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Medio Oriente » A Modena l'Ambasciatrice palestinese in Italia  

A MODENA, L’AMBASCIATRICE PALESTINESE IN ITALIA
di Mirca Garuti

 


Oggi 23 ottobre, il Sindaco della città di Modena Giorgio Pighi, ha dato il benvenuto all’Ambasciatrice Palestinese in Italia, Mai Alkaila insieme alla delegazione palestinese.


 

La Presidente del Consiglio comunale, Caterina Liotti apre l’incontro ringraziando l’Ambasciatrice palestinese per la visita alla nostra città. La Presidente modenese auspica che si possa arrivare, anche con l’aiuto di tutta la comunità internazionale, ad una vera pacificazione tra il popolo palestinese e quello israeliano. Infine, rileva l’amicizia che la nostra città sente nei confronti del popolo palestinese. All’incontro sono intervenute altre autorità del Comune di Modena e della Provincia: Fabio Poggi assessore di Modena con delega alla Cooperazione internazionale, il vice presidente della Provincia Mario Galli, il vice sindaco del Comune di Fiorano Modenese Marco Busani e l’assessore del Comune di Formigine Maria Costi.
Oltre alle autorità, sono presenti anche alcuni rappresentanti d’associazioni impegnate in progetti di solidarietà, di promozione allo sviluppo dell’informazione, dei diritti umani per il sostegno del popolo palestinese, come “Modena incontra Jenin”, “Alkemia”, “Pax Christi” e “Gavci”.


L’ambasciatrice, dopo aver ascoltato le autorità modenesi e le varie associazioni, ringrazia tutti i presenti per l’impegno messo in atto nel dare, in diversi modi, solidarietà ed appoggio al popolo palestinese. “La pace ha bisogno del vostro sostegno, ma occorre fare di più” – dice Mai AlKaila – e prosegue, affermando che “la nostra dirigenza ha scelto la pace, una pace vera, a differenza d’Israele che non ha ancora rispettato la firma degli accordi di Oslo”. L’ambasciatrice parla, inoltre, della politica d’occupazione da parte del governo israeliano che continua imperturbabile a sottrarre acqua e terra ai palestinesi a favore dei coloni, promuovendo così il loro arrivo in Israele a scapito invece del trasferimento della popolazione palestinese in altri stati. Mai Alkaila non dimentica di citare la costruzione illegale del Muro dell’apartheid che divide villaggi e città palestinesi, della detenzione amministrativa, norma ancora in vigore nell’ordinamento d’Israele, usata per lo più nei confronti dei palestinesi per una detenzione senza obbligo di un provato reato a tempo indeterminato. L’ambasciatrice termina affermando che “Israele viola ogni giorno i diritti del popolo palestinese attraverso gli arresti indiscriminati, la distruzione di case, di alberi, l’uso dei tanti checkpoint che obbligano la popolazione palestinese a dover sostare per lunghe ore prima di poterli attraversare per raggiungere i luoghi di lavoro, di studio e di cura”. Per tutto questo, Mai lancia una richiesta d’aiuto, a noi popolo occidentale per sensibilizzare e fare pressione su ogni comune, città, regione, paese europeo affinché si possa veramente raggiungere una vera pace in Palestina.


La delegazione palestinese, oltre all’Ambasciatrice, era formata da: Mahmoud Abu Adeh membro del Comitato esecutivo della “Palestine General Federazion of Trade Unions” di Betlemme, Shaheen A.M.Shaheen amministratore Doha Municipality del Governorate di Betlemme, Monica J.A.Salem responsabile delle donne sindacato palestinese P.G. of T.U. e Hani Gaber funzionario dell’Ambasciata Palestinese a Roma.
I responsabili del sindacato nazionale palestinese puntano il dito sull’enorme problema del lavoro in Palestina. La disoccupazione è molto alta ed i lavoratori palestinesi che lavorano in Israele non hanno nessun diritto, nessuna garanzia. Molte volte non sono neppure pagati. Nelle loro buste paga c’è la trattenuta relativa alla sanità e alla pensione, ma, a loro non ritorna nulla, non hanno nessun beneficio e sono obbligati a pagare per qualsiasi prestazione di cui hanno bisogno. Non possono vendere i propri prodotti che producono in ogni settore. Tutto questo produce solo povertà e disoccupazione. Israele non porta via solo terre, acqua e lavoro ma anche la loro dignità di uomini e donne.
La donna in Palestina è sempre stata all’avanguardia, in prima linea, è sempre stata considerata importante sia per la società e sia per la famiglia. Oggi, il 25% nei vari settori della società è occupato da donne.  L’obiettivo, però, è quello di riuscire a raggiungere il 50%. La vita delle donne in Palestina non è certo facile, è difficile e dura,  in quanto sono loro che, di solito, devono portare avanti la famiglia, perché il marito o i figli o i fratelli sono in prigione o morti.

Nel corso dell’incontro è presentato il progetto “Operazione Rondine, diritto come misura e giustizia come livella “ dell’associazione Gavci, che fa appello agli enti del governo locale, le autorità locali d’Israele e Palestina, alle associazioni transnazionali dei governi locali perché si uniscano in una corale mobilitazione e idealmente, con delibera formale, procedano a reclamare Gerusalemme quale Word District-Capitale Mondiale della Pace. Questo progetto è anche oggetto di un convegno che si terrà nel pomeriggio a Bologna alla presenza di tutta la delegazione palestinese.

 

 


L’ambasciatrice, come ultimo atto, consegna al Comune di Modena due piatti prodotti in Palestina con dipinta la bandiera della pace ed altri doni simbolici della terra di Palestina.
La presidente Caterina Liotti, offre all’Ambasciatrice come dono una riproduzione della statuetta che si trova all’angolo del Palazzo comunale “La Bonissima”. La statuetta doveva probabilmente rappresentare l’onestà del commercio. La leggenda più diffusa racconta, però, che si tratta di “una dama ricca che, in un periodo di carestia, aveva sfamato il popolo, chiedendo aiuto agli altri notabili della città. Cessata la carestia, avrebbe festeggiato con tutta la popolazione nel suo palazzo, cacciando solo quelli che non l’avevano aiutata nell’opera buona”.
La Presidente del Consiglio nel consegnare la statuetta all’Ambasciatrice sottolinea l’importanza della donna in questa campagna verso la Pace.

23/10/2013
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