Basta con il massacro di bambini in Libano
Questione.
Devono esserci in un conflitto armato, pur cruento, dei limiti all’uso della
forza e all’uso di sistemi di distruzione di massa che oltrepassano le ragioni
del conflitto e coinvolgono popolazioni inermi?
Noi crediamo di sì.
E non è pacifismo d’antan il nostro ma l’espressione di una visone della
politica che non esclude il conflitto ma lo accompagna sempre dal rispetto
delle ragioni umanitarie e non solo di quelle scritte dalle convenzioni di
Ginevra ma anche di quelle che stanno scritte nei valori di rispetto
della vita che stanno dentro ciascuno di noi.
Se così non fosse qualcuno ci deve spiegare perché dopo Hiroshima la comunità
internazionale ha fatto di tutto per limitare la proliferazioni di armi
nucleari.
Il senso del limite è comunque il fondamento di una moderna civiltà che sa che
non può impedire la conflittualità e anche le guerre, ma sa che se fatte senza
limiti e senza valori di fondo condivisi, può autodistruggersi.
In Libano crediamo che si stia perdendo questo senso del limite.
Non vogliamo sindacare, in questa sede, su tutte le ragioni del conflitto
medio-orientale.
Sappiamo che c’è uno Stato e un Popolo, Israele, che ha il sacrosanto diritto
di difendersi. Sappiamo che da un’altra parte, la Palestina, c’è un
Popolo che non è ancora uno Stato ma che ha il sacrosanto diritto di esserlo.
Sappiamo poi che in Libano c’è un esercito armato da un altro Stato, l’Iran,
che minaccia Israele e che ha iniziato un’offensiva armata contro quello Stato.
Le ragioni di questa offensiva non è certo che siano a sostegno della causa
palestinese.
Sappiamo poi della reazione di Israele, legittima ma sproporzionata e che ha
portato a massacri di civili e di innocenti come i bambini di Cana. E questo è
intollerabile.
Probabilmente è anche vero che gli Hezbollah si fanno scudo di popolazioni
inermi e comunque a maggior ragione va fatta chiarezza su quel bombardamento a
Cana.
La verità è che comunque bisogna che le armi tacciano e riprendano sostanza le
azioni e le ragioni delle diplomazie.
Il cessate il fuoco non è un segnale per chiudere il conflitto ma per renderlo
risolvile e impedire che si espanda verso limiti tremendi ed inimmaginabili.
Antonio Finelli,
coordinatore Segreteria Unione comunale Ds Modena
Fausto Cigni
Consigliere comunale Ds e membro della Segretria Ds Modena