RAGGIUNTO
L’ACCORDO PER LO STOP DI LICENZIAMENTI ALLA TERIM
di Linda Pastorelli
Le
parti hanno raggiunto un compromesso sul destino dei 300 dipendenti
del gruppo Terim minacciati da un licenziamento coatto. In prefettura
l’altra sera si sono riuniti Fim-Fiom-Uilm di Modena, Rsu degli
stabilimenti Terim e One e vertici dell’azienda per sbloccare una
situazione ormai incandescente. L’azienda aveva, infatti,
annunciato trecento licenziamenti e l’apertura di due procedure di
mobilità: una, di cessazione dell’attività, per la
One di Soliera e l’altra per crisi di mercato, per Baggiovara e
Rubiera.
Di conseguenza i dipendenti si erano mobilitati con scioperi
e picchetti davanti agli stabilimenti dell’azienda. L’accordo,
ottenuto l’altra sera, prevede, oltre al blocco dei licenziamenti,
anche il via libera all’uso degli ammortizzatori sociali, la
ricollocazione del personale e la mobilità volontaria
incentivata. I sindacati hanno espresso soddisfazione per l’esito
dell’incontro sottolineando come il prefetto abbia “avuto un
ruolo determinante nel raggiungimento dell’accordo quadro, che
allenta la tensioni degli ultimi periodi e delinea gli strumenti
applicativi diversi dai licenziamenti collettivi. Nel merito
l’ipotesi di accordo, approvata dai lavoratori riuniti in assemblea
a Baggiovara, Soliera e Rubiera, prevede che l’azienda non effettui
licenziamenti coatti e che vengano esplorati tutti gli strumenti
diversi, nessun escluso, per scongiurare gli effetti delle procedure
di mobilità aperte in tutti gli stabilimenti. Nel frattempo –
spiegano ancora i sindacati - le parti si incontreranno in modo
serrato nei prossimi giorni per dare applicazione a tali strumenti
che, vanno dall’uso degli ammortizzatori sociali, alla
ricollocazione del personale sino alla mobilità volontaria
incentivata. Da parte sindacale c'è l'impegno a garantire in
questo periodo la normale attività lavorativa fino al 15
giugno, ultima data utile per individuare gli strumenti idonei a
definire l’accordo. L'intesa è frutto delle iniziative di
lotta messe in campo dai dipendenti dei tre stabilimenti e dalla
serietà degli argomenti posti sul tavolo negoziale per
scongiurare 300 licenziamenti. Ora – concludono Fim-Fiom-Uilm e le
Rsu - si tratta di gestire al meglio l’accordo raggiunto con il
mantenimento degli impegni reciprocamente presi". Per ora quindi
il pericolo sembra scampato, anche se c’è poco comunque da
sorridere.
APPELLO UNITARIO DEI DELEGATI PER LA CONVOCAZIONE DI
UNO SCIOPERO PROVINCIALE DEL SETTORE METALMECCANICO, IN DIFESA
DELL’OCCUPAZIONE E DELLA DIGNITA’ DEL LAVORO
La vertenza Ferrari e la
vertenza Terim, rappresentano oggi più che mai un terreno
fondamentale di assunzione di responsabilità e di
mobilitazione per le lavoratrici, i lavoratori e tutto il movimento
sindacale in questa provincia.
Alla Ferrari – in
un’azienda da sempre carica di grandi significati simbolici
generali per il nostro territorio – i lavoratori e l’RSU stanno
contrastando con forza il tentativo padronale di gestire
unilateralmente l’orario di lavoro e i meccanismi di calcolo del
PDR: a Maranello è in atto una forzatura chiara e arrogante
che mira a scardinare il ruolo e la legittimità dell’RSU .
Montezemolo vuole evidentemente lanciare, partendo da casa sua, il
progetto di “mani libere” delle aziende, in particolare sulla
questione cruciale dell’orario, contro ogni rigidità e ogni
pretesa di contrattazione da parte delle rappresentanze sindacali.
Alla Terim, invece, si
assiste ad una riedizione della malapolitica industriale della
delocalizzazione, con cui imprenditori senza scrupoli vogliono
acquisire marchi, aumentare profitti e svuotare aziende del
territorio di forza lavoro, impianti, professionalità. Ai 200
licenziamenti già annunciati (ex ONE), potrebbero
aggiungersene di ulteriori nelle prossime settimane, stravolgendo il
profilo di un’azienda storica del territorio : non solo i
lavoratori della Terim, non solo le OO.SS., ma tutta la società
civile, le istituzioni locali, le forze politiche democratiche, sono
chiamate ad una netta ed esplicita discesa in campo a fianco della
resistenza dei lavoratori del gruppo.
I lavoratori e le RSU stanno già facendo la
loro parte con coraggio ed efficacia. Le loro organizzazioni
sindacali devono raccogliere con forza questa sfide specie in questa
fase di forte ripresa dei profitti nel settore – condizione che
rende ancora più intollerabile gli attacchi all’occupazione
e alla dignità del lavoro.
Le lotte alla TERIM e alla FERRARI devono
diventare terreno generale di scontro e le acquisizioni che ne
verrano dovranno diventare indicazione di marcia per tutti.
A queste ragioni
pressanti, si aggiunge un quadro di crescente difficoltà nel
realizzare la contrattazione di secondo livello, anche in aziende
importanti di questa provincia: questi ostacoli sono intollerabili
agli occhi dei lavoratori, visto che in questa fase l’esistenza del
contratto integrativo viene sempre più strumentalmente usata
dalle controparti per giustificare la pochezza della parte economica
dei contratti collettivi nazionali.
L’esistenza di queste aree di queste criticità
e sofferenza, la condizione difficile del territorio sul piano
industriale, la necessità di collocare le ragioni, le lotte e
le vertenze in una lettura più generale, ci spingono a
chiedere alle OOSS la convocazione di uno sciopero generale del
settore metalmeccanico della provincia di Modena:
CONTRO LE POLITICHE
AZIENDALI AUTORITARIE E UNILATERALI SUGLI ORARI DI LAVORO E LE
FLESSIBILITA’
CONTRO DELOCALIZZAZIONI,
DISMISSIONI E OGNI TIPO DI ATTACCO AI LIVELLI OCCUPAZIONALI
NELL’INDUSTRIA DELLA PROVINCIA DI MODENA
PER UN SOSTEGNO UNITARIO
E DI MASSA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI MODENESI ALLE VERTENZE
FERRARI E TERIM
FIRMA QUESTO APPELLO E PROMUOVINE LA DIFFUSIONE
TERIM MODENA: I LAVORATORI SUI CANCELLI
di Flavio Novara
Cosa sta succedendo nelle fabbriche
della provincia di Modena? Prima la Ferrari di Maranello dove la
direzione aziendale decide di non dialogare più con le RSU,
poi alla Terim di Modena si decide di licenziare 300 persone e di
trasferire in Croazia la maggior parte della produzione e per ultimo
la chiusura definitiva della SICEM a Carpi dove 75 persone non
potranno più garantire uno stipendio a lungo termine alle
proprie famiglie. Un mese decisamente duro per questa provincia.
Semplici strategie industriali o eventi
dettati dalla globalizzazione economica che tutto crea e tutto
distrugge?Entrambi.
Una cosa certa è che le
strategie produttive decentrate e destrutturatrici, che per alcuni
settori come quello del tessile sono da tempo ormai
appurate, si stanno diffondendo anche in altri campi produttivi e
province sino ad oggi stupidamente considerati intoccabili.
Come nel caso della Terim, un'azienda
da oltre vent’anni, leader del settore della produzione dei piani
cottura, forni e cucine. Un’azienda che oltre a vendere con il
proprio marchio, Fratelli Onofri, è soprattutto fornitore
principale di altre più famose case di elettrodomestici. Come
Gruppo Rex (Elettrolux) o Bosch.
Quest’azienda, con oltre seicento
addetti, si è sviluppata nel corso di questi ultimi anni in
tre stabilimenti: due con sede a Modena, a Baggiovara e a Soliera e
l'altra a Fontana di Rubiera nella provincia di Reggio Emilia. Una
struttura produttiva di padron Montorsi che, tra alti e bassi, è
riuscita a mantenersi competitiva nonostante il progressivo
innalzamento dei prezzo delle materie prime, fondamentali per la sua
produzione, come acciaio, ottone e rame.
A quanto ci risulta, dalle
dichiarazioni della RSU, attualmente non si registrerebbe una
sostanziosa contrazione del mercato delle vendite ed è proprio
per questo che ci sembra alquanto anacronistico parlare di crisi
aziendale. Ad avvallare questa tesi sarebbe l’operazione
finanziaria compiuta dalla Direzione Terim che si è conclusa
con l’acquisto di una ditta in liquidazione, del medesimo settore,
con oltre duecento dipendenti.
Allora viene da chiedersi: quale
sarebbe la strategia dei dirigenti Terim per fronteggiare il mercato?
La chiusura definitiva di Soliera con
il licenziamento di duecento persone, con la promessa di ricollocarne
cento all'interno del gruppo e il licenziamento di altri cento
salariati suddivisi negli altri due stabilimenti. Il tutto coronato
dall'esportare in Croazia, la produzione dei prodotti di secondo
livello.
Non c'è che dire, tutta questa
manovra si presenta assai strana e assume sempre più i
connotati di un'operazione volta a riorganizzare il comprensorio
attraverso l'eliminazione di persone ritenute scomode o per ripianare
situazioni aziendali finanziarie ed organizzative ormai
incancrenite. Quello che ancora una volta colpisce è che il
rilancio di un'azienda, comincia non con il presentare un piano
industriale serio ma con lo sfoltire il personale, sempre più
considerato un costo fisso e non una risorsa. Del resto i nuovi
contratti sanciti per legge, sono economicamente più
vantaggiosi dei vecchi contratti a tempo indeterminato.
In questo contesto, fa piacere sapere
che alcune forse politiche locali si stanno muovendo, come il Partito
della Rifondazione Comunista e i Democratici di Sinistra che per voce
della loro consigliera, Loretta Sgarbi ex dipendente Terim, hanno
presentato un'interrogazione in consiglio comunale di Modena.
Speriamo che anche grazie a questo, tutto si sistemi quanto prima
anche se l'unica attuale concretezza rimane solo la presenza, ormai
da giorni, di quegli operai sui cancelli dei tre stabilimenti, con
tanto di mogli e figli, per protestare contro questa decisione presa
sul loro futuro,unilateralmente.
Persino le forze dell'ordine, dopo un
sopraluogo di routine, non sono più giustamente tornate a
disturbare la "bontà" di quel presidio ancora una
volta composto da lavoratori extracomunitari, immigrati italiani e
modenesi con decennale assunzione.
Nazioni e provenienze diverse, con un
unico obiettivo: voler continuare a lavorare.
Un presidio dunque continuato che
speriamo tristemente non finisca inghiottito nel profondo silenzio
delle fauci di questa opulenta città.
LA VOCE DEI LAVORATORI SUI CANCELLI
DELLO STABILIMENTO DI BAGGIOVARA A MODENA (MO)
Intervista a: Santoro Francesco RSU
FIOM, Barbieri Massimiliano RSU FIM
e Palmieri Mauro RSU UIM