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Medio Oriente » Lettera alle mie sorelle innamorate di soldati  

Lettera alle mie sorelle innamorate di soldati


La scintilla di questa poesia è stato il mio sconcerto nel constatare che molte ragazze attiviste di colore qui negli Stati uniti erano state silenziate dalla propaganda secondo la quale l’amore significa il sostegno incondizionato per i loro ragazzi nelle forze armate. Ringrazio Jeff Patterson, refusenik della guerra del golfo per il suo importantissimo contributo ai contenuti di questa poesia.


Vi scongiuro

di non chiudere gli occhi.


Non voltate la faccia

dalle donne stuprate,

picchiate, uccise dai soldati USA

da Manila a Mombasa, da Baghdad

a Bangkok. Non ditevi

che il vostro uomo è diverso. In qualche modo

misteriosamente assente

quando bombardano

le città dei civili, sotterrano

eserciti viventi sotto autostrade di morte.


Vomitate il mito

Che poverino non ha altre opzioni.

Sul vostro specchio e sul suo

attaccateci i siti e i numeri di telefono

di Veterans for Peace, Conscientious Objectors

Books not Bars, Refuse and Resist

Not in Our Name, e di tutti gli eserciti

che si battono per la libertà e la giustizia

proprio qui.


E accanto metteteci un elenco

delle cose disponibili al vostro uomo

che però non lo sono ai sedicenni,

ventiseienni, quarantaseienni

in Palestina,

Sierra Leone, Timor Est,

Laos, Congo, Rwanda, Namibia, Barbados.


Uno. Un passaporto. La chiave per il mondo, un passaporto

americano. Due: il diritto alla residenza.

A costruirsi una vita che ha molte probabilità

di lunga durata. Tre: quarantotto stati confinanti

in cui può lavorare e e che può attraversare liberamente,

senza visti, checkpoint, filo spinato. Quattro: il diritto

a guadagnarsi da vivere come si vuole.

Cinque: biblioteche. Sei: ospedali

Sette: L’internet.


Cosa potrebbe dire adesso

della sua mancanza di opzioni

a un soldato quattordicenne in addestramento

a Gaza, a un orfano di nove anni

con un Kalashnikov in Liberia?


Ditegli che non tocchereste

un uomo che ha lanciato una granata contro

vostra sorella, bombardato l’ambulatorio

che cura il diabete di vostra madre

Che ha distrutto i tubi dell’acqua

del vostro quartiere.

Queste cose non le può fare nelle altre parti del mondo

per poi tornare e cercare il vostro corpo con le mani tremanti.


Ditegli che sapete

come si riposano e si ricreano le truppe

Ragazzine, donne giovanissime

spedite dentro alle caserme come casse

di Budweiser, ditegli che sapete che il sabato sera

uscirà a Freetown, Seoul o Bogotà

con istruzioni

per comprare al minor prezzo possibile

una piccola macchina fottitrice

marrone o gialla

che non può dire di no

a niente.


Costringetelo a guardarvi negli occhi


Ditegli che non avete passato anni

a imparare ad amare il vostro corpo solo per poi aprirlo

allo sperma pieno di mine nascoste

di diossina, particelle beta, vaccini

non testati pronti ad esplodere in

un arcobaleno patriottico

di tumori, malformazioni

negli organi, nelle ossa e nel sangue

dei vostri futuri figli.

Imparate a memoria i nomi di tutti e

duecentocinquantatre

sottoprodotti dell’uranio impoverito; le loro mezze-vite radioattive, i cancri

che provocano. Di queste informazioni

ne avrete bisogno.


Imprimete bene due parole nel vostro cervello: Fort Bragg

Quattro donne uccise dai loro mariti-soldati

in due settimane.

Imparate le statistiche sulle aggressioni contro il partner

tra le forze armate. Il triplo

del tasso tra i civili.

Sappiate che le telefonate agli hotlines raggiungono punte massime

proprio prima che i soldati partano

e appena fanno ritorno a casa.


Ditegli che l’amate e l’amore

non è il sostegno incondizionato

di scelte dettate dalla paura

dalla noia, dalla solitudine, dalla debolezza e

dall’ignoranza. Troppi anni

a digerire l’etichetta “Di nessun valore”

appostagli da uno stato che gli incolla un fucile

nella mano destra attaccandoglielo con banconote

mentre gli strappa il bisturi, il pennello

e il trombone dalla sinistra. Le decisioni

che si basano sul terrore che prova ogni notte

di vivere e morire

senza essere notato.


Ditegli che: voi lo notate. Avete bisogno

di tutto il vostro cuore e lui di

tutto il suo. I vostri cuori

hanno molto lavoro da fare.


Shailja Patel 2003

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