facoltà.

Il giorno successivo sono intervenuti alle assemblee degli studenti occupanti personalità come il Sindaco Graziano Delrio, le parlamentari democratiche Albertina Soliani e Leana Pignedoli, l'assessore provinciale all'Istruzione Ilenia Malavasi, il segretario provinciale Roberto Ferrari; tutti hanno manifestato sostegno all'occupazione e si sono confrontati con i ragazzi sui temi della riforma e dell'università in generale con tutte le sue problematiche.
Sabato 27 sono stati ricevuti invece l'assessore a Cultura, Paesaggio, Ambiente e Pianificazione della Provincia di Reggio, Mirko Tutino, i consiglieri comunali del Pd Andrea Capelli e Federico Montanari, il consigliere della circoscrizione ovest Davide Corradi e alcuni rappresentanti di Sinistra Ecologia e Libertà e del Movimento 5 stelle. Alle 17 si è poi attuato il frizzante Flash Mob a “I Petali”, in cui più di duecento voci hanno voluto ricordare ai cittadini impegnati nello shopping i loro diritti espressi dall'articolo 3 della costituzione, gridandolo nel corridoio principale del centro commerciale.
Dopo la pausa domenicale, si riprende lunedì 28 con una sorpresa: Il rocker di Correggio Luciano Ligabue (presente in facoltà per intervenire ad un convegno tenuto nell'aula magna) si rivolge agli studenti occupanti, riuniti per un cineforum, esprimendo condivisione al dissenso nei confronti delle manovre economiche del governo e appoggio alle iniziative della mobilitazione universitaria reggiana. Il pomeriggio continua con il presidio sul ponte di Calatrava, da cui una delegazione di occupanti ha calato uno striscione che sentenziava “Tagliamo i ponti con l'ignoranza”. Intanto, in Consiglio comunale si approva  un ordine del giorno presentato dai democratici Rossana Cavatorti e Federico Montanari sul tema della riforma universitaria per esprimere "piena solidarietà e vicinanza agli studenti, ai ricercatori e ai docenti dell’ateneo della nostra città impegnati nella protesta in opposizione alla riforma universitaria proposta dal governo". Infine, la sera, dopo l'incontro con delegati di diverse sigle politiche e sindacali tra cui Fiom, Cgil, Fai, Usi, Idv, Sel, Movimento5Stelle, Pd, e Fli, si è svolto l'evento “Musica libera in università occupata” a cui hanno partecipato gruppi locali emergenti e la Banda di quartiere.

L'ultima giornata di occupazione, martedì 30, culmina con il presidio alla sala del Tricolore presso il  Municipio di Reggio, nella quale gli studenti incontrano l'assessore all’Istruzione Luna Sassi. Dopodichè lo striscione esposto in sala, che vuole ricordare nell'anno del centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia, un tale paradosso “150 anni di cultura per fare l'Italia. 15 minuti d'ignoranza per distruggerla!?!” viene portato al Teatro Valli e definitivamente appeso sulla balconata. Quindi di nuovo tutti in facoltà, assieme agli studenti medi in piazza per il loro corteo, per seguire in diretta video i lavori della Camera...e la tanto temuta approvazione del DDL.

Mercoledì 1 dicembre le due facoltà si riuniscono di nuovo in assemblea per fare un bilancio dei giorni appena trascorsi e decidere il programma di mobilitazione futuro. La maggioranza decreta quindi che "Le facoltà restano in occupazione e la mobilitazione continua – come ci spiega un portavoce degli studenti - ma si riattivano le lezioni per cercare di coinvolgere il maggior numero di studenti, anche in contrapposizione di chi identifica in coloro che occupano solo fannulloni e personaggi legati ai centro sociali".
Nei giorni successivi la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama modifica la calendarizzazione del voto sul decreto, inizialmente fissata per il giorno 7,  posticipandolo al voto di fiducia (previsto per il 14 dicembre) e facendo sperare per un attimo tutti gli atenei occupati d'Italia.
Intanto le facoltà di Educazione e Comunicazione restano attive organizzando volantinaggi, eventi come la lezione del prof. Melloni  intitolata “Ieri e oggi, la riforma dell'Università: come siamo arrivati alla riforma Gelmini?”, mantenendo i contatti con le altre dell'ateneo e con le varie associazioni studentesche, partecipando e sostenendo il presidio dei lavoratori della cooperativa GFE (fornisce gli addetti alla Snatt, che non ha intenzione di rinnovare l'appalto nel 2011) davanti ai magazzini SNATT di Campegine e Castelnuovo Sotto.

Sfumata, martedì scorso, l'ipotesi del crollo del Governo (con ministro e decreto istruzione annessi),  la mobilitazione a Reggio comunque non si ferma: la più recente vittoria degli studenti è stata infatti quella di ottenere dal preside di Scienze della Formazione Giorgio Zanetti uno spazio permanente per il collettivo di mobilitazione studentesca. L'aula 6/b della Zucchi è quindi da oggi il nuovo spazio socio-mentale di ideazione, mobilitazione, confronto, dedicato a tutti quegli studenti che ogni giorno animano l'università e a cui il binomio lezioni-esami ormai non basta più.

13/12/10

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