ROMA:
UNA GIORNATA “NO WAR”
Centocinquantamila
persone, ieri 09 giugno, hanno attraversato le strade di Roma, per
far sentire, a Bush e al governo Prodi, l’avversione alle guerre
permanenti ed alla corsa agli armamenti.
Non
tutto il popolo Italiano ha gradito la visita del presidente
americano e la manifestazione lo dimostra.
Come
non gradisce la politica estera del nostro governo, volta solo a
ribadire la sua alleanza militare con gli Stati Uniti. Il governo
Prodi non può dimenticare che è al potere, anche grazie
ai voti del movimento no war “ senza se e senza ma” e non può,
quindi, pretendere di ricevere il presidente Usa in pompa magna,
senza nemmeno una forte contestazione. Deve comprendere che non può
continuare questa politica di guerra, mantenendo l’esercito in
Afghanistan, aumentando le spese militari ( 13%) o peggio,
aumentando le basi militari Nato sul suolo italiano. Come non può
conservare bombe atomiche sul nostro territorio, partecipare alla
costruzione di armi micidiali, come l’aereo da guerra F35 o allo
scudo missilistico.
Questa
si chiama “subordinazione politica” ! Per non dimenticare il
comportamento tenuto nei confronti di Emergency, per il rapimento del
giornalista italiano Mastrogiacomo. Non è possibile
abbandonare un’esperienza umanitaria come quella di Emergency, con
tanta leggerezza, né tanto meno dimenticarsi delle sorti del
suo collaboratore afgano Hanefi. Anche in quel occasione, la voce del
nostro governo doveva essere forte, chiara, determinata, ma purtroppo
non è stato così, una volta ottenuto il rilascio del
giornalista italiano, il silenzio ha avvolto tutta la questione.
Il
movimento “No War” non ha invece dimenticato e continua il suo
percorso di denuncia, scendendo in piazza, nel modo più
pacifico possibile. Le difficoltà che questa manifestazione
però ha dovuto subire sono state tante, ma alla fine, ha vinto
la forza della determinazione, della giustizia.
La
prima complicazione si è presentata nel come fare a
raggiungere Roma. Non c’è stata, infatti la volontà,
da parte di Trenitalia, di poter raggiungere il solito accordo, nel
caso di manifestazioni nazionali, sulle tariffe da applicare al costo
del biglietto. Bloccando in questo modo, la partenza dei treni per
Roma, questo governo, non ha fatto altro che evidenziare la volontà
politica di impedire a migliaia di persone di partecipare alla
manifestazione secondo il motto:” meno sono, meno contano”.
Nonostante
questo, eravamo in molti e peccato che, alla conclusione della
manifestazione, un gruppo di soliti invasati hanno pensato di provare
a rovinare il tutto, provocando alcune scaramucce con le forze
dell’ordine massicciamente schierate.
Ci
hanno provato anche le forze politiche di sinistra del governo, come
i Comunisti Italiani, Rifondaroli dell’ultima ora e Verdi
sintetici, a sminuire tale mobilitazione. Ma il loro presidio, con
circa duecento persone, organizzato in piazza del popolo ha
evidenziato la loro totale difficoltà politica.
Mentre
sfilavamo insieme al colorito popolo dei NO WAR, un messaggio
dell’Ansa ci ha raggiunto costringendoci a fermarci:
Bush
e Prodi:”Buoni amici interessi e responsabilità comuni”,
il presidente Usa: “Grazie per l’impegno nelle missioni estere”.
Riprendiamo
immediatamente, senza commentare, a sfilare con passo ancor più
lesto.