CONFRONTI
E SCONTRI SUL PROBLEMA IMMIGRATI A MODENA
Tutto
è cominciato dal messaggio diffuso dal Comitato Quartiere
Braida di Sassuolo, qui di seguito pubblicato, che non ha lasciato
indifferente il nostro Boris. La sua risposta, come volevasi
dimostrare, ha richiamato ulteriori interventi e sottolineature.

Dato
questo interesse, abbiamo deciso di allargare questo confronto
INVITANDOVI A PARTECIPARE ED A ESPRIMERE UN VOSTRO GIUDIZIO IN
MERITO.
IL
MESSAGGIO “SCATENANTE”
Comitato
quartiere BRAIDA Sassuolo - Modena
La
considerazione di quanto sta avvenendo nel nostro Stato e nelle
nostre città, evincendo dai quotidiani, le sentenze emesse nei
confronti dei cittadini extracomunitari che, clandestini spesso
pregiudicati, continuano a delinquere;
Considerata
la loro possibilità di poter continuare ad usufruire di tutti
i servizi (salute, csa,scuola ecc…) con anzi una corsia
preferenziale per il loro ottenimento;
Considerata
la possibilità per queste persone di compiere attività
illegali ad avere comportamenti illeciti senza mai dover rendere
conto alle leggi di questo Stato e tanto meno alla comunità;
Considerato
che NON contribuiscono al mantenimento dell’apparato sociale di
questo stato in nessun modo;
CHIEDO
Che
mi venga tolta la cittadinanza italiana e di essere considerato a
tutti gli effetti un immigrato clandestino e come tale essere
trattato e giudicato.
In
attesa dell’ottenimento di quanto richiesto provvederò ad un
comportamento consono al mio nuovo status, ed in particolare:
Sospensione
dei pagamenti di tute le tasse locali, statali, sociali,:
Occupazione
abusiva di locali dove poter vivere indisturbato;
Svolgimento
di attività più o meno lecite per il mio sostentamento
(furto, rapina, spaccio, lavoro nero, ecc….)
Sospensione
RC auto, revisione automezzo e patente;
Richiesta
di sussidio di mantenimento con il sostegno delle organizzazioni
sindacali, politiche e sociali proposte al mio inserimento sociale,
culturale, lavorativo.
Certo
che questa mia richiesta venga presto esaudita, nel convincimento che
“la legge è uguale per tutti”, ritengo doveroso che, le
sentenze applicate fino ad ora, saranno le stesse che verranno
applicate nei miei confronti.
QUELLO
STRANO CONCETTO DI CITTADINANZA
di
Boris
Cari
Colleghi, Amici, Compagni, Camerati e “Uomini della strada”,
vi
confido che è un po’ che meditavo se rispondere in merito o
evitare e far finta di non aver visto quel comunicato. A volte, mi
dicevo, alcuni fenomeni forse è meglio lasciarli stare e non
commentarli ma, mi sbagliavo. Non bisogna mai lasciar perdere nulla.
La storia purtroppo continua ad insegnarcelo. La guerra è
tornata e pochi di voi si meraviglia o indigna e il problema sono i
lavavetri e i nomadi. Pertanto ora che sono stanco, annoiato e
nauseato dal populismo “Grilliano” dilagante e dalla totale
incapacità della nostra classe politica sia di destra che di
sinistra di affrontare i problemi reali di questo paese, ho deciso di
rispondere.
Quel
comunicato non può essere classificato come uno “scherzoso
scherno”. E’ qualcosa di più.
La
rappresentazione senz’altro di un malessere sociale che in verità,
nasconde falsità e strumentalizzazioni assai gravi. Funzionali
proprio a chi, questo paese lo governa veramente: le classi
economiche. Quelle stesse classi che da sempre ci fanno credere di
essere liberi mentre in realtà condizionano costantemente i
nostri costumi e soprattutto i nostri consumi. Quella classe
economica che non crea lavoro durevole ma speculazioni finanziarie e
che sta trasformando la nostra democrazia in “democrazia economica
autoritaria”. Basti vedere la poca differenza politica tra entrambi
i governi o quello che scriveva già Pier Paolo Pasolini nel
1974, come editorialista del Corriere della Sera.
Potrei
soffermarmi anche sul concetto di “Italiano” tanto citato, ma ve
lo risparmio anche se ritengo che, per appartenere ad una nazione,
non sia necessario esserci nato, ne sventolare un tricolore, durante
i mondiali di calcio. Viene, invece considerato, del tutto naturale e
normale, trasferire la propria residenza, per esempio a Montecarlo;
Si evade e ci si lamenta per i scarsi servizi e si truffa,
liberamente, stando comodamente seduti dietro uno sportello bancario.

E’
questo il punto. Vedere il problema degli extra, chiamati così
come piace a qualcuno di voi, come un problema di ordine e sicurezza,
è allucinante. Basti guardare il livello complessivo dei
reati, dove solo il 21% è da loro commesso. Questo non
significa che sono tutti buoni, come dicono alcuni pseudo comunisti e
cattolici dell’ultima ora, ma il non tener conto della situazione
che queste persone devono affrontare nel nostro paese, è
spaventoso. Come il non tener conto che questi poveracci sono
costretti, e sottolineo costretti, a nascondersi, diventando facili
prede e manovalanza delle numerose nostre mafie locali. Vi ricordo
che un muratore, quando lo chiamano, impiegato in nero, dopo 10 ore,
guadagna 40 euro al giorno.
Con
questo non voglio difendere gli indifendibili, i delinquenti di ogni
provenienza devono andare in galera. Altro che indulto! Non dobbiamo,
però, dimenticare, che queste persone vengono qui in cerca di
“cittadinanza”, con la speranza di trovare quella parte
importante di democrazia che non esiste nei loro paesi, dove spesso
sono mantenuti in quelle condizioni, proprio da persone pagate dai
nostri governi per “garantirsi/ci” un tenore di vita che ci sta
progressivamente avvelenando. Quella cittadinanza che dovrebbe essere
il principio fondante del vivere in comunità per il bene
comune. Concetto ormai per noi da tempo dimenticato.
Quali
sarebbero veramente i privilegi di questi extracomunitari? Quello di
vivere in un paese dove vogliono lavorare, ma per farlo devono stare
intere notti al freddo davanti alle prefetture per avere uno straccio
di permesso? Quello di un futuro per certo fatto di lavoro nero
voluto, come afferma il comunicato, ma obbligato?
La
realtà è che queste persone sono funzionali ad un
sistema economico nazionale ed internazionale che vuole solo che
lavorino in nero, per arricchire, esentasse, i nostri padroni e
usarli, come ricatto nei nostri confronti, per costringerci a
lavorare a minor prezzo.
E
la nostra reazione qual è? Che vadano a casa! Cosa
impossibile, che vi piaccia o no, proprio perché è la
fame che li porta qui!
Cosa
cambierebbe invece, se tutti questi lavoratori (la maggior parte) e
non delinquenti (pochi) fossero regolarizzati e i loro padroni
pagassero le tasse? Lo stato recupererebbe più soldi da
destinare alla nostra assistenza, pensione ecc. e si saprebbe “chi
sono e quanti sono”. Cosa oggi praticamente impossibile a causa di
una legge repressiva ed espulsiva. Una legge che li vuole “non
persone” costrette a nascondersi “in luoghi non luoghi”.
Luoghi, dove per la maggior parte, a causa delle precarie condizioni
igienico sanitarie ed alimentari, prendono malattie come la TBC,
assenti nel loro paese d’origine. Altro che “infetti” o
raccolta delle impronte digitali!!
Per
non parlare poi dei privilegi, rispetto all’assegnazione delle case
o all’asilo ecc. E’ vero, avviene questo, ma non perché
sono extra, ma perché le regole di accesso a tali servizi sono
talmente basse che a LORO SPETTA quel diritto. Un diritto elargito
solo se sono lavoratori regolari e come tali pagano le tasse a volte
molto più di noi. Ovvero, udite udite, contribuiscono
attivamente alla nostra ricchezza.
Allora
il vero problema non è “perché a loro” ma “perché
non a noi!”. La nostra battaglia dovrebbe essere quella di alzare
tali parametri, ma nessuna forza politica lo fa perché dicono
che non ci sono i soldi e “troppe” sarebbero poi le persone che
ne avrebbero il diritto. La povertà per non farla esistere
basta non monitorarla. Questo è il punto. Se vogliamo
garantirci un futuro dignitoso per noi e per i nostri figli, il vero
problema, non sono quelli che stanno peggio di noi, ma quelli che
stanno meglio e non hanno nessuna intenzione di dividere quello che
guadagnano, anche con il nostro lavoro, o rubano dai nostri risparmi.
Una
volta tanto, fate una cosa davvero importante: provate quando è
necessario ad essere forti
con i forti,
se ne avete il coraggio.
UN BISOGNO DI SICUREZZA, ALTRO CHE RAZZISMO!
di
G.G.
Anch'io
vorrei esprimere la mia opinione sul comunicato del Comitato Braida
di Sassuolo, gli stranieri e la sicurezza in generale.
Nelle
righe che seguono cercherò pertanto di attenermi a questo
argomento, la sicurezza, evitando se possibile di scivolare nella
polemica politica e nella lotta di classe, che sinceramente pensavo
fosse finita da un pezzo.
I
lavoratori stranieri sono necessari al nostro Paese, visto che noi
Italiani non
vogliamo più svolgere alcune attività
come ad esempio stare in fonderia, nei caseifici o, nella
fattispecie, ai forni delle ceramiche (cito volutamente attività
regolarmente retribuite).
Questo
accade, sebbene il tasso di disoccupazione di alcune nostre Regioni
abbia assunto livelli agghiaccianti e non accenni a diminuire (capìs
mia).
Quindi
per farla breve, o ritorniamo a fare i lavori umili e faticosi o
accettiamo gli stranieri. Mi sà che ci terremo gli stranieri.
La
società multietnica è pertanto un dato di fatto e un
Paese di emigranti come il nostro, dovrebbe accogliere o perlomeno
accettare di buon grado chiunque voglia entrare nel nostro Paese,
purchè dotato di buona volontà.
Il
punto è tutto qui, la buona
volontà.
Esiste
brava gente ed esistono mele marce. Anche noi abbiamo esportato gente
come Al Capone e Lucky Luciano, insieme ad altri cinquanta milioni
di Italiani perbene.
E
le mele marce vanno allontanate, punto e basta.
Chi
spaccia droga, chi sevizia ed ammazza i due anziani di Treviso, chi
uccide la figlia perchè vuole sposare un ragazzo non
mussulmano, chi ubriaco fradicio investe ed uccide una ragazzina
all'uscita della discoteca, chi fa tutto ciò non va tollerato,
a prescindere dal passaporto e dalla cultura.
In
uno stato di diritto, la legge va rispettata e fatta rispettare,
nell'interesse di cittadini e stranieri.
Non
è lecito scandalizzarsi dell'esasperazione di
chi come al Braida, o in alcune zone di Padova, è costretto a
vivere a continuo contatto con spacciatori, siano essi
extra-comunitari o nativi. Chi
lavora onestamente ha diritto alla sicurezza,
che non è una cosa nè di destra nè di sinistra.
E la sicurezza oggi è un'emergenza. Lo avverte bene chi come
noi, fino a pochi anni fa era abituato a vivere in un'isola felice.
Isola
felice che non c'è più.
Esempio:
se avete una figlia, una moglie o una fidanzata, provate a farle
percorrere certe vie di Reggio Emilia da sola dopo il tramonto. Io
non mi fiderei.
Non
mi fido perchè vedo chi c'è in giro: puttane, ubriachi
e spacciatori. Tutte cose sempre esistite, per carità, ma mai
ai livelli di oggi. Quindi il problema è tangibile ed in
continuo peggioramento, questa è la mia opinione.
Vorrei
poi dedicare due paroline alla questione zingari, molto attuale in
questi giorni.
La
Costituzione Italiana recita: "L'Italia è una Repubblica
democratica fondata sul lavoro". Quindi, "no lavoro, no
party".
Però
gli zingari, per cultura tradizione, bla bla, bla, non hanno mai
lavorato. In compenso, mandano mogli e figli a mendicare scalzi a
Novembre (visti io, anche se la Caritas ha gli scaffali pieni di
scarpe...) e a rubare. Sì, ho scritto proprio così, gli
zingari rubano. Sarò razzista, però rubano eccome!!!
OK,
ruberanno per necessità; Berlusconi ruberà molto di
più; però non mi interessa. E' una questione di
principio, oltre che religiosa: lavorare, non rubare!
Allo
stesso tempo, i cari rom vogliono luce, gas e acqua, ovviamente
gratis. No bello, prima lavori e poi ti do i servizi.
Se
per Italiani e stranieri vale questa regola, perchè per loro
no?
Capìs
mia....e capìs semper meno!
QUELLO
STRANO CONCETTO DI LEGALITA’
di
Boris
Leggo
ora la tua lettera e voglio innanzitutto ringraziarti per essere
intervenuto in risposta alla mia. Anche perchè questo consente
di esprimermi ulteriormente sull’argomento.
Per
quanto riguarda la battuta sulla “la lotta di classe” mi riservo
di intervenire nel proseguo di questo scritto e voglio invece
cominciare proprio dal resto della tua risposta.
Dato
che ritengo che alle parole dobbiamo tornare a dare un senso e che
proprio per questo, prima di esprimermi cerco di pensare a ciò
che affermo, alle sue ripercussioni e le sue possibili reazioni,
credo, scusami, che quello da te scritto, centri solo in parte a
quanto da me elaborato e praticamente nulla riguardo l’appello del
Comitato Braida. Mi spiego meglio.

Quello
da te affermato sulla necessità di maggior sicurezza, esempi
di violenza subiti ecc., mi vede concorde e credo che il tutto sia
stato racchiuso, per ragioni di sintassi, nel periodo da me espresso
con “
… non voglio difendere gli indifendibili, i delinquenti di ogni
provenienza devono andare in galera. Altro che indulto!”
Ma contemporaneamente ritengo che asservire a quella “necessità
oggettiva di sicurezza” a una distinzione chiara e netta riferita
“alla razza o alla provenienza” sia profondamente razzista. E
dato che ad azione corrisponde reazione, il rischio di avviare una
spirale di violenza prima verbale e poi fisica, già conosciuta
nel 900’, sia alta. L’attacco ai campi nomadi incendiando
roulotte con dentro bambini a Roma e Torino ad opera dei militanti
fascisti di Forza Nuova ne sia un esempio concreto. Noi non abbiamo
bisogno di sicurezza. Abbiamo bisogno di giustizia. La mancanza della
”giusta pena” o “pena certa” è quello che soffoca il
nostro senso di sicurezza. Divisa tra “avvertita” e “reale”:
la prima, è spesso figlia della mancanza di conoscenza del
diverso che conduce all’emarginazione e alla sfida reciproca su
“chi è meglio”. Il senso di insicurezza, come si avverte
anche dalle tue parole, è alto nonostante che il valore di
quella “reale” (numero dei reati commessi), sia in netta
diminuzione. Sono dati statistici della questura e non della
Caritas.Un esempio sta nella differenza del senso di sicurezza tra
chi vive a Milano piuttosto di quello che vive a Modena. Per questo
credo proprio che quanto tu abbia scritto non sia sbagliato ma rischi
di forviare il problema.
Come
mai allora questo avviene? L’estremizzazione del nostro senso
d’insicurezza è alimentato dai mass-media e dalle difficoltà
oggettive che quotidianamente viviamo. Dalla mancanza di un lavoro
futuro per noi e per i nostri figli, al pericolo del terrorismo;
dalla perdita progressiva della nostra sicurezza economica data
dall’impossibilità oggettiva per chi ha dei figli di
risparmiare per il loro futuro, alla totale assenza di rapporti umani
degni di essere definiti tali. Una sorta di nuovo “uomo-tecnologico”
che non lascia spazio ai sentimenti ma alla sola meccanicistica
produttività intellettuale e fisica. (vedi l’attuale
disfacimento delle famiglie) Fenomeno sociale ampiamente studiato dai
nostri filosofi Umberto Galimberti ed Emanuele Severino. Una
insicurezza aumentata proprio, a causa dell’interruzione di quel
meccanismo di ridistribuzione delle ricchezze che sino alla fine
degli anni 70’ ha consentito il proliferare dell’economia nel
nostro paese. Quando parlo di “…
classe economica che non crea lavoro durevole ma speculazioni
finanziarie che sta trasformando la nostra democrazia in “democrazia
economica autoritaria”
alludo non alla “lotta di classe” come semplicisticamente hai
volutamente liquidato, ma alla profonda differenza che c’è
tra chi produce lavoro e chi non lo crea ma lo sfrutta anche
attraverso speculazioni borsistiche senza neanche pagare una lira di
tasse sugl’utili.
E
come Pasolini allora, faccio i nomi come esempio: Cragnotti, Tanzi,
Ciarrapico, Geronzi ecc. Un attacco giusto a quella classe, (ed è
giusto chiamarla così, come “casta” per quella dei
politici) che opera in modo “legalmente banditesco”. A differenza
di altri imprenditori che, come spesso esprimeva l’imprenditore
Dott. Olivetti, vede l’impresa non come un modus
operandi
legato solo ed esclusivamente al profitto ma come meccanismo
efficace ed importante al mantenimento della corretta vita sociale di
un paese.
Una
volta si chiamava neo-imperialismo oggi, liberalizzazione dei
mercati;
guerre
imperialiste, oggi guerre preventive;
Fronti
di liberazione popolare, oggi Terroristi;
Lotta
di classe, oggi ricerca di vivere una vita dignitosa.
Sono
cambiati i termini ma la sostanza non è cambiata. E’
comunque la lotta dei popoli sfruttati contro chi li vuole e li
pretende a loro sottomessi. Altro che guerre di religione! Avrei
tanto sperato in un XXI secolo senza queste “lotte” ma mi rendo
conto che è impossibile almeno sino a quando l’80% della
popolazione mondiale vivrà con meno di un euro al giorno.
Basti guardare quello che sta avvenendo in quei paesi dove il nostro
neo-liberismo è stato applicato da tempo con sfaceli e fame.
Columbia, Venezuela, Bolivia, Honduras ecc. sono nazioni dove il
popolo è tornato a fare “la lotta di classe” rispolverando
principi socialisti. Un pericolo anche per noi? Non lo so, solo il
tempo ce lo dirà certo è che le basi economiche gettate
oggi in Europa non sono le migliori. Devo concludere che
evidentemente il mio mondo è un po’ più grande di
quello scritto in quel comunicato del Braida che propone un
pericoloso film già visto e non va altre alla soglia del
proprio giardino.
Mons.Romero
disse, pochi giorni prima di essere ammazzato dalle squadre nere,
mentre celebrava messa nella cattedrale di San Salvador: ”Se io
faccio la carità a un povero, vengo considerato un uomo
caritatevole, se decido di capire del perché lo sono, vengo
accusato di essere un comunista”.
Alla
luce di quanto espresso rimane infine, un’amletica domanda:”che
fare allora?”, io una soluzione ce l’avrei ma questo è un
altro scritto.
PS
per chi volesse approfondire vi consiglio di leggere:
L’orda – Quando gli albanesi eravamo noi –
di Gian Antonio Stella
Europa
vs America - di Will Hutton.
Toghe
rotte – di Tinti Bruno
Domani
andrà ancora peggio – di Amira Hass
Soldatini
di piombo – di Giulio Albanese
Ecocidio
– di Ieremy Rifkin
Psiche
e Techne – di Umberto Galimberti
PAROLE,
PAROLE, PAROLE….
di
Maria G.B.
Mi
spiace caro Boris ma le tue sono solo e comunque pure
disquisizioni.
Prova
ad essere una donna (ovviamente non sessantenne....) e
dover
girare da sola x certe zone di Modena (zone che erano tranquille, non
parlo
della stazione) tremeresti dalla paura!
Io
ho paura anche solo di attraversare la strada, dopo aver
parcheggiato, per arrivare casa mia. Ben due volte mi hanno
infastidita (una sono scappata via in macchina....) ed erano
extra....
Poi
a parole siamo tutti antirazzisti, non è il colore della
pelle,
è come trenta anni fa con i taroni, la gente non ce l'aveva
con il luogo
di origine ma con i loro comportamenti....
Quella
è gente che non ha niente da perdere... Il
problema
è questo, ci stanno mandando tutta la loro feccia, e dobbiamo
essere
noi ad integrarli (quando a loro non interessa niente, mi ricordo
una
festa organizzata x loro a Sassuolo, di extra neanche l'ombra...). I
nostri
politici se ne sbattono i maroni sono chiusi nelle loro belle ville
con
le guardie armate.... Dico solo che ci vuole un limite a fare entrare
sta
gente e non farli entrare tutti! Così fanno vivere noi nel
terrore
e ci abbassano il costo del lavoro, perchè sono convinta che
un modenese
ci andrebbe a lavorare agli altiforni se fosse pagato 3000 euro al
mese,
ma non succederà mai perchè c'è gente che lo va
fare x 1000!