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Medio Oriente » EPIFANIA DI SANGUE, A GAZA  
EPIFANIA  DI  SANGUE, A GAZA

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Bombe al fosforo e all’uranio impoverito
sganciate in piena città, fuoco mirato su medici e ambulanze che non possono neppure andare a soccorrere i feriti e rimuovere i cadaveri, mentre non c’è più cibo, nè acqua potabile, niente medicine, garze, carburante per i generatori.

Fuoco a volontà dal mare, dal cielo, dalla terra, su una zolla dove sono concentrati quasi un milione e mezzo di abitanti.
Le armi non convenzionali e di distruzione di massa, abbinate alla impossibilità di prestare cure adeguate ai feriti, faranno lievitare presto il numero delle vittime.
Questo è un gioco al massacro, un genocidio in pieno stile: non si può definire in altro modo tale brutale, cinica, crudele carneficina di Gaza.
Eppure Israele siede alle Nazioni Unite, ha forti relazioni diplomatiche e commerciali con il mondo sia occidentale che orientale, i suoi rappresentanti vengono trattati con ogni riguardo quando vanno in visita in Europa.
A Israele vengono dedicate fiere culturali e per loro vengono celebrati nel mondo i 60 anni di Nakba.
Estate 2006, Libano. Natale 2008, Gaza. Stesso stile, stessa cattiveria, stessa perfidia, identico malanimo e identica spudorata faccia di bronzo nel mentire, contro ogni evidenza. Circa 1500 morti in Libano nel 2006, quasi 600 a tutt’oggi a Gaza, cui si aggiungeranno nei prossimi giorni coloro che moriranno per mancanza adeguata di cure mediche, senza contare le migliaia di ammazzamenti di palestinesi in questi anni e 12 mila prigionieri, per lo più politici, detenuti nelle carceri sioniste. E la carneficina non è ancora finita.
Un’intera nazione occupata militarmente e i vicini di casa minacciati costantemente.
Se questa è una democrazia, io sono Cicciolina.
Ma chi scrive è troppo peloso per sembrare tale, ed anche il pelo di Esaù d’Israele è folto.
Migliaia di morti e un mare di dolore, una scia di sangue densa come un fiume, che nessuno può negare. Ma Israele è riverita e difesa a spada tratta dai nani al potere.
Chi invece si permette solo di criticare, non diciamo il dogma olocaustico, ma solo la politica coloniale israeliana e l’ideologia sionista che la sostiene, è un antisemita, sicuramente da tenere d’occhio e carcerare alla prima mossa falsa.
Sono stati arruolati tutti per la propaganda sionista: politici, storici, giornalisti, magistrati, professori, sacerdoti e perfino frati.
La longa manu della Israel Lobby non ha limiti.  
Si fa fatica a stare dietro gli aggiornamenti dei decessi di palestinesi in Gaza, per bombardamenti, mancanza di cure, fame, freddo e sete.
Ma possiamo stare tranquilli: la Livni dice che non c’è emergenza umanitaria a Gaza.
È il metro, la misura della falsità e perfidia sioniste.
Ma per noi è molto di più, perchè è indubbio quale sia la matrice giudaica, rabbinnico talmudica, di un messianismo depravato, che guida i cuori e le menti di questi disgraziati.
Disgraziati, sì, dis-graziati. Gente senza la grazia del buonanimo, della misericordia, che non riesce a vedere nel prossimo esseri come loro. Perchè loro sono speciali.
Disgraziati quindi coloro che le bombe le hanno subite, ma ancor più disgraziati coloro che le hanno sganciate.
L’ebraismo razziale e l’antisemitismo, usati e abusati a sproposito per fini propagandistici, non c’entrano nulla: non esiste più l’ebraismo veterotestamentario, come razza, perchè ormai imbastardito da millenni di incroci etnici, e se esiste l’antisemitismo, i suoi primi fautori sono gli islamofobi filosionisti, che hanno giustificato l’esportazione della “democrazia a suon di bombe”, massacrando negli ultimi anni popolazioni arabo-semitiche di tradizioni islamiche, a milioni.
E anche nei cuori più miti è stato instillato il seme dell’odio. Loro sono il “popolo eletto”, a cui tutto è concesso in nome di un “dogma olocaustico”.
Ma eletto da chi, in periodo di “democrazia globale”?
Non certamente dalla popolazione di Terra Santa, con plebiscito popolare.
Sicuramente gli arabi di Palestina, che subiscono da oltre 60 anni le prepotenze sioniste, non possono credere in nessuna “elezione” di tale elite di killer. Non da Dio.
E sinceramente neppure noi crediamo che questo loro “dio” abbia nulla a che fare con la nostra fede cristiana. Troppa puzza di bruciato e di zolfo, anzi, di fosforo e uranio impoverito…
Non solo, ma a furia di far credere che essi sono il “popolo dell’antica alleanza mai revocata”, e confrontando (per chi, la maggioranza, non legga i testi sacri secondo magistero e tradizione) alcuni passi biblici con la furia omicida attuale delle milizie di Tsahal, si porta a sigillare gli animi anche di fronte al messaggio evangelico e a far detestare questo Dio biblico. Aggiungete poi l’elemento equivocante che viene introdotto da chi da anni ci parla di tradizioni “giudaico-cristiane”, ed il gioco è fatto.
Chi non è ateo lo vuol diventare. Difficile dargli torto.
I menestrelli dello scontro di civiltà di ogni matrice, laica e confessionale, giudaica e cristianista, hanno preparato gli animi da tempo, li hanno anestetizzati, resi quasi insensibili alla carnezzeria sionista perpetrata nei confronti della popolazione araba.
A causa di scenografiche conversioni hollywoodiane ed alla contemporanea diffusione stampa di testi servilmente filosionisti, hanno fatto montare la diffidenza verso tutto ciò che odora di giudaico-cristiano. Giustamente.
Frattini, Pera, Allam, Fassino, Fini, Pagliara (vedrete che domani quest’ultimo lo vedremo onorevole in Parlamento, come lo squadrista giudaico Pacifici e miss-isteria Fiammetta) e malacompagnia bella, con l’unica eccezione della mosca bianca, pardon rossa, D’Alema (che qui si è guadagnato qualche punto per le prossime elezioni, senza dimenticare però il suo assenso alla carnezzeria kosovara…), non sono meno responsabili di chi sgancia le bombe su Gaza, o di chi ordina di farlo.
Perchè essi negli anni hanno ovattato il fragore delle armi, lo hanno silenziato, spargendo fumo per annebbiarci la vista.
Sono complici degli assassinii di Gaza, del Libano, d’Iraq e di Cisgiordania, e come tali dovremo giudicarli un giorno.
Loro fanno affidamento sulla memoria corta della gente, dalla quale però pretendono l’eterno ricordo di una sola shoàh. Ma noi abbiamo buona memoria.
Tranquilli, che tutti i nodi vengono poi al pettine.
Vi domandate se chi scrive sia arrabbiato? No, furioso.
Qualcuno di voi ha figli? Nipoti? L’avete visto lo strazio del padre, della madre, del nonno, che baciano affettuosamente, accarezzandolo, il loro bambino, la loro gioia del cuore, morto, senza vita. Quelle guance che erano morbide e calde, quando vi si posavano le labbra di mamma e di papà per un bacio, ora sono rigide e fredde. Egli non correrà più sorridendo e gridando di contentezza all’uscita di scuola. Il suo cuore non batte più e la scuola è stata rasa al suolo.
Forse la maggior parte di voi non le ha viste queste scene, perchè in Italia c’è una censura rigida. Chi ha la parabola satellitare vada sulla TV in lingua inglese Aljazeera. Se ha lo stomaco forte. Perchè anche io, avvezzo a tante dure prove della vita, non sono riuscito a frenare le lacrime, per un moto di immediata comprensione e condivisione del dolore, e per la rabbia.
Una sana rabbia, che fa indignare di fronte ad atrocità ed ingiustizie, e di cui nessuno si dovrebbe vergognare, credente o non credente che sia.

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Ho detto rabbia, non vendetta
. Perchè so già che qualche melassoso cristianuccio storce il naso a sentir parlare di sentimenti forti. Volemose bbene, dialoghiamo…

Li sbatterei tutti nell’arena di Gaza, in pasto ai leoni di sion, a fronteggiare il martirio. Se lo sapranno affrontare, col sorriso sulle labbra, vorrà dire che sono santi, e buon per loro, altrimenti saranno umani, troppo umani per non andare su tutte le furie.
Non ci sono parole per descrivere il dolore che si prova solo a vederle certe cose. Avevo vicino il mio figlio più piccolo di 8 anni, quello avuto in tarda età, che giocava con i regali portati di recente da Gesù Bambino. Solo l’idea di potermi trovare al posto di quel padre su Aljazeera mi faceva impazzire. Avrei perso sicuramente il senno.
Perdonare? Come si fa? Difficile, molto difficile. Se ti ammazzano i figli che hai più cari, i più piccoli, o i nipotini, ti hanno ucciso dentro. Sei un cadavere che cammina, svuotato. E quel vuoto viene colmato solo da un’idea: distruggere i colpevoli di un tale crimine. L’odio riempirà quel cuore spezzato e vi penetrerà sin dentro le crepe più profonde, radicandosi. Difficile, sotto le bombe, perdonare, dialogare, amare i propri nemici.  
Anche chi non è affetto da ideologie o non abbia nulla a che fare con la politica o Hamas, diventa una mina vagante.
Gli israeliani saranno delle carogne, ma non sono così stupidi da non saperlo.
A loro le mine vaganti servono, fanno comodo, per poter alimentare la propaganda islamofobica-arabofobica, e consolidare sempre più il proprio dominio militare ed ideologico. Tanto, militarmente, sono incontrastabili e non temono rivali. Per ora.
E non mi venite a parlare di amare i nemici, perchè io li amo, in quanto mi danno la misura dell’umanità e di chi si pone, seppur umano, al di sopra di essa, considerandosi un semi-dio. Essi sono la prova vivente della perfidia e la loro cecità e durezza di cuore non possono che accrescere la mia distanza dalla loro scelleratezza.
E intanto la pulizia etnica continua, incessante. I furbastri della politica dialogano, timidi. Israele se ne frega e continua a bombardare.
Quella nasona della Livni, degna erede di quell’altra proboscidona della Golda Meir(1), rassicura tutti che, non solo non c’è crisi umanitaria a Gaza e che loro sanno di cosa i palestinesi abbiano bisogno..., ma che il loro obiettivo non è la popolazione civile e che Israele non ha intenzione di occupare la Striscia di Gaza.
Su qualche punto le diamo ragione. Oramai non c’è più crisi umanitaria a Gaza, perchè si è superato ampiamente quel limite: ora si tratta di una crisi disumana.
È anche vero certamente che la leadership sionista sappia, secondo il punto di vista talmudico cosa servire alla popolazione di Gaza: bombe e morte.
 
Ma dire che la popolazione civile non sia l’obiettivo dei bombardamenti è difficile da credersi, quando si sganciano tonnellate di bombe al fosforo e all’uranio impoverito, che ovunque cadano fanno morti e feriti nel raggio di centinaia di metri, lasciando l’area e i superstiti profondamente contaminati e mutilati, provocando negli anni tantissimi altri lutti, deformazioni, malattie. Tra qualche mese e tra qualche anno le donne di Gaza partoriranno dei mostri a causa di tutto ciò.
Anche questa è pulizia etnica.
È quindi ovvio che gli israeliani non abbiano intenzione di occupare Gaza, visto che l’anno contaminata in ogni modo possibile. Ed è anche per questo, ma non solo, che hanno ritirato le loro colonie nel passato, per far diventare Gaza una gabbia nella quale rinchiudere e sterminare l’ala più irriducibile della resistenza araba palestinese.
Che è cascata nel tranello.
Perchè quando omuncoli insignificanti della politica, parassiti di Stato intellettualmente disonesti, senza spessore nè carisma, parlano di “cessare il massacro della popolazione israeliana”, o ci fanno o ci sono. Probabilmente tutti e due. Perchè quando si parla di “massacro della popolazione israeliana”, avendo sul campo 5 cadaveri da parte sionista e 600 dall’altra, anche il meno provvisto di materia grigia comprende che si stanno dicendo fregnacce. Se si guarda poi in faccia chi le ha dette si capisce il perchè....
Chi legittimamente resite sulla propria terra ad un’occupazione straniera è considerato “terrorista”. A chi invece violenta un popolo intero e ne deruba le propriertà, si possono stringere tranquillamente le mani e dedicare libri d’elogio.
Vi hanno mai detto che le cittadine di frontiera israeliane con Gaza sono state costruite sulle macerie di villaggi arabi, la cui popolazione pochi decenni fa è stata ammazzata ed i superstiti cacciati, per cancellarne la memoria?
Vi hanno mai detto che il villaggio di Sderot è stato costruito sulle rovine di Najd?o sapete che il villaggio di Ashkelon è sorto sulle rovine di Al-Jura?
Lo sapete quanti palestinesi non possono portare neppure un fiore sulle tombe dei propri cari perchè hanno coperto di cemento anche quelle per costruirvi le loro sinagoghe?
Adesso tutti i riflettori sono puntati su Gaza, e qualcuno si da da fare per cercare di fermare Israele. Non per amore, ma solo per timore della rabbia crescente nel mondo arabo, che potrebbe minacciare soprattutto interessi economico-finanziari.
Ma non ci si deve dimenticare che la radice del problema non è Gaza, non sono i razzi-petardo di Hamas, ma è l’occupazione coloniale sionista della Palestina.
Un cancro che se non viene rimosso può solo generare ancor più odio e dolori a tutti.
Se non verrà liberata la terra che di diritto appartiene alla popolazione di Palestina, non ci potrà mai essere pace, e non ci sarà dialogo che tenga o tradimento di leadership araba che basti a contenere la rabbia, che di generazione in generazione cresce sempre più.
Perchè la Palestina oggi politicamente non esiste, e geograficamente è occupata militarmente da un esercito di stranieri, anche se molti di loro sono nati laggiù.
Secondo logica, non si capisce perchè, se al “popolo eletto” (ammesso e non concesso che lo sia) viene riconosciuto il “diritto al ritorno” (cosa per cui dovrebbero tornare sui monti del Caucaso, terra d’origine dei kazari), non debba venir riconosciuto, a maggior ragione, tale diritto a chi possiede ancora le chiavi della casa da cui è stato scacciato, rubata da coloni russi o americani.
Che dire poi delle colonie giudaiche, sempre più invasive, sempre più aggressive, sempre protette e finanziate dallo “Stato ebraico”, che gli costruisce muri intorno per “proteggerli”, rubando sempre più territorio palestinese?
Che dire della Palestina che non esiste, frantumata in tanti pezzetti, tutti controllati da milizie israeliane e coloni armati sino ai denti, di armi americane? Pensate che un palestinese non può neppure andare da un villaggio ad un altro con la propria auto, perchè le strade sono di proprietà israeliana e solo chi ha una kippa in testa le può percorrere. Se girate per Israele vedrete solo targhe blù. Quelle verdi si devono fermare ai check-point. Impossibile quindi, anche quando si possiedono i documenti a posto, muoversi sul proprio territorio, visitare parenti e amici, acquistare beni di prima necessità, lavorare, recarsi per cure in centri attrezzati.
Che dire dei pozzi d’acqua che è vietato scavare e dei pochi che, già esistenti vengono avvelenati? E dei campi incendiati? Del bestiame abbattuto? Della pesca proibita? Delle case demolite? Dei bambini terrorizzati in continuazione dai coloni?
Che dire di un’opposizione politica all’occupazione, che viene incarcerata sia da Israele che dai corrotti di Abu Mazen? Quell’Abu Mazen che stringeva le mani di Bush e Olmert, mentre essi decimavano la sua popolazione ed espropriavano case e terreni a Gerusalemme Est, come nel resto della Cisgiordania.
Facile ora, per Abu Mazen, farsi bello e condannare l’aggressione israeliana a Gaza. Ma dove era prima lui, quando i suoi luogotenenti preparavano il golpe, armati e ben pagati dai consiglieri americani, per rovesciare il verdetto popolare alle scorse elezioni? Dove era quel Fayyad, suo braccio destro allevato all’ombra delle banche di Wall Street, mentre il Shin Bet torturava e uccideva i suoi compatrioti.
Dov’era il traditore del popolo palestinese, Abu Mazen, mentre i suoi figli morivano ai posti di blocco o negli ospedali senza medicine? Era a far banchetto con Olmert.
Sarebbe bello che, chi ne ha la capacità e possibilità, controllasse quanti conti correnti ci sono, nei paradisi fiscali, a nome di Abu Mazen o di suoi stretti collaboratori e teste di legno.
Se non si comprende quindi che il vero problema è l’occupazione militare e coloniale  israeliana, non si capirà mai quale sia la soluzione.
E pensare che i palestinesi si sarebbero accontentati anche dei territori stabiliti dalle Nazioni Unite nel 1947, con un territorio palestinese che abbia una continuità geografica e autonoma, dal Giordano al Mediterraneo. E lo stesso per gli israeliani. Benchè, nessuno avesse chiesto nel ’47, alla popolazione residente, se fosse stata d’accordo. Perchè non dimentichiamocelo mai, l’odierno inferno della questione palestinese è stato partorito da quei geni dell’Impero coloniale Britannico, che ovunque nel mondo abbiano messo piede, hanno fatto danni incalcolabili.
Ma ai “fanatici della ricostruzione del tempio” ciò non basta. Essi non vogliono solo un pezzetto di terra: vogliono tutto.
Così oggi, uno “Stato ebraico”, al comando di uno degli eserciti più ben equipaggiati del mondo, i cui membri sono educati da una casta sacerdotale tra le più razziste e spietate della storia, vuol rievocare gesta bibliche epiche, che probabilmente mai furono vissute e comandate da alcun Dio.
Ma essi, oggi, credono di essere loro stessi come Dio.
L’antiCristo è già tra di noi?  
 
La Redazione
http://www.terrasantalibera.org/EpifaniaDiSangue.htm  6/1/2009
 
 
Oremus et pro perfidis Judaeis, ut Deus et Dominus noster auferat velamen de cordibus eorum, ut et ipsi cognoscant. Iesum Christum Dominum nostrum. Omnipotens sempiterne Deus, qui etiam Iudaicam perfidiam a tua misericordia non repellis, exaudi preces nostras, quas pro illius populi obcæcatione deferimus, ut agnita veritatis tuæ luce, quæ Christus est, a suis tenebris eruantur. Per eundem Dominum nostrum. Iesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus: per omnia sæcula sæculorum. Amen
 
 (1) - "Come possiamo restituire i territori occupati? Non c'è nessuno a cui tornarli" - Golda Meir, 8 marzo 1969.
 
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