LICENZIAMENTI
E INTIMIDAZIONI POLITICHE ALLA FIAT DI POMIGLIANO D’ARCO E ALLA
FERRARI DI MODENA
"La
Fiat torna ai licenziamenti politici per rappresaglia come negli anni
Cinquanta". Così Giorgio Cremaschi, della segreteria
nazionale della Fiom, commenta "la decisione della Fiat di
licenziare complessivamente, in tre giorni, dieci tra delegati e
lavoratori a Pomigliano d'Arco".
"L'unica motivazione
di questi licenziamenti – sostiene Cremaschi – è che dei
lavoratori hanno partecipato alla sacrosanta protesta in atto nello
stabilimento Fiat contro i metodi autoritari e polizieschi con cui,
in violazione dello statuto dei lavoratori e del rispetto delle
persone, vengono gestiti i corsi di formazione.
In Fiat stiamo
tornando rapidamente agli anni Cinquanta con un clima di
intimidazione, autoritarismo, un peggioramento generale delle
condizioni di lavoro che è un atto di accusa contro la
gestione di Marchionne e Montezemolo".
Il fatto non sembra
circoscritto solo allo stabilimento di Pomigliano d’arco ma, come
diffuso da un comunicato della Segreteria
nazionale della Fiom-Cgil
“Alla
Ferrari di Modena la Fiat ha inviato una comunicazione-diffida a
tutti i delegati sindacali della Rsu Fiom, Fim, Uilm in relazione
allo sciopero, con corteo interno, svoltosi nella fase finale del
negoziato per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro.”
“Analoga
diffida, con riserva di ulteriori iniziative, è stata inviata
ad alcuni delegati Fiom per una conferenza stampa svoltasi nella
saletta sindacale che, tra l’altro, non è situata
all’interno del perimetro dello stabilimento.”
“La
Segreteria nazionale della Fiom denuncia questi atti da parte della
Fiat come operazioni di carattere intimidatorio nei confronti dei
delegati e dei lavoratori; operazioni che si configurano come una
pratica di relazioni sindacali inaccettabili.”
"La
decisione della Fiat di tornare ai licenziamenti politici – dice
ancora Cremaschi – avrà inevitabili ripercussioni su tutte
le relazioni sindacali del gruppo e anche a livello più vasto.
Con questi licenziamenti si chiude la fase del dialogo e in Fiat
comincia la fase di conflitto e lotta, di una durezza senza
precedenti negli ultimi anni, di cui il gruppo dirigente Fiat si
assume totali responsabilità".