Appello Difendiamo il Centro
Sociale di Gerusalemme La Torre del Fenicottero Fermiamo i nuovi attacchi di
esproprioImpediamo la demolizione dei servizi per donne e bambini
Il Centro sociale Burj Al Luq Luq (La
Torre del Fenicottero) è nuovamente a rischio, a causa dell’ordine di esproprio
emesso dalla Municipalità (israeliana) di Gerusalemme, al fine di costruire
nuove abitazioni per coloni israeliani. L’ordine prevede la demolizione di 6
abitazioni private, adiacenti al Centro, la confisca di una parte del terreno
dove si trovano un campo giochi attrezzato per i bambini ed una tenso-struttura,
adibita a palestra e spazio polivalente, frequentato soprattutto da donne e
ragazze del quartiere arabo di Ben Hutta.
Il centro la Torre del Fenicottero,
società promossa e governata da palestinesi attraverso un comitato di gestione
composto dagli stessi abitanti del quartiere, è l’unica presenza sociale
dedicata alle fasce più deboli della popolazione attraverso servizi educativi e
di aggregazione: per il recupero dei giovani drop out.
Il Centro è uno spazio aperto per le
ragazze. Le minacce ad esso sono un attacco ai diritti dei bambini e delle
donne, una violazione dei diritti umani, prima ancora di essere un ulteriore
passo verso l’inasprimento del conflitto tra la popolazione palestinese e quella
israeliana.
Noi che abbiamo conosciuto i bambini,
le famiglie del quartiere, noi che siamo stati ospiti del Centro, noi che
abbiamo giocato con quei ragazzi e ragazze, noi che crediamo alla possibilità di
vivere in pace, con giustizia e rispetto dell’altro, in ogni parte del mondo, a
maggior ragione dobbiamo impegnarci affinché la convivenza ed il rispetto
dell’altro siano praticate a Gerusalemme.
Dobbiamo fermare il progetto di
espulsione dei palestinesi da Gerusalemme, dobbiamo esigere il rispetto dei
diritti umani e del diritto internazionale, proprio ora che anche da parte dei
paesi arabi emergono importanti segnali di dialogo e di proposte che
permetterebbero di trovare una soluzione al conflitto sulla terra di Palestina,
vanno fermate quelle azioni destabilizzanti e irresponsabili che fino ad ora
hanno ostacolato il dialogo e la definizione ed il rispetto degli accordi.
Dobbiamo avere uguale forza e coraggio nel denunciare violenze e violazioni,
tanto quanto dobbiamo essere impegnati a promuovere e sostenere le mediazioni ed
i compromessi necessari per il raggiungimento di accordi duraturi, giusti, che
pongano fine ad un conflitto che va risolto con il dialogo e la diplomazia, per
il bene di tutti, affinché i bambini del quartiere di Ben Hutta possano
continuare a giocare nel loro centro, con i bambini di tutto il mondo.
Per tutte queste ragioni, chiediamo
alle istituzioni italiane, all’Unione Europea, a tutte le associazioni, alle
ong, ai sindacati, ai Comuni, alle Province, alle Regioni italiane che hanno
sostenuto e stanno continuando a sostenere le attività di cooperazione e di
solidarietà a Gerusalemme e che operano per la pace in Medio Oriente, tra d in
Palestina, di farsi sentire, di sostenere e di diffondere questo
appello.
4 aprile 2007
Firmano: ARCS/ARCI,
Progetto Sviluppo/CGIL,…
Milano 4/4/2007, aderiamo e firmiamo
l’appello: associazione l’Altropallone, Acea Onlus, Accesso coop.sociale, ass.
Deafal ong