SINISTRA
CRITICA: 1300 EURO PER SOPRAVVIVERE
Sotto
lo slogan “La vera sicurezza è arrivare a fine mese!”
inizia oggi ufficialmente la raccolta firme sulla Legge di Iniziativa
popolare per richiedere un Salario minimo legale a 1300 euro al mese,
la restituzione del fiscal drag, il ripristino di un meccanismo di
Scala Mobile e un Salario sociale per disoccupati.
Ne
danno notizia Flavia D’Angeli e Gigi Malabarba, già
senatore, che in una conferenza stampa hanno illustrato le linee
guida del progetto e le scelte per l’autunno di Sinistra Critica.
Accanto alla Legge popolare anche una Petizione per difendere i
diritti dei migranti e contro ogni razzismo.
“Mentre
procede la trattativa per la riforma del contratto nazionale e mentre
salari e stipendi sono sempre più da fame – dice Malabarba –
noi proponiamo una risposta netta e immediata: portare a 1300 euro al
mese il salario minimo intercategoriale, sul modello dello Smic
francese, per dare una risposta chiara a milioni di famiglie che non
arrivano alla fine del mese”.
La
proposta di legge su cui oggi partiranno i banchetti punta a ottenere
le 50mila firme necessarie per essere depositata in Parlamento.
“Sarà
la prima legge presentata dalla sinistra nel Parlamento normalizzato
di Berlusconi e Veltroni” afferma Malabarba. La raccolta firme si
snoderà nelle città e nei luoghi di lavoro e studio.
“E’
il nostro specifico contributo alla mobilitazione di autunno”
aggiunge Flavia D’Angeli, “che vedrà un passaggio centrale
nello sciopero generale del sindacalismo di base del 17 ottobre. E’
quella la nostra giornata di lotta principale anche se stiamo
lavorando per rinnovare la mobilitazione contro governo,
Confindustria e concertazione anche a novembre.
“Per
questo non ci convince – spiega D’Angeli – la manifestazione
del redivivo Arcobaleno per l’11 ottobre: nasce dalla necessità
dei partiti di salvaguardare se stessi e non offre una prospettiva
unitaria a una nuova opposizione sociale. La contrapposizione allo
sciopero del 17 ottobre è palese e per noi rappresenta un
grave errore politico”.