"Allam
incita all'odio"
AFEF
JNIFEN
LA
STAMPA 28/3/2008
Mi
sono decisa a parlare della conversione al cristianesimo di Magdi
Allam avendo letto la presa di distanza del Vaticano dai giudizi
critici sull’Islam che il giornalista ha rilasciato dopo la
cerimonia del battesimo nella veglia pasquale in San Pietro.
Voglio
precisare che non mi permetto di giudicare Papa Benedetto XVI e che
al tempo stesso sono profondamente convinta che debba essere a ogni
costo difesa la libertà di professare la propria religione
così come di convertirsi. Ma non posso più tacere sulla
disinformazione riguardo al mondo musulmano che Magdi Allam porta
avanti da anni. Pur essendo italiana, le mie origini si radicano
nella cultura islamica e faccio parte della comunità araba in
Italia. Non sono praticante, ma per rispetto della religione
musulmana, la religione dei miei genitori in cui sono cresciuta,
sento di dover intervenire.
Non sono interessata alla
conversione di Magdi Allam, e così credo la maggioranza degli
italiani, ma ho ben chiaro - e da diverso tempo - qual è il
suo obiettivo. Magdi Allam grida al genocidio contro gli ebrei e i
cristiani nel mondo islamico. Ci sono stati e ci sono casi, ce lo
insegna la storia. Ma ci sono stati e ci sono conflitti anche
all’interno di una stessa religione, tra sciiti e wahabiti, tra
sunniti e sciiti, tra cattolici e protestanti. Di questo, però,
Allam non scrive, come non scrive delle tante testimonianze e dei
tanti sforzi per favorire il dialogo interreligioso. No, lui vuole
soltanto alimentare i conflitti, infiammare lo scontro di civiltà
per cercare di passare alla storia come un simbolo e una vittima di
queste crisi. E’ diabolico, ma non ci riuscirà.
Nei
giorni scorsi in Qatar - un Paese di soli 800 mila abitanti - è
stata aperta la prima chiesa cristiana e negli Emirati Arabi la
quinta, mentre in Oman sono quattro quelle già presenti.
Ancora, in Tunisia c’è la più vecchia sinagoga di
tutta l’Africa, il Marocco ha avuto un ministro del Turismo di
religione ebraica così come oggi il re ha alcuni consiglieri
che professano quella fede, mentre in Libano la Costituzione dice che
il presidente debba essere cristiano. Insomma, ci sono tanti esempi
di tolleranza e dialogo che la gente magari non conosce, ma Allam non
ne parla mai. Lui cita soltanto esempi di conflitti. Certo che nel
mondo musulmano ci sono gli integralisti, chi lo nega? E in presenza
di conflitti gli integralisti esasperano il fattore religioso. Ma
nessuno oserebbe dire che poiché Mussolini e Hitler erano
cristiani il cristianesimo sia violento. Gli articoli che da anni
scrive Magdi Allam sono stati molto dannosi per la comunità
arabo-musulmana in Italia. Non c’è stato alcun esponente
della destra, anche la più estrema, che abbia fatto un lavoro
tanto negativo. Allam ha troppo astio dentro di sé, mi auguro
che ora dopo il battesimo trovi pace interiore, lo dico senza ironia.
Scommetto però che arriverà invece un libro sulla sua
conversione, spero soltanto che darà i soldi in beneficenza a
qualche parrocchia. Ci risparmi altre lezioni di malafede tra le
religioni, anche il Vaticano ha capito che crea zizzania fra due
mondi che cercano un dialogo difficile, ma molto importante.
Caro
Magdi, alla faccia tua il dialogo continuerà.