LIBANO:
Ecco cosa fa una bomba a grappolo "sicura"
TIRO,
16 ottobre 2007
L'esplosione ha travolto il piccolo giardino nell' area rurale del
Libano meridionale, scaraventando a terra Naemah Ghazi. La granata
sganciata dalla bomba le è passata tra le gambe, e lei ha
perso subito conoscenza. "C'era tantissimo sangue", ricorda
la madre, Khadija. "Tutto il suo corpo
sanguinava".
Naemah, 48 anni, viveva una vita tranquilla con la madre nel
villaggio di confine di Blida, dopo la morte del padre, avvenuta 30
anni fa. Era ancora un'adolescente quando rinunciò a metter su
famiglia per prendersi cura della madre a tempo pieno.
La
mattina dell'11 settembre, Naemah stava raccogliendo degli ortaggi
per la cena quando la bomba - una cluster M85 di fabbricazione
israeliana con un meccanismo di "auto-distruzione", sepolta
a soli 10 metri dalla porta di casa sua - le è esplosa sotto i
piedi.
Naemah è stata portata di corsa al Centro medico
di Sidon Labib, a due ore di macchina. I dottori le hanno amputato la
gamba sinistra subito sotto il ginocchio, ma sono riusciti a salvare
l'altra.
Dopo un mese, Naemah è ancora ricoverata;
piccola e fragile nel suo letto bianco d'ospedale. Prende
antidolorifici e antibiotici, ed è caduta in depressione,
racconta il caporeparto, Shadi Hanouni. Le ferite sulla gamba
sinistra si sono infettate, e le infermiere le cambiano le bende ogni
cinque ore.
Blida è una cittadina piccola e povera.
Quasi tutti i residenti vivono dei raccolti di tabacco e olive, e
riescono a sopravvivere con i soldi che ricevono dai familiari
all'estero. Occupata fino al 2000 dagli israeliani e dall'esercito
locale alleato (South Lebanon Army, lo SLA), Blida è stata tra
i primi bersagli degli attacchi con bombe a grappolo della scorsa
estate.
Le bombe cluster su Blida hanno ferito il capo del
paese Suleiman Majdi, e il nipote di sei anni di Naemah, Abbas Yousef
Abbas, insieme ad altri tre bambini con cui stava giocando. Sono
tutti sopravvissuti, a malapena - Majdi e Abbas hanno delle profonde
cicatrici sulla pancia e lungo gli arti.
Le bombe a grappolo
sono un problema grave in Libano. Dopo essere rimasto colpito
duramente negli ultimi giorni del conflitto con Israele la scorsa
estate, centinaia di migliaia di ordigni inesplosi sono ancora sparsi
per tutti i centri rurali e nei campi e le vallate del sud del paese.
Anche se fino ad oggi ci sono state 255 perdite di civili e incidenti
durante le attività di sminamento, le richieste ufficiali di
dati sull'attacco con le cluster bomb israeliane rimangono senza
risposta.
"In realtà il fatto è che
non sappiamo quante ce ne sono, e non lo sapremo mai finché
gli israeliani non ci diranno quante ne hanno lanciate", ha
osservato Chris Clark, capoprogetto del Mine Action Coordination
Centre (MACC) delle Nazioni Unite, l'organismo ufficiale che coordina
la bonifica dalle munizioni insieme all'Esercito libanese nel sud.
Finora, le squadre di bonifica del MACC hanno distrutto più
di 131.000 bombe a grappolo. Ma mentre le bombe Usa fabbricate negli
anni '70 e '80 sono già state per la maggior parte trovate ed
eliminate, le munizioni cluster M85 degli attacchi israeliani sono
state
scoperte
soprattutto nei campi e nei villaggi come Blida, lungo la Blue Line,
il confine tracciato dall'Onu tra Israele e Libano.
Accumulate
nelle riserve di Usa, Gran Bretagna e Germania tra gli altri, le
bombe a grappolo M85 hanno l'aspetto di una piccola lattina con un
nastro bianco all'estremità, che ruotando carica la bomba, una
volta sospeso in aria. Mentre le vecchie versioni hanno un solo
fusibile, il modello attuale ne ha due: un secondo fusibile "di
sicurezza" è pronto a scoppiare automaticamente se il
primo non dovesse farcela.
"Per alcuni anni, c'è
stata un' attenzione umanitaria ai problemi del post-conflitto
causati dall'uso delle bombe cluster - una preoccupazione che risale
al Kosovo, e al loro uso in quei territori", spiega Clark.
"Nell'intento di alleviare questi timori, gli israeliani hanno
preso i nuclei di base dei modelli M77 e M42 (di fabbricazione Usa),
perfezionandoli con l'aggiunta di un meccanismo di auto-distruzione".
Chi le ha fabbricate segnala una percentuale di fallimento
delle M85 inferiore all'uno per cento - un risultato che paesi come
la Gran Bretagna utilizzano per continuare a giustificare il loro
impiego. Ma alcuni studi indipendenti condotti in condizioni "reali"
- invece che in laboratorio - hanno stabilito che questa percentuale
varia piuttosto tra il 5 e il 10 per cento.
I dati di Clark
dicono che "in Libano abbiamo stabilito che la percentuale
media di fallimento è almeno del 6 per cento. Perciò,
chi continua ad utilizzare questo sistema sostenendo che avrebbe una
percentuale di fallimento trascurabile è chiaramente un
folle".
La spinta a vietare le bombe cluster in tutto il
mondo entro il 2008 è partita a Oslo all'inizio di quest'anno.
La Cluster Munition Coalition (CMC) britannica, che rappresenta
centinaia di gruppi della società civile, ha organizzato
diversi incontri, riuscendo a far firmare finora ben 80 paesi - tra
cui paesi produttori, paesi che ne fanno uso e chi le accumula nelle
proprie riserve.
Ma i principali fabbricanti ed esportatori di
armi - Usa, Cina e Russia - si chiamano fuori; e la Gran Bretagna,
malgrado faccia parte del gruppo, si sta battendo con forza per
escludere le M85 dal divieto. "Lo sostengono ormai da diversi
mesi", spiega Thomas Nash, coordinatore della CMC. "Nonostante
sia dimostrato che non funzionano, e che rappresentano un enorme
pericolo per la popolazione civile".
In attesa del
prossimo incontro previsto per dicembre a Vienna, i raccoglitori di
tabacco e di olive a Blida, e in tutto il sud del Libano, continuano
a lavorare nella paura. "A Blida sono stati feriti i primi
civili", segnala Nash, nell'apprendere la storia di Naemah. "La
situazione post-conflitto è semplicemente tragica”.
Dal sito
www.ipsnotizie.it
(Rebecca
Murray)