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Home1 » Fiera del libro 2008 » Al direttore della Fiera del libro di Torino  

Al direttore della Fiera del libro di Torino, signor Ernesto Ferrero

Ho ricevuto la vostra lettera che mi invita a partecipare alla Fiera internazionale del libro prevista per il prossimo mese di maggio.

La cultura italiana ha un grande spazio nel mio cuore: la sua creatività artistica ha avuto un ruolo importante nel cambiare il mondo, renderlo meno crudele e quindi più giusto, proiettato verso la libertà e il coraggio che ci vuole per difenderla.

Ma grande è stata la mia sorpresa quando ho saputo che la vostra Fiera ha invitato lo Stato di Israele come ospite d'onore, e nell'occasione dei 60 anni dalla sua nascita, tanto più che insieme all'invito ho ricevuto la notizia del massacro a Gaza di 20 palestinesi per mano delle forze di occupazione israeliane e che il portavoce del governo, nel descrivere il massacro, dichiarava: "è lo spettacolo più bello che si possa vedere" .

Noi non siamo con la Palestina perché siamo palestinesi o arabi, ma perché la Palestina è una dura prova quotidiana per la nostra coscienza umana. La vostra decisione di invitare Israele come ospite d'onore ha dato un brutto colpo alle coscienze e ai sentimenti di milioni di persone in tutto il mondo e anche a quegli scrittori e artisti italiani che con coraggio sostengono la Palestina e la sua causa, per il semplice fatto che è una giusta

causa. Ho visitato l'Italia molte volte, ci ritorno spesso, grato alla gente che incontro e a cui mi lega un rapporto che va al di là di quello che ho con i lettori dei miei libri. Non voglio chiedervi quale sarà la vostra risposta quando vi chiederanno con quale coscienza vi siete

mossi nell'organizzare questa mostra, scavalcando i più semplici diritti, come dimostra la storia e l'umanità, e accettando che la sofferenza dei palestinesi e il furto delle loro terre siano oggetto di celebrazione per i loro assassini e occupanti . Una occasione del genere dovrebbe portare chiunque, e soprattutto gli uomini di cultura, a manifestare la propria umanità e a solidarizzare con il popolo palestinese, dato che è questo ad essere stato sradicato dalla propria terra nello stesso giorno in cui lo Stato di Israele è nato. Un popolo, quello palestinese, che subisce la più brutale repressione e viene massacrato da 60 anni,

quotidianamente. Nel giorno della loro Nakba ( catastrofe ) i palestinesi spererebbero in una reazione di umanità, ricevono invece la vostra decisione che non prende in

considerazione l'ingiustizia e la sofferenza. Quale sarà l'impatto sugli scrittori e gli artisti italiani che credono nella causa palestinese?

Auspicherei che la direzione della Fiera cambi rotta e corregga l'errore di aver invitato lo Stato di Israele come ospite d'onore. Il mondo della cultura non può tacere di fronte a chi descrive un massacro come, " lo spettacolo più bello che si possa vedere". Preghiamo

piuttosto per una cultura della bellezza che ci accomuni,

Ibrahim Nasrallah

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