Lucca Comics 2011
REPORTAGE DAL MONDO DEL FUMETTO
di Francesco Tassi
È domenica 30 ottobre, sto passeggiando per le strette strade di Lucca, insieme a una moltitudine di altri passanti che mi rende difficile, anzi impossibile, raggiungere l’altra parte della strada. Fin qui nulla di strano, potrebbe trattarsi dell’ordinario sovraffollamento dei giorni festivi, ma i passanti che mi circondano non sembrano indossare i vestiti buoni della domenica.
Mentre mi divincolo fra Dylan Dog, cavalieri Jedi, Power Rangers, corsari caraibici, super eroi americani e super-robot giapponesi, per citare solo alcuni delle centinaia di personaggi che riconosco intorno a me, capisco che fra le antiche mura di Lucca deve essere accaduto qualcosa di straordinario, forse una magia che ha dato improvvisamente vita ai personaggi dei fumetti, dei film e dei videogames.
Questo incantesimo che ha ribaltato il mondo della realtà per farvi entrare quello della fantasia, si chiama “Lucca comics, movies and games 2011”, ed è il popolarissimo festival che dal 28 ottobre al primo di novembre, trasforma la città di Lucca nel regno della creatività al potere. Per questi cinque giorni i cosplayers, ovvero gli appassionati di cinema, fumetti o videogiochi che danno corpo con i propri costumi ai personaggi di fantasia, creano a Lucca una sorta di Carnevale anticipato per la gioia di ogni appassionato. Il popolarissimo Festival italiano, quest’anno ha battuto ogni record di visite registrando ben 155 mila presenze e accreditandosi così come la terza più grande mostra–mercato del settore al mondo, preceduta solo dal Festival nipponico di Tokyo e da quello francese tenuto ad Angoulemme, ma superando per numero di presenze l’americano “Comicon” di San Diego.
Il Festival, che attira ospiti e pubblico da tutto il mondo, si svolge nel centro rinascimentale della città e si articola in decine di differenti padiglioni suddivisi per aree tematiche (Fumetto, videogiochi e film d’animazione e non solo), sparsi all’interno e all’esterno delle mura della città. Numerose sono anche le sale destinate agli incontri e le mostre che riempiono ogni spazio espositivo del centro storico, proponendo allestimenti di illustrazioni e fumetti in linea con il tema dell’Avventura, parola chiave prescelta per l’edizione del Festival del 2011, dedicato al grande scrittore di romanzi avventurosi Emilio Salgari, di cui ricorre quest’anno il centenario dalla nascita. Data la grande ricchezza e la varietà del programma del Festival, che richiederebbe più di uno sdoppiamento al visitatore che volesse presenziare ad ogni evento, ho scelto di delimitare il mio interesse esclusivamente all’ambito del fumetto, che risulta il settore trainante del Salone fin dalla sua prima edizione, nel lontano 1966.
A Lucca Comics partecipano tutti i più importanti operatori del settore ed un numero sempre crescente di negozi specializzati, fumetterie ed associazioni ludico-culturali. Per questo motivo, il Festival rappresenta il momento più importante dell’anno dedicato al fumetto, con un carnet di appuntamenti ed eventi da capogiro e, soprattutto, una lista di ospiti di primo livello. Fra questi si annoverano vere e proprie stelle del fumetto del calibro di Jeff Smith, autore statunitense della premiatissimo Bone, che a Lucca coglie l’occasione per presentare personalmente l’edizione italiana del tomo unico che raccoglie tutte le avventure della serie. Dagli USA, proviene anche David Mazzucchelli, vincitore dell’ambito premio Gran Guinigi per la categoria Storia Lunga, con l’ originale e ambizioso “Asterios Polyp”, in cui tenta di descrivere psicologie e personalità dei suoi personaggi coniugandole con invenzioni visive e grafiche sempre sorprendenti. Anglofono anche Craig Thompson, autore britannico della graphic novel dalle atmosfere medio orientali Habibi, la quale rappresenta graficamente una personale riflessione dell’autore sul difficile dialogo fra Islam e Cristianesimo. Ancora inglese è David Lloyd, l’abilissimo disegnatore del celebre “V… come Vendetta”, fumetto cupo e visionario ideato da Alan Moore e poi approdato nelle sale cinematografiche nel 2005. Sono i suoi pennelli che hanno dato forma alla maschera di “V”, che si è trasformata in simbolo universale di rivoluzione anarchica ad tirannia.
Un altro disegnatore d’eccezione presente è lo spagnolo Guarnido, la cui maestria ha dato vita e colore (ad acquarello) all’investigatore noir dal volto felino Blacksad, ideato da Canales, collocato in un mondo sociale trasfigurato in cui le differenze socio-culturali e caratteriali si tramutano in sembianze animalesche. Prima di concludere la carrellata delle “star” straniere, mancano ancora due autori fondamentali, che figurano senza alcun dubbio nell’Olimpo degli “artisti sequenziali”.
Il primo è francese Baru, le cui storie a fumetti, che hanno per protagonisti personaggi marginali e “arrabbiati” con la società, sono realizzate con la tipica linea chiara della scuola franco-belga. Mentre, il secondo, è l’acclamatissimo autore giapponese Jiro Taniguchi, un narratore di storie raccolte e intimistiche, rivolte a cogliere un’emozione di passaggio, come nel popolare manga “L’uomo che cammina”, piuttosto che le rocambolesche gesta dei ribelli di provincia immortalate da Baru.
Fra gli autori italiani del momento, figurano Emanuele Fior e Davide Reviati, presenze fisse allo stand della Coconino Press, la casa editrice diretta Igort, a sua volta maestro del fumetto e del reportage grafico, che pubblica continuamente decine dei migliori titoli del panorama fumettistico italiano ed europeo. Fior, vincitore di Lucca Comics 2010 con il romanzo grafico “5000 chilometri al secondo” è un giovane fumettista proveniente dal campo dell’architettura, che si sta facendo conoscere per il suo inedito uso del colore ad acquarello fresco, espressivo ed emozionante. Reviati, invece, autore di “Morti di sonno”, preferisce uno stile più grafico e pittorico, che lo avvicina all’illustrazione e alla pittura, delle quali si è occupato prima di approdare al fumetto. A tutti gli autori elencati, con l’eccezione di Baru e Thompson, è stata dedicata una splendida mostra nello spazio espositivo del Palazzo Ducale, dove per tutta la durata del festival, i maestri internazionali della “nona arte” hanno coperto gli affreschi rinascimentali dei grandi artisti dediti alla prima delle arti.
Le celebrità mondiali dell’universo dei Comics delle quali si è parlato, rappresentano solamente la punta dell’iceberg dell’incredibile numero di autori di fumetti professionisti ed esordienti accorsi al Festival per curiosare o presentare le proprie produzioni al grande pubblico. Alcuni di loro meritano maggior attenzione, soprattutto quelli che sono a mio parere i più interessanti del linguaggio del fumetto nel panorama contemporaneo. Infinite delizie fumettistiche sulla tavola del grande Salone di Lucca.
Il mercato del fumetto del terzo millennio è profondamente cambiato rispetto al passato: con il successo del formato graphic novel o romanzo a fumetti, il fumetto è approdato nelle libreria, senza comunque abbandonare le edicole ancora piene di una grande varietà di titoli, dai classici bonelliani e Disney, fino alle nuove produzioni come l’esilarante “Nirvana”, della premiata coppia Caluri – Pagani, lanciato proprio questo mese in edicola. Con questo cambiamento epocale, si è parallelamente sviluppata una rivalutazione del fumetto come mezzo espressivo di dignità non inferiore a quella del cinema o della letteratura. Il fumetto, infatti, dovrebbe essere inteso come un medium a pieno titolo, un veicolo di cultura che prescinde dai contenuti veicolati, ed insieme un’arte, per l’appunto la nona.
Le applicazioni del “linguaggio fumetto”, sono infinite e non si riducono certo solo a svago o creare fantasiosi mondi di evasione. Il fumetto può servire anche per fare giornalismo e diffondere conoscenze approfondite riguardo i più importanti fatti di cronaca che hanno segnato l’Italia contemporanea. L’idea di fumetto d’inchiesta, incentrato sulla dimensione sociale con un approccio impegnato e approfondito, è stata coltivata dall’editore Becco Giallo, che si è dedicato a pubblicare “fumetti d’impegno civile”. Nella suo catalogo sono stati pubblicati fumetti-reportage di cronaca storica, con titoli come “La strage di Bologna”, “Etenesh: l’odissea di una migrante” o i più recenti “Julian Assange” e “Viareggio”, quest’ultimo realizzato da Gianfranco Maffei, presente al Festival, parente di una vittima della strage.
La Graphic novel è solo una fra le tante declinazioni possibili del linguaggio del fumetto. Sebbene in misura molto ridotta rispetto agli anni ’70 – ’80, le riviste di informazione e satira politica a fumetti sono sempre presenti nelle edicole italiane. Il “Male” di Vauro e Vincino, nonché “Frigidaire”, sono resuscitate da pochi mesi, relativamente nuove invece è “Mamma!”, rivista mensile autoprodotta che ha già compiuto il terzo anno di vita, che riunisce giornalismo, fumetto e vignetta politica per offrire un punto vista affilato ma intelligente sulla politica italiana odierna.
Partendo proprio da “Mamma!”, occorre fare una menzione particolare al ricchissimo fenomeno del fumetto autoprodotto, al qual era dedicato uno dei principali padiglioni di Lucca Comics: la “Self area.”
Il fumetto autoprodotto è il fumetto indipendente per definizione, in quanto la figura dell’autore e del produttore coincidono per evitare di passare attraverso il filtro vincolante dell’editore o per creare qualcosa di rivoluzionario che non troverebbe il suo posto nel mercato editoriale vigente. Sebbene i fumettisti che producono autonomamente le proprie opere non possono permettersi ampie tirature, essi tutelano la proprietà intellettuale del proprio prodotto e non ne affidano il controllo a persone terze. Le autoproduzioni rappresentano quindi il settore più vario, dinamico e sperimentale del panorama fumettistico italiano, nonché la pista di decollo per molti esordienti, che trovano in questo modo la possibilità di pubblicare e far circolare le proprie idee.
Fra gli stand della Self area spicca quello di Delebile, la rivista di fumetti ideata da un nucleo di giovani disegnatori e sceneggiatori che gravitano intorno all’Accademia di Belle Arti di Bologna, la città italiana che più di ogni altra ha fatto la storia del fumetto autoprodotto.
Delebile, che quest’anno ha vinto il titolo di Miglior Produzione della Self Area, è un contenitore aperto, una fucina di molti talenti, che fondono parola e immagini per raccontare storie brevi e stravolgenti, sospese fra la cronaca e l’assurdo, vere e proprie fantasmagorie del quotidiano. Il progetto che ha fatto guadagnare il premio a “Delebile” si chiama INUIT e prevede l’apertura a Bologna di una libreria di fumetti autoprodotti provenienti da tutta Europa.
In conclusione, Lucca Comics 2011 non è solo una mostra mercato, ma è in primis un grande evento che costituisce un prezioso momento di incontro fra autori, lettori, ed editori. In questa straordinaria occasione, capita agli appassionati di poter scambiare due chiacchiere con i loro autori preferiti, che assumono finalmente un volto e una voce dopo essere stati solamente dei nomi o più sovente degli pseudonimi, scritti sulle copertine dei fumetti.
Il festival di Lucca rappresenta anche l’occasione per sollevare interrogativi e avere un’idea sullo status del fumetto, in un’epoca travagliata di crisi economica e rivoluzione digitale. Per il fumetto, insomma, c’è un futuro oltre la carta e oltre la crisi? E se sì, che contributo può dare il fumetto alla costruzione dell’immaginario di un mondo migliore?
La risposta soffia nel vento dei tanti appassionati a Lucca Comics che invita a considerare il potere dell’immaginazione, che si esprime attraverso ogni forma d’arte, come risorsa importante non solo per pensare e descrivere questo mondo attraverso le immagini, ma anche come mezzo per mostrare realtà alternative possibili, impossibili o reali, proprio grazie al potere evocativo della fantasia. In altre parole, “comics change the world!”.
15/11/11