Appello
per i Palestinesi in Iraq: aiuti e protezione immediata.
I
Palestinesi in Iraq stanno affrontando un´altra `Nakba´ e vivendo un altro
capitolo di esclusione e disumanizzazione. Stanno attraversando uno dei periodi
più spietati dalla Diaspora del 1948, privi di ogni tipo di protezione sia a
livello locale che internazionale.
Circa
40.000 rifugiati palestinesi che vivevano in Iraq sono le nuove vittime delle
forze di liberazione e del nuovo regime liberale. Dalle uccisioni alle minacce,
rapimenti, umiliazioni, imprigionamenti, evacuazioni forzate dalle loro case,
trattamenti estremamente discriminatori e minacciosi. Ondate di palestinesi
senza assistenza stanno disperatamente cercando di scappare da questa inumana
realtà cercando protezione nei paesi confinanti, soprattutto in Giordania e
Siria, solo per affrontare un´altra tragedia.
Da quando
gli americani hanno invaso l´ Iraq il comportamento verso i Palestinesi è stato
caratterizzato da assalti brutali e crudele ostilità contro persone innocenti
sotto l' infondata accusa di essere dei collaboratori delle rimanenze del
vecchio regime.
Conseguentemente gli attacchi sono stati giustificati e intensificati.
Secondo Rased, organizzazione palestinesi per i diritti umani, i Palestinesi
sono stati oggetto di 662 attacchi armati, 186 persone sono state uccise e tra
queste cinque donne e sette bambini. Anche l´ Ambasciata Palestinese non è stata
risparmiata ed è stata assaltata tre volte, mentre l´ attachè è stato
imprigionato per un anno. Dall´altra parte le autorità irachene hanno deciso una
serie di procedure ingiuste che hanno aumentato il problema:
Tutti i
permessi di residenza, temporanei e permanenti, sono stati annullati. E´ passata
una legge che obbliga ogni singolo palestinese a presentarsi di fronte alle
competenti autorità ogni tre mesi. Tutta la famiglia persino i neonati e le
persone anziane senza prendere in considerazione malattie o infermità. Ogni
ritardo comporta una multa di 10.000 dianari.
Non
vengono rilasciati documenti di viaggio se non sotto condizioni molto difficili
da ottemperare e solo poche persone sono in grado di espletarle. I documenti per
i nuovi nati sono stati sospesi fin dal 2003.
Così come
non viene rilasciata copia dei documenti a chi li ha persi o copia di documenti
andati distrutti. Pertanto molti Palestinesi sono senza documenti e in un paese
come l´Iraq esposti a severe punizioni, date le condizioni di sicurezza, è
considerato un crimine grave.
Sono
esclusi da ogni tipo di assistenza e aiuto umanitario mandato in Iraq.
Impedimenti ai loro movimenti all´interno dell´ Iraq e impedimento a viaggiare
fuori dal paese. Licenziamenti arbitrari dai posti di lavoro lasciando così
miglia di famiglie senza un reddito.
Tutte
queste azioni e altre ancora sono atti che violano tutte le norme etiche e i
diritti umani e sono una minaccia diretta alla vita di migliaia di civili
palestinesi innocenti.
Anche se
milioni di iracheni sono accolti in Siria e Giordania, ai Palestinesi è negato
lo stesso tipo di trattamento. Nel 2004 la Giordania ha concesso l´ingresso a
386 persone sposate con giordani mentre la Siria ha accettato 256 persone nel
maggio 2006. Comunque, a causa delle continue molestie e della mancanza di
sicurezza in Iraq molti palestinesi hanno corso il rischio di abbandonare il
paese, ma si sono trovati bloccati al confine tra Iraq e Siria vivendo in tende
e affrontando difficili condizioni, completamente abbandonati dal mondo, mentre
il loro numero aumenta quotidianamente.
Donne,
bambini, anziani traumatizzati, questi rifugiati sono in una situazione
drammatica e hanno bisogno di ogni tipo di aiuto per permettere loro di
affrontare le difficoltà in un deserto senza vita che può durare per molto
tempo.
Inoltre,
chiediamo a tutti i nostri amici, ai gruppi di solidarietà con i palestinesi,
alle organizzazioni per i diritti umani di denunciare questa realtà all´
opinione pubblica, di portare alla luce questa catastrofe e fare pressione sui
loro governi per trovare una soluzione veloce e equa per questa disumana
condizione.
Vale la
pene ricordare qui che i Palestinesi in Iraq non sono mai stati inclusi nell´
ombrello UNRWA in quanto le precedenti autorità irachene hanno sempre rifiutato
questa richiesta e tenuto i Palestinesi sotto la loro diretta responsabilità.
Ciò nonostante, vista la situazione attuale, si richiede l´intervento UNRWA per
trovare una possibile soluzione per queste persone.
Chi è
responsabile in Iraq per la protezione dei rifugiati palestinesi? UNHCR dal 2003
e da subito dopo la caduta del vecchio regime ha continuatamente dichiarato che
tale protezione spetta alle forze alleate guidate dagli Stati Uniti e al governo
iracheno.
Non
importa quanti aiuti possono essere stati inviati, ai governi arabi si chiede di
mantenere aperti i confini per accogliere queste persone, mentre Israele è
responsabile per i profughi del 1967 e devono permettere il loro ritorno a Gaza
o nella west bank.
I
rifugiati che stanno vivendo al confine tra Iraq e Siria hanno bisogno di aiuti
urgenti, necessitano quotidianamente di cibo, acqua, medicinali, latte e
pannolini per i bambini, ecc...
Le ONG
libanesi si stanno muovendo in fretta e stanno facendo del loro meglio
distribuendo tutto quello che riescono a raccogliere per tutti coloro che sono
bloccati al confine.
Abbiamo
bisogno del tuo aiuto per poter continuare a distribuire aiuti e generi di prima
necessità. Il tuo aiuto farà certamente la differenza.
I
contributi possono essere versati all´associazione Beit Atfal Assumoud sul
seguente conto corrente:
First National Bank Immobilita Bldg. Hamra St.Beirut Lebanon P.O. Box
113-5453
National Institution for Social Care & Vocational
Training
Account Number 001-106845-002 Swift No
FINKLBBE
www.socialcare.org