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Home1 » Le mafie » Mafia a Modena: un dibattito in consiglio  

MAFIA A MODENA: IL TEMPISMO DI UN DIBATTITO
di Boris

 

“Un ampio confronto tra maggioranza e opposizione”cita il comunicato dell'ufficio stampa del comune di Modena, dopo il Consiglio comunale tenutosi il 7 ottobre alla presenza di Enzo Ciconte, consulente della Commissione parlamentare antimafia, e di Vito Zincani, procuratore della Repubblica di Modena.  
Un ampio confronto su quale argomento, aggiungeremmo noi.
Numerosi infatti, sono stati gli interventi sul problema Mafia a Modena e alle possibili soluzioni atte a contrastare le ormai numerose infiltrazioni mafiose presenti sul nostro territorio.
Ampia e dettagliata è stata la relazione del Prof. Ciconte che già nei primi anni 90' evidenziava, grazie alla pubblicazione di una sua ricerca, la presenza nella nostra regione delle organizzazioni malavitosi intorno ai detenuti provenienti dalle regioni del Sud d'Italia.
Delirante invece, il resto dei lavori del Consiglio Comunale. Non solo per il livello dei contributi portati alla discussione ma, anche per il comportamento dei consiglieri e della giunta, durante le oltre cinque ore di dibattito. Come al solito, nonostante l'importanza dell'argomento, diversi di loro non ascoltavano la parte avversa e per la maggior parte del tempo in cui sono stati presenti in aula, dato il via vai continuo, o leggevano il proprio quotidiano di riferimento on-line o gestivano la propria posta elettronica. Per fortuna, o per dispiacere dato lo scempio, il pubblico era praticamente assente.

Per meglio specificare il livello del dibattito, basti considerare che questo consiglio comunale è stato convocato per illustrare e discutere degli Ordini del Giorno ed Interrogazioni depositate agli atti, dal 26 novembre 2009 al 15 febbraio 2010. Ovvero dopo quasi un anno.
I contenuti dei testi chiedevano dall'adesione al “No alla vendita dei beni confiscati alla mafia” del consigliere PD Guerzoni, al “continuare alla lotta senza quartiere alla criminalità organizzata” di Morandi del PdL. Dall'adesione ad “Avviso Pubblico” richiesto dal Pd Trande, all'adesione alla “XV giornata della memoria in ricordo delle vittime della mafia”.
Nulla vuol togliere merito a queste richieste d'adesione ma, altro e più importante è quello che deve discutere un amministrazione pubblica. Basti pensare a quello che è successo in questo anno. Come se non avessero evidenziato nulla, tutti gli arresti e i connubi accertati con parti  economiche legati non solo all'edilizia, della nostra città.

Per contrastare le Mafie, non serve affrettarsi a presentare un giusto encomio alle forze dell'ordine. Occorre elaborare ed adoperarsi seriamente per arginare questo ormai dilagante fenomeno,  senza paura di essere considerati incapaci di governare.

Non è sufficiente per contrastare la mafia dai colletti bianchi “un encomio alla Confindustria per aver deciso l'espulsione delle imprese che sottostanno ai ricatti mafiosi” come proposto dal consigliere Trade del PD. Dovrebbe essere la norma. E' necessario, invece, prodigarsi attivamente affinchè sia redatta una LISTA BIANCA, dove la precedenza nell'assegnazione degli appalti venga data a quelle aziende che HANNO DENUNCIATO i loro ricattatori. Un lavoro che dev'essere affiancato innanzitutto dal controllo della distribuzione degli appalti, monitorando costantemente oltre l'utilizzo sconsiderato del Caporalato nei cantieri edili, anche i movimenti finanziari di alcune agenzie d'intermediazione e prestito presenti sul nostro territorio. Senza dimenticare la fondamentale trasparenza che va richiesta a tutte le società attualmente impiegate in subappalto, nella realizzazione, anche fuori dal nostro territorio o regione, delle cosiddette “grandi opere”.

Spiace anche costatare che nella capacità d'intervento sull'argomento, il Partito Democratico che ha tra le sue file amministratori minacciati o uccisi come il sindaco Angelo Vassallo di Pollica, siano stati superati, anche se a noi pare in modo strumentale, dalla consigliera Olga Vecchi del PdL che identifica nella "smania di costruire del Comune di Modena,  il rischio di rendere la città un polo di attrazione per la mafia che nel mattone, tenta di pulire il proprio denaro sporco". Affermazioni queste che porterebbero “di logica” a sostenere la proposta del Pd, Paolo Trande, che ha anticipato l'istituzione, da parte del suo partito, di un comitato provinciale sulla legalità e il contrasto alla criminalità organizzata e l'introduzione, in tutte le procedure negoziali, delle autorizzazioni preventive per i sub-affidamenti nei settori più a rischio. Resta comunque incomprensibile quanto affermato dall'assessore Antonino Marino che in difesa della giunta, sottolinea che in risposta a questo fenomeno, si sia proceduto all'affidamento ad aziende locali di ben l'80 percento degli appalti. Una sorta di pedigree delle aziende di stampo leghista che però non ne garantisce la trasparenza e affidabilità. Soprattutto se scelte solo attraverso il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.

10/10/10
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