MIDNIGHT IN PARIS
di Francesca Sala
Regia: Woody Allen
USA, Spagna, 2011
Voto 6 ½

Gil, giovane scrittore in crisi creativa (ed esistenziale) va in vacanza con la fidanzata a Parigi, il fulcro della cultura bohémien degli anni venti. Gil ama i negozi nostalgia, la musica di Cole Porter e le camminate sotto la pioggia. Di giorno sopporta con ingenuo distacco la superficialità della compagna, che lo vorrebbe a Hollywood a sfornare lucrose sceneggiature-spazzatura, mentre di notte viaggia indietro nel tempo di novant'anni e va alla scoperta degli storici circoli parigini di artisti, dove fa amicizia con Fitzgerald, Hemigway, Picasso, Dalì, Bunuel e Gertrud Stein. non manca ovviamente la presenza della delicata femme fatale Adriana, che sembra attratta dal suo estro creativo e dal suo fascino naive. Gil è chiaramente un nostalgico che vorrebbe vivere in un'epoca diversa dalla sua, e forse non ha tutti i torti. Tuttavia "il dovere di un artista è quello di non arrendersi di fronte alla disperazione ma di trovare un antidoto al vuoto dell'esistenza" (Gertrud Stein), e Gil riuscirà a far sentire la sua voce a qualcuno che lo ascolti. Il ritmo regge e l'ambientazione retrò è divertente. Ma è contraddittoria la messa in scena di situazioni stereotipate (fidanzate frivole, passeggiate sotto la pioggia, festini sfavillanti) in contrasto con il sapere profondo e individualista che Gil rappresenta. Si sprecano pertanto i luoghi comuni, che nonostante possano far sorridere, annullano uno dei messaggi principali del film, ossia la condanna contro la cultura di massa approssimativa e modaiola che caratterizza i giorni nostri.
