Le Deportazioni
Il carcere
(dai miei appunti)
“Vengono e portan via”
(Gorki)
Il rumor di ferraglia che
si chiude dietro le tue spalle, in quel andito buio, ti fa dire: “ecco ci
siamo!”. E comprendi che sei piombato inesorabilmente in un mondo nuovo. Fuori
dalla vita.
Scrivono il tuo nome in un
registro, prendono le impronte delle tue dita, fotografano la tua faccia, ti
danno un numero. La tua personalità è distrutta: Il tuo “Io” non ha più alcun
valore.
La tua dignità, la tua
posizione, la tua cultura, i tuoi interessi, i tuoi progetti, la tua famiglia,
i tuoi amici son chiusi fuori da una porta.
Ti conducono in un altro
locale oscuro, ti spogliano delle cose più intime, ti prendono il portafoglio,
le carte e le fotografie più care. Ti levano persino la cinghia dei pantaloni,
i legacci delle scarpe e la matita.
Ti mettono un abito in cui
chissà quanti disgraziati hanno penato dentro e, così trasformato e privato di
tutto, ti accompagnano dentro una cella, una stanza qualunque, fatta in un modo
qualunque, ma che potrà avere per te una enorme importanza; ove dovrai passare
le tue ore, i tuoi giorni, i tuoi mesi, i tuoi anni, perduti per sempre”.
Gli Affari
“Uomini e donne idonei al
lavoro sono immatricolati, e sottoposti a lavoro forzato, ammassati in baracche,
accumulati nei “castelli” di quattro o sei posti letto, inquadrati,picchiati e
spesso torturati e impiccati. Gli altri (i ragazzi, i vecchi, gli invalidi, le
donne incinte) sono mandati direttamente nelle camere a gas. Denari e preziosi
sono sequestrati e inviati direttamente alla Reichsbank. Preziosi e divise
estere sono venduti in Svizzera e dominano interamente il mercato dei preziosi”
(confessioni di R. Hoss: comandante ad Auschwitz)
L'oro dei denti vien fuso
in verghe. I capelli femminili sono inviati ad una industria di Baviera.
Dai corpi si traggono
capelli, sapone, ceneri di concime, fertilizzanti. Con le pelli umane si sono
fatte anche copertine per libri e paralumi. Nulla nel deportato resta
inutilizzato, per la potenza del Grande Reich.
Lo Sterminio
Protetti da maschere
antigas e stivali di gomma, appena le pompe avevano aspirato il gas, cominciava
l'opera orrenda dei becchini. Ma lasciamo il racconto alle belve naziste.
“Il primo compito era
togliere il sangue e gli escrementi prima di staccare, con uncini e lacci, i
morti aggrappati gli uni agli altri, preludio alla macabra ricerca dell'oro,
dell'estrazione dei denti e del taglio dei capelli; gli uni e gli altri erano
considerati dai tedeschi di importanza bellica. Poi veniva fatto il trasporto
ai forni crematori con vagoncini su binari. E infine la macina dei resti fino a
ridurli in cenere fine. E un autocarro portava queste ceneri nelle acque del
fiume Sola”
( testimonianza Reitlinger. Processo di Norimberga)
Talora le ceneri venivano adoperate
come fertilizzante. Una ditta tedesca se ne procurò la fornitura. Una ditta di
Danzica costruì una vasca scaldata elettricamente e con essa si faceva sapone
col grasso unano. Ed eccone la ricetta.
“dodici libbre di grasso
umano, dieci quarti di acqua e da otto once ad una libbra di soda caustica.
Poi far bollire il tutto
per due o tre ore. Poi lasciar raffreddare”
(dagli atti del processo di Norimberga)
Se questo è un
uomo...
voi che siete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a
sera
il cibo caldo e i vostri
amici:
Considerate se questo è un
uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per
un no.
Considerate se questa è
una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza per
ricordare
vuoti gli occhi e freddo
il grembo
come una rana d'inverno.
(Primo
Levi)
I Bambini di Terezin
Terezin fu un ghetto per
bambini. Quindicimila bambini dai sette ai tredici anni furono strappati alle
loro case, alle loro famiglie e costretti a vivere in un mondo orribile e
brutale.
Di li, a scaglioni, quei
ragazzi furono trasportati ad Auschwitz e qui uccisi, avvelenati dai gas,
bruciati e le loro ceneri disperse.
Dei quindicimila solo
cento scamparono alla morte.
L'Orco Cattivo
C'era una volta un
bruttissimo Orco
col muso da iena e da
porco.
Bruciava i bambini che
sono cattivi
sul suo girarrosto
arrostendoli vivi.
Le orche che stavano
attorno
accendevano il
forno....
Non bisogna cantare
ninne nanne bugiarde.
Non bisogna cantare
ninne nanne di paura.
Non ci sono più orchi
che bruciano i bimbi cattivi.
Ci sono soltanto Orchi
che bruciano i bambini buoni...
“Vorrei andare sola,
dove c'è un'altra gente
migliore
in qualche parte
sconosciuta
dove nessuno più
uccide”
Alena Synkova ( Bambina uccisa a Terezin)
“Ad Auschitz un giorno si
dovevano uccidere centinaia di bambini, già chiusi nelle camere a gas.
Mancavano le bombole e allora le SS entrarono nella baracca e finirono tutti
quegli innocenti a colpi di calcio di fucile sul cranio”
( Bruno Piazza - donne e bimbi
nei Lager )
Si costruiscono
addirittura carceri e Lager per soli bambini.
Nelle carceri di Riga ve
ne sono duemila.
Nel campo di Salaspisko
tremila. E gli orrori sono indicibili.
Molti bambini vengono
prelevati dai Lager e portati in “case per bambini” per servire da “cavie”.
Orribili esperimenti sono
operati su queste vittime: nelle case per bambini della Volkswagen di Hannover
e di Velpke, con atroci sofferenze, sono eseguiti sui bimbi esperimenti
inumani, che è impossibile descrivere. Nella casa di Velke, negli ultimi mesi
del 44', su cento bambini ammessi ne erano morti, sotto gli esperimenti 84.
Per la scuola di tiro a
segno della Hitler Jugend si adoperavano bambini russi come bersagli vivi. Ciò
e stato accertato dalla Commissione d'Inchiesta di Lvov.
“ Gli adulti venivano
uccisi sul posto e i bambini consegnati alla Hitler Jugend per esercizi di tiro
al bersaglio”. Così la Gioventù di Hitler veniva educata alla “Civiltà”.
I Campi di Concentramento Italiani
Fossoli
“Una rete divide i
politici dal campo degli ebrei.
Li ci sono famiglie
intere, di tutte le città d' Italia.
Giovanotti, nonni, signore
in cappellino, bambini.
I giovani sono già ridotti
in pantaloncini o in mutande, hanno venduto tutto, anche la camicia: anelli,
orologi, cinghie da pantalone per due pezzi di pane e due uova.
Mercanti affamatori, come
avvoltoi, operano dentro e fuori il campo.
Dentro al campo c'è
rimasta la fame.
Sotto la rete passano,
strisciando, Moisè e Bertina.
Moisè di 3 anni. Testa
pesante, naso ebreo, labbra grosse. E Bertina di 6. Moretta con la frangina,
bellissima: tale e quale la Bertina mia che ho lasciato a casa.
Moisè e Bertina. Occhi
grandi che hanno fame.
A noi, politici del luogo,
così come avviene in carcere la famiglia porta ogni domenica una sportina di
cibo. Quando arriva il fagotto tutto va a Moisè e Bertina. “Guarda Moisè cosa
c'è oggi! C'è un bel pezzo di torta. Se dici:”Viva il Duce” te lo dò ”. Moisè
sembra non capire. Poi, poco a poco, lascia scendere dagli occhi caldi,
amarissimi, i lacrimoni.
“No! Viva il Duce non lo
dico”.
Anch'io ho i lacrimoni. E
abbraccio Moisè, forte forte, mentre mangia la sua torta.”
Nel tiro a segno di
Cibeno, lungo l'immensa fossa scavata da ebrei terrificati, rotolarono ad uno
ad uno, colpiti alla nuca, 68 sul mucchio sanguinolento di corpi trasfigurati.
Più di un'ora durò l'orrenda mattanza. Solo in due riuscirono a fuggire. Poi
tutto fu angoscioso silenzio.
Risiera di San Saba
Vi arrivano politici,
ebrei, partigiani ed ostaggi: dal Veneto, dal Friuli dal Cadore, dalla Carnia,
dal Carso, dall'Istria, dalla Croazia e dai Balcani.....
Fu campo di sterminio
feroce: Tribunale segreto e luogo d'esecuzione capitali.
Fu regno di Stangl, la
“Belva di Treblinka” di Wirt il “cristiano selvaggio” e del gen. Globus,
delfino di Himmler.
Qui operò il Battaglione
David della brigata nera.
San Saba era l'unico campo
di concentramento italiano che avesse il crematorio.
“Guardi il camino:
bruciano gente. Ho visto due o tre
volte uomini e donne sparire nel locale
del forno. Capitava sempre verso le 22.30 o 23.00.
Un milite andava a
prendere i condannati. Una notte ho contato 56 persone che andavano dal cortile
sino alla bocca del forno; un'altra notte 73. Poi non sono più riuscita a
continuare....
Io avevo con me nella mia
cella mia figlia Sandra di appena 14 anni.
(testimonianza di Magda Rupena)
Bolzano
Vi sono celle buie e tetre
divise da un lungo corridoio, in tutto una cinquantina, per gli individui
pericolosi, in queste celle e in questi capannoni, vengono ammassati patrioti,
partigiani, ebrei: gettati in celle luride, accanto a losche figure di
traditori, spie nazifasciste e delinquenti comuni.
Racconta Don Gaggero:”Un
treno merci ci trasportò da Bolzano a Mauthausen.
60 ogni carro. Furono 4
giorni e 5 notti di viaggio. I tedeschi avevano dato a ciascuno un chilogrammo
di pane, un pezzo di margarina e un poco di marmellata:
Tutto fu presto esaurito e
la fame non ci lasciò più.
Partiti in 400, soltanto
in 20 siamo riusciti a sopravvivere e ciascuno dei sopravvissuti non saprà mai
dire il perchè”.