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Visti per Voi » Tournée  
TOURNEE
di Enrico Gatti


Regia: Mathieu Amalric
Francia, 2010
Voto 4



Presentato al festival di Cannes 2010, Tournée si era presentato come uno dei film più interessanti della stagione, anche supportato dai giudizi positivi di gran parte della critica. 
Il soggetto aveva tutti gli elementi per soddisfare le aspettative, ma ancora non aveva fatto i conti con Monsieur Amalric.
La storia è quella di un ex-produttore televisivo che dopo essere stato allontanato dall’ambiente decide, al ritorno di un viaggio negli Stati Uniti, di mettere in piedi uno spettacolo itinerante di New Burlesque destinato ad entusiasmare i teatri di mezza Francia.
Pochi soggetti, ma ad altissimo potenziale. Le attrici, vere show girl del settore, hanno grinta e personalità, sono chiassose e pacchiane dentro e fuori le scene, e riescono ad incarnare un’idea di sensualità giocosa fuori dal tempo, libera dalle convenzioni di ogni epoca, propria di ogni donna.
Certo con queste premesse era difficile immaginare un fiasco simile, ma ci troviamo di fronte ad un talento non indifferente. Sarebbe bastato filmare delle performance e unire con una sottile linea di trama, sarebbe bastato addirittura un nudo documentario per regalare al pubblico tutta l’energia di questo mondo frivolo e canzonatorio; allora come è possibile un risultato simile?
Il merito va alla scelta fastidiosamente autoreferenziale di trasformare la vivace carnevalata che tutti si aspettavano nell’odissea di un mentecatto dai mille problemi, in nome di un moscio intellettualismo.
Solo due le scene di vero spettacolo. Tantissime invece quelle che ammorbano lo spettatore con i dettagli di uno stolido protagonista che ha tanto da dire, ma senza farsi capire. Personaggio arricchito da  troppe sfaccettature senza senso, da mille tic che sembrano studiati solamente per uno spocchioso esercizio di recitazione, dai contorni di una vita sempre al margine della storia e caricaturale nella sua degradante filosofia.  I dialoghi certo non aiutano, mai autentici, tanto inutili quanto banali, che in alcune scene provano addirittura ad essere ironici e spiritosi; tentativi che purtroppo sfociano nella compassione di chi guarda. 
Nessuna pietà quindi per gli pseudo intellettuali che ci annoiano con le loro grandi pretese. Nessuna pietà per le belle confezioni vuote. Tanta stima a chi invece è capace di dar risalto alla semplice complessità del mondo con lucidità e autenticità, rimanendo credibile anche quando il cinema supera le barriere della realtà.
Un grazie alle ragazze, poco protagoniste, ma indimenticabili: Mimi Le Meaux, Dirty Martini, Julie Atlas Muz, Kitten on the Keys, Evie Lovelle. Speriamo di vederle presto in un progetto meno ambizioso e più sincero.

 



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