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Medio Oriente » CALENDARIO PREMIO CHIARINI 2014  

CALENDARIO DI SOLIDARIETA'

CON IL POPOLO PALESTINESE DEI CAMPI PROFUGHI

IN LIBANO E GAZA


Il Comitato Per non dimenticare Sabra e Chatila* è impegnato ogni anno ad organizzare il “Premio Stefano Chiarini”, assegnato ad una personalità che si è particolarmente impegnata sul tema del Diritto al ritorno dei profughi palestinesi e sulle problematiche dell’intero Medio Oriente. Principio sancito con la Risoluzione n. 194 dell’ONU del 1948, oltre che dalla IV Convenzione di Ginevra, ma mai rispettato da Israele e dall’intera comunità internazionale. Nessuno ha mai chiesto sanzioni e condanne nei confronti di tutti i governi israeliani responsabili di una precisa strategia politica: negare l’esistenza del popolo palestinese, spingerlo verso la diaspora e l’abbandono della propria lotta di liberazione. Per questo, la presenza del Comitato in Libano è molto importante per i rifugiati palestinesi che chiedono solo di non essere dimenticati dalla comunità internazionale. L’impegno del Comitato e di tutti i suoi numerosi partecipanti è proprio quello di creare una rete d’informazione da nord a sud dell’Italia per contribuire a ricordare, denunciare, dialogare e capire i crimini del sionismo.

Il calendario è uno di questi strumenti che, con i proventi ricavati dalla sua vendita, contribuisce ad avviare e mantenere dei progetti di solidarietà destinati alla popolazione palestinese presente da oltre 65 anni nei campi profughi in Libano.

 

Si chiede un contributo di 5 euro per ogni calendario.

 

Per l'acquisto dei calendario, è possibile eseguire il pagamento con bonifico

sul conto corrente intestato ad
Alkemia Laboratori Multimediali


Per info e prenotazioni: mirca_garuti@yahoo.it

 

* Il Comitato Per non dimenticare Sabra e Chatila è stato fondato nel 2000 da un gruppo d’intellettuali, militanti e giornalisti italiani, libanesi e palestinesi, con lo scopo di mantenere viva la memoria del massacro contro i palestinesi dei due campi profughi situati alla periferia di Beirut. Se le parole Sabra e Chatila hanno, anche in Italia a trentatre anni dal compimento di quel massacro, un significato politico, umano, il potere evocativo delle sofferenze di un popolo e delle impunità dei crimini di guerra, questo si deve a Stefano Chiarini. Stefano ha speso il suo impegno, la sua lucidità intellettuale, il suo giornalismo militante, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, da quando aveva creato il Comitato, a fianco del popolo palestinese, convinto che nessun popolo possa vivere scavando ogni giorno la fossa di un suo figlio, e che nessun popolo può vivere sulle terre strappate ad altri con la forza. Il Comitato Per non dimenticare Sabra e Chatila dal 2000 è sempre stato insieme ai palestinesi profughi in Libano, per ricordare con loro l’orrore del massacro attuato nel 1982 dai falangisti libanesi con la complicità del Ministro della Difesa israeliano, Ariel Sharon e del suo governo. Per dire anche che dimenticare il passato significa dimenticare le migliaia di rifugiati rinchiusi nei ghetti nei campi: perché un cittadino di religione ebraica può contare sulla legge del ritorno che gli consente di vivere in Israele e agli altri è negato il ritorno nelle loro case? Finché questa profonda ingiustizia, questa piaga insopportabile, non sarà chiusa per sempre, il nostro dovere è quello di non dimenticare e di far sì che nessuno dimentichi: per questo, Stefano Chiarini aveva voluto e ottenuto che la fossa comune dove furono gettati i cadaveri straziati nel 1982, diventata una discarica, fosse trasformata in un luogo del ricordo.
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