Un'illusione di Pace
Mirca Garuti
Dopo bombe e
distruzione, forse Tregua.
Non so se questo mio scritto sia giusto definirlo un editoriale o se,
l'esprimere liberamente i miei sentimenti sia il giusto livello, la
corretta posizione che ogni giornalista dovrebbe tenere. Però sento il
dovere, il bisogno di mettere allo scoperto le mie sensazioni di questo
ultimo mese.
La guerra in Libano ora, quella in Palestina da anni, mi suscitano
un'enorme Sofferenza. Angoscia soprattutto nel costatare purtroppo
l'incapacità d'incidere, in qualche modo, l'opinione della nostra
classe politica.
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Testo della risoluzione ONU 1701

Di seguito, il testo della risoluzione
approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e che
prevede la cessazione delle ostilità nel conflitto tra Israele
e milizie sciite libanesi di Hezbollah, iniziato lo scorso 12 luglio.
Il testo è una versione modificata in maniera significativa
rispetto a quello introdotto la settimana scorsa da Francia e Stati
Uniti. Ha ottenuto tutti e 15 i voti dei membri del braccio esecutivo
dell'Onu, incluso quello del Qatar, l'unico Paese arabo presente al
voto.
Appello pubblicato a fine luglio sul The Guardian
Questo appello viene pubblicato a fine luglio sul The Guardian, giornale
inglese, come presa di posizione dei primi che all’inizio di agosto decidono
di chiedere a intellettuali e militanti a livello internazionale di
sottoscriverla.

Essa, quindi, non è un classico appello a istituzioni, ecc. ma una presa di
posizione – la più netta fra quelle fino ad ora in circolazione – condivisa.
L’impegno finale riguarda i/le firmatari/e nello smascherare i propri
governi ed i livelli di complicità. I firmatari e le firmatarie coprono un
arco molto vasto di persone note e meno note, ma con la caratteristica
comune di volersi esprimere nettamente contro le menzogne diffuse a piene
mani in queste settimane: sulle “doppie responsabilità”, sull’
“equidistanza” o “equivicinanza”, o sul cosiddetto “uso sproporzionato della
forza” – formula ipocrita per coprire di fatto il menefreghismo verso le
vittime civili.
Le bombe sul paese dei cedri
Flavio Novara
Di
nuovo guerra. Il Libano è di nuovo in fiamme.
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Erano
passati ormai diversi anni dall’ultimo conflitto deciso e a parer
israeliano, risolutore. Un intervento energico e punitivo concluso
con il massacro di donne e bambini nei campi profughi di Sabra e
Shatila. Un massacro operato il settembre del 1982 dalle truppe
israeliane e falangisti libanesi. Un infanticidio questo che come
tutte le stragi di guerra, nulla ha risolto e nulla ha insegnato ad
entrambe le fazioni.
FOTO bombardamenti sul Libano.
FOTO Strage bambini a Cana.
Attenzione: Visto il contenuto delle immagini se ne consiglia la visione ad un pubblico adulto
LA GUERRA VISTA DA ISRAELE
Pubblichiamo alcuni articoli tratti dal sito www.israele.net
Soddisfazione in Israele per la risoluzione 1701
Gli uffici del primo ministro e del ministro della
difesa israeliani hanno espresso sabato la propria soddisfazione per il testo
della risoluzione 1701 adottata l’11 agosto 2006 dal Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite sul cessate il fuoco in Libano. Domenica 13 agosto il primo
ministro Ehud Olmert raccomanderà al governo israeliano l’approvazione della
risoluzione.
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Guerra Israele-Hezbollah: le cifre
Il conflitto fra Israele e Hezbollah è scoppiato il 12
luglio quando l’organizzazione terroristica sciita sostenuta dall’Iran ha
ucciso otto soldati israeliani e ne ha presi in ostaggio altri due sul versante
israeliano del confine internazionale fra Israele e Libano. L’attacco Hezbollah
è avvenuto contemporaneamente a una massiccia raffica di razzi e colpi di
mortaio contro postazioni militari e villaggi civili nel nord di Israele.
Israele ha reagito con una vasta operazione nel sud del Libano volta a
disarmare Hezbollah, colpendone anche i canali di rifornimento e i centri di
comando, e a liberare i soldati sequestrati.
Un falso pretesto che può diventare un problema
vero
Da un articolo di Shlomo Avieri La comparsa
delle Fattorie Shaba come uno dei possibili elementi di un accordo che
autorizzi il dispiegamento di una forza multinazionale nel Libano meridionale
solleva un certo numero di questioni di cui forse non tutti le parti coinvolte
negli attuali negoziati si rendono conto fino in fondo, e che vanno al nocciolo
stesso dell’esistenza del Libano come stato sovrano.