Il
silenzio è complice: non possiamo lasciare morire un milione e
mezzo di Palestinesi a Gaza.
16-18
febbraio missione internazionale al valico di Rafah
Nell'ambito
delle iniziative della campagna "2008 anno della Palestina",
che vedrà il 29 marzo una prima manifestazione nazionale a
Roma, il Forum Palestina, l'Unione Democratica Arabo-Palestinese, e
le altre associazioni di solidarietà con il popolo
palestinese, insieme all'agenzia palestinese Watanpress e all'Unione
dei Giovani Progressisti Palestinesi , promuovono una manifestazione
a Rafah, sul confine fra l'Egitto e la Striscia di Gaza.
A
seguito della vittoria di Hamas nelle elezioni del 2006, Israele, gli
Stati Uniti e l'Unione Europea hanno messo in atto un embargo contro
tutto il popolo palestinese, che si è poi trasformato in un
vero e proprio assedio della Striscia di Gaza, dopo la presa del
potere da parte di Hamas in quel territorio. La Striscia di Gaza,
lunga appena 40 chilometri e larga meno di dieci, vede la presenza di
oltre un milione e mezzo di Palestinesi, la maggior parte dei quali
profughi dagli altri territori palestinesi occupati da Israele nei
decenni scorsi. Si tratta della zona con il maggiore sovraffollamento
al mondo, le cui poche risorse naturali sono state quasi esaurite
dalla colonizzazione israeliana, che ha portato, fra l'altro,
all'inquinamento irreversibile delle falde acquifere.
Il
tanto decantato ritiro delle truppe e dei coloni israeliani da Gaza
ha significato, in realtà, un ridi spiegamento delle truppe di
occupazione tutto intorno alla Striscia, di cui Israele ha sempre
mantenuto il controllo, decidendo a proprio arbitrio dei movimenti
dei cittadini palestinesi. Ora, questo controllo si è
trasformato in una strategia di annientamento, condotta con l'embargo
e con continue incursioni militari, bombardamenti da terra, dal cielo
e dal mare e attacchi missilistici, che provocano ogni giorno morti,
feriti e distruzione.
In
questo scenario drammatico, sono migliaia i Palestinesi bloccati,
anche per mesi, al valico di Rafah, sul confine fra l'Egitto e la
Striscia, sull'unico versante teoricamente
sottratto al controllo israeliano. In pratica, però, sono
sempre gli Israeliani
a decidere della vita e della morte dei Palestinesi di Gaza, per cui
il valico
di Rafah rimane chiuso, e i Palestinesi che si sono recati in Egitto (perlopiù,
per ragioni di lavoro o per cure mediche) sono inchiodati in
accampamenti di fortuna, dove in molti hanno già perso la
vita.
Il
silenzio e la complicità dei governi europei sul lento
genocidio dei Palestinesi di
Gaza è una vergogna. Ancora una volta, i popoli europei, e
quello italiano in primo
luogo, sono chiamati a dimostrare di essere diversi e infinitamente
migliori dei loro governi.
Dal 15
al 18 febbraio, saremo a Rafah, per manifestare la nostra opposizione
ad un embargo genocida e ad ogni omertà e complicità;
incontreremo i profughi accampati sul confine e comunicheremo con i
Palestinesi imprigionati nella Striscia. Facciamo appello a tutti gli
amici del popolo palestinese, ai parlamentari, ai rappresentanti
istituzionali ad ogni livello, ai giornalisti, agli esponenti del
mondo accademico, affinché partecipino in prima persona a
questa iniziativa, anche portando medicinali e aiuti umanitari che
cercheremo di far arrivare a chi ne ha estremo bisogno.
La
delegazione palestinese che incontreremo sarà costituita da
parlamentari di tutte le forze politiche e da personalità
della società civile e da rappresentanti della cultura e del
mondo accademico palestinesi.
Per
informazioni: http://www.forumpalestina.org,
http://www.udap.net
e
http://www.watanpress.com
(in lingua araba).
Per
maggiori dettagli e per prenotare la partecipazione al viaggio:
fawzi@tiscali.it