A Sant’Agata Bolognese i casalesi assaltano la caserma dei Carabinieri
A Sant’Agata Bolognese, al confine con la provincia di Modena, domenica 30 agosto, la caserma dei Carabinieri viene circondata da una trentina di persone per richiedere l'immediata liberazione di Giorgio Simonetti, 22 anni, parente “di un affiliato al clan dei Casalesi“. Un episodio che ricorda quello che avviene nei territori controllati dai clan della camorra.
Il giovane era stato arrestato dai Carabinieri per lesioni personali aggravate, minacce, violenza e resistenza per aver colpito più volte, con estrema violenza, un uomo senegalese senza alcun motivo, all’interno di un bar.
Questo episodio inquieta il sindaco Daniela Occhiali: “Voglio lanciare l’allarme, quello che è successo non deve passare sotto silenzio”. Il sindaco non esita inoltre ad attribuire parte della responsabilità allo scarsissimo rilievo dato alla notizia dalla stampa, infatti, la notizia è stta riportata solo da Cesario Picca, dalle pagine del quotidiano bolognese L’Informazione. Nessun altro.
“Mi stupisco che, a parte un articolo sull’Informazione (oltre che sul sito e sulle frequenze di Città del Capo Radio Metropolitana di Bologna, ndr), non si sia scritto di questa cosa. Neanche il Carlino, il principale quotidiano di questo territorio”, commenta amareggiata.
A Sant’Agata Bolognese, dove c’è una forte comunità di casertani (provenienti in particolare da Casal di Principe e Casapesenna), prevalentemente impegnati nell’edilizia, sembra che nessuno sappia né abbia visto niente. Ma nell’aprile dello scorso anno qui era stato arrestato l’imprenditore edile Raffaele Abatiello, residente nel comune del bolognese e genero di quel Raffaele Diana (arrestato lo scorso maggio a Casal di Principe) considerato capo zona per conto del clan camorrista nella vicina zona di Modena.
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